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Ivrea distribuisce assorbenti nelle scuole. E i preservativi gratis?

Ivrea introduce dispenser gratuiti di assorbenti nelle scuole: percorsi educativi anti-tabù e contrasto alla povertà mestruale

Ivrea distribuisce assorbenti. E i preservativi?

L'assessora Gabriella Colosso

La Giunta Comunale di Ivrea, guidata dal sindaco Matteo Chiantore, ha approvato un progetto che – almeno sulla carta – segna un passo importante verso l’inclusione e la parità di genere. Dal 2025 le scuole medie inferiori e alcuni locali comunali saranno dotati di dispenser gratuiti di assorbenti igienici, accompagnati da un percorso di formazione e sensibilizzazione sulla salute mestruale.

L’iniziativa, proposta dall’assessora alle Pari Opportunità Gabriella Colosso, mira a rompere un tabù ancora troppo diffuso e a contrastare le disuguaglianze economiche che, in molti casi, rendono l’igiene personale un lusso.

“Garantire l’accesso gratuito a questi prodotti significa promuovere l’equità sociale e il diritto alla salute per tutte e tutti”, si legge nel provvedimento approvato dalla Giunta.

Concretamente, il Comune installerà dispenser nei bagni femminili o neutri delle scuole e di alcuni spazi pubblici, fornendo gratuitamente gli assorbenti. Ma non si tratta solo di un gesto pratico: l’amministrazione ha deciso di affiancare al servizio una campagna educativa nelle scuole, con incontri condotti da esperti e momenti di confronto con gli studenti.

L’obiettivo è sfatare miti e pregiudizi legati alle mestruazioni, promuovendo una cultura più consapevole e rispettosa delle differenze.

Il progetto, che rientra tra le iniziative per le pari opportunità, sarà finanziato con 6.750 euro. Un importo modesto ma dal forte valore simbolico, che posiziona Ivrea tra i Comuni italiani più attenti al tema della povertà mestruale, una condizione che colpisce migliaia di ragazze e donne con difficoltà economiche.

Al di là dei numeri, questa decisione apre una riflessione più ampia: in una città che spesso discute di grandi opere, digitalizzazione e infrastrutture, il Comune sceglie di occuparsi di un tema quotidiano e concreto, che tocca direttamente la dignità delle persone. Un segnale politico preciso, che parla soprattutto alle nuove generazioni e che potrebbe fare scuola anche altrove.

assorbenti

Perché qui non parliamo di ideologia: parliamo di ragazze che non devono scegliere tra comprare un pacco di assorbenti e prendere il bus, tra restare in classe o correre a casa. Parliamo di scuole che insegnano, oltre al programma, una cosa molto semplice: il corpo non è un problema.

Diciamo che Ivrea non s’è inventata nulla. L’iniziativa, infatti, è già stata sperimentata in diverse città d’Italia. A Modena, per esempio, al liceo Sigonio, i distributori gratuiti di assorbenti hanno scatenato la levata di scudi del Popolo della Famiglia: “Da questo distributore a quello dei preservativi è un attimo”.

La solita teoria della “deriva morale”, quella che trasforma un gesto di civiltà in un complotto ideologico. Secondo i promotori di queste polemiche (disponibili in rete), fornire gratuitamente prodotti per la salute delle ragazze sarebbe una “bandiera femminista”, una “propaganda”. A leggere certi comunicati, sembra che il problema non siano le difficoltà economiche delle famiglie, ma il rischio che qualcuno smetta di vergognarsi.

Un’altra obiezione, più sottile ma non meno rivelatrice, è quella culturale: rendere “visibili” i prodotti mestruali in spazi pubblici alimenterebbe imbarazzo, ironie, perfino vandalismi. È l’idea che il pudore si difenda col silenzio e che le cose naturali vadano trattate di nascosto, lontano dallo sguardo. Anche qui, il caso modenese è stato un catalizzatore: discussioni accese sui social e nei consigli d’istituto, tra chi parla di inclusione e chi vede “propaganda”.

