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Piemonte in prima linea: si candida a coordinare il supporto sanitario pediatrico a Gaza

La Regione scrive alla Farnesina: “Mettiamo a disposizione le nostre eccellenze per curare i bambini e formare il personale sanitario locale”

Piemonte si candida

Piemonte