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Cossano, tre mesi senza Consiglio comunale. Tutto fermo, anche la mozione di sfiducia

Da luglio nessuna seduta, nessun confronto e una mozione di sfiducia rimasta chiusa nei cassetti. La scuola è aperta, ma la politica è in vacanza permanente.

Cossano chiude la scuola, ma la minoranza non ci sta: “Scelta illegittima, andiamo al TAR”

Nella foto la consigliera Vogliano e la sindaca

A Cossano Canavese non succede più nulla. O meglio: tutto continua a succedere, ma fuori dal Consiglio comunale, che non si riunisce da luglio. Tre mesi di silenzio, tre mesi senza un dibattito, senza una deliberazione, senza nemmeno un accenno di confronto politico. Il paese va avanti per inerzia, e la politica locale sembra essersi messa in pausa — come un vecchio film lasciato a metà.

Eppure, c’era da discutere una questione non da poco: la mozione di sfiducia contro la vicesindaca Fiorenza Anelli, presentata dalla minoranza a inizio estate dopo il clamoroso pasticcio della scuola primaria. Quella mozione, che a luglio doveva essere il “gran finale” della seduta definita “spettacolare”, è rimasta chiusa in un cassetto. Nessuno l’ha più calendarizzata, nessuno ne parla, nessuno sembra sapere quando — e se — verrà mai discussa.

la vicesindaca

Fiorenza Anelli

A luglio, il Consiglio comunale si era aperto con aspettative da blockbuster: promesse di chiarimenti, di colpi di scena, di risposte politiche. Invece, era finito come una commedia dell’assurdo. Il segretario comunale, invocando cavilli regolamentari, aveva sostenuto che il numero dei firmatari non fosse chiaro, e che la mozione, per essere trattata, dovesse essere accompagnata da una richiesta formale di convocazione straordinaria. Risultato: tutto rinviato. A settembre, dicevano. Ma settembre è passato, ottobre pure, e a Cossano il Consiglio non è mai stato riconvocato.

Un’anomalia che non è passata inosservata. La consigliera di opposizione Simona Vogliano, firmataria della mozione insieme ai colleghi di minoranza, aveva denunciato già allora l’assurdità della decisione con parole taglienti: “Talvolta si ha l’impressione che il segretario comunale ci consideri come soggetti estranei alle regole basilari del funzionamento di un ente locale”. E per fugare ogni dubbio, aveva allegato alla sua PEC di protesta l’intero Regolamento comunale, quasi a voler dire: “Leggetelo, ogni tanto”.

E in effetti, bastava farlo. L’articolo 21, comma 2, è chiarissimo: “Le mozioni regolarmente presentate sono automaticamente iscritte all’ordine del giorno della prima seduta utile.” Punto. Nessuna clausola nascosta, nessuna eccezione, nessun rinvio discrezionale. Ma a Cossano, il diritto amministrativo è diventato una scienza esoterica: si interpreta, si adatta, si piega al momento.

Dietro quella mozione congelata si nasconde la vicenda che ha spaccato la maggioranza e scandalizzato il paese: la chiusura e riapertura-lampo della scuola primaria, un caso che resterà negli annali del Canavese come esempio perfetto di confusione politica e amministrativa. Il 3 luglio, su proposta della vicesindaca Fiorenza Anelli, la giunta decide di chiudere l’istituto, giustificando la scelta con il calo delle iscrizioni e i costi eccessivi. Cinque giorni dopo, la stessa giunta — questa volta guidata dalla sindaca Aurelia Siletto — annulla tutto. La scuola resta aperta. Ma il danno politico è fatto.

La minoranza parla di un pasticcio “che ha fatto ridere mezzo Piemonte”. E aveva ragione: nel giro di una settimana, l’Amministrazione era riuscita a votare due delibere opposte, senza una riga di autocritica, senza spiegazioni ai cittadini, e soprattutto senza che nessuno pagasse le conseguenze. La mozione di sfiducia nasce da lì, dal bisogno di mettere un punto. Ma a Cossano, anche i punti diventano sospensivi.

Oggi, a tre mesi di distanza, la scuola è aperta ma la politica è chiusa. Il Consiglio comunale è sparito dai radar, le convocazioni non arrivano, le mozioni si accumulano e le PEC restano senza risposta. Un immobilismo che rasenta la paralisi istituzionale. “Prima o poi dovremo pur riunirci”, sussurra qualcuno nei corridoi del Municipio, ma senza crederci troppo.

E intanto, i cittadini guardano con crescente disillusione. Le voci si rincorrono, i pettegolezzi pure, ma la domanda di fondo resta sempre la stessa: chi comanda davvero a Cossano? La sindaca Aurelia Siletto, sempre più defilata, o la sua vice Fiorenza Anelli, che da mesi sembra gestire di fatto la macchina comunale?

A rendere la situazione ancora più paradossale, torna a circolare un video del 2019 in cui Anelli, intervistata con orgoglio, dichiarava: “La scuola primaria di Cossano non chiuderà mai. È il fiore all’occhiello della nostra comunità.”Cinque anni dopo, lo stesso fiore è stato strappato, ricucito, e oggi resta in bilico tra la memoria e il sarcasmo.

In tutto questo, la minoranza non demorde. Continua a chiedere risposte, a denunciare i silenzi, a ricordare che un Comune non può andare avanti a colpi di rinvii e segreti. “Non ci si può nascondere dietro i regolamenti ogni volta che c’è un problema politico”, dice Vogliano, che promette nuove iniziative se entro qualche giorno non verrà convocata una seduta.

Ma intanto, il tempo passa. Le carte restano ferme, i cittadini aspettano, e il Consiglio comunale è ormai un ricordo lontano. Cossano sembra vivere in una parentesi sospesa, in cui la politica ha smesso di parlare e di decidere. Forse per paura, forse per calcolo, forse semplicemente per abitudine.

Insomma, un paese immobile, una giunta silente, una mozione dimenticata. A Cossano non si discute, non si vota, non si spiega. Si tace. E in un Comune dove anche convocare un Consiglio sembra diventato un atto rivoluzionario, il silenzio è la forma più chiara del potere.

la scuola

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