Poi c’è la versione “ragionevole” della critica, quella più di facciata: bello il gesto, ma poi? Chi rifornisce i dispenser? Chi controlla gli abusi? Quanto dura? Domande legittime – anzi, necessarie – che però non smentiscono l’idea, ma chiedono gestione e monitoraggio. È l’unico terreno davvero serio del dibattito: pretendere che il progetto non sia un fiocco sulla locandina, ma un servizio che funziona, punto.

Il paradosso è che, altrove, proprio mentre qualcuno agitava lo spettro dei preservativi “in arrivo”, c’erano (e ci sono) scuole che li hanno introdotti insieme agli assorbenti, in chiave di salute pubblica e responsabilità, senza crolli morali né rivoluzioni dei costumi. A Firenze, al liceo “Marco Polo”, la normalità ha superato il tabù: attenzione alla salute, educazione, accesso. Fine della storia.

E a Ivrea? Per il momento c’è silenzio radio. Eppure, da queste parti, un gruppo del Popolo della Famiglia c’è, eccome. Forse troppo impegnato a commentare altro, o forse in imbarazzo di fronte a un’iniziativa che persino i più conservatori farebbero fatica a bocciare senza apparire anacronistici. Ma chissà: magari arriverà una presa di posizione, magari un comunicato indignato sulla “deriva femminista”. Oppure – e sarebbe davvero una deriva interessante – leggeremo: “Siamo d’accordo, purché funzioni bene”.

Sarebbe la prima volta che un certo mondo scopre che la parità non è un’ideologia. È solo buon senso.

Di chi è questo (preservativo)?

Dopo gli assorbenti, chissà, magari arriveranno anche i preservativi. Sarebbe logico: prima l’igiene, poi la prevenzione. Un passo alla volta, con grazia istituzionale e un pizzico di coraggio.

L’assessora Gabriella Colosso, che ha proposto gli assorbenti gratuiti nelle scuole e nei locali comunali, potrebbe pensarci. Magari con un tocco vintage, da réclame d’antan: “Di chi è questo?”“Mio”, risponderebbe il Comune, finalmente moderno e un po’ autoironico.

Perché, a ben vedere, se si è superato il tabù delle mestruazioni, forse è tempo di superare anche quello del sesso. O almeno del buon senso, che è merce ancora più rara. Ci sono ragazze che non possono permettersi un pacco di assorbenti e ragazzi che non possono permettersi un pacchetto di preservativi. E poi ci meravigliamo delle infezioni, delle gravidanze precoci, delle lezioni di educazione sentimentale fatte su TikTok da influencer in tuta e occhiali a cuore.

Naturalmente, a quel punto, il Popolo della Famiglia avrebbe finalmente la sua apocalisse da annunciare: “Ve l’avevamo detto! Dagli assorbenti ai preservativi è un attimo!”
E sì, avrebbero pure ragione: è un attimo. Perché quando una società comincia a trattare il corpo come una parte della salute e non come un terreno di vergogna, le rivoluzioni diventano improvvisamente facili. E irreversibili.

Si potrebbe persino tentare un accordo con la Chiesa: per ogni distributore installato, uno sconto sulla prossima processione, o un’Ave Maria in meno al confessionale. Magari un due per uno: indulgenza plenaria e profilattico biodegradabile. Così tutti contenti — Dio compreso, che in fondo è onnisciente e, verosimilmente, anche previdente.

Del resto, lo dice pure il Vangelo apocrifo del buon senso: prevenire è meglio che pentirsi.

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Commenti all'articolo

  • Sovietico Eporediese

    17 Ottobre 2025 - 18:22

    Si dà troppa importanza a 4 disagiati e incivili bigotti e finti perbenisti del Popolo della Famiglia.. forse sono d'accordo per la violenza contro le donne e ragazze e magari anche a favore dello stupro e di gravidanze indesiderate soprattutto nelle minorenni. Sarebbe bello vederli se succedesse alle loro figlie e ragazzine che cosa ne penserebbero.

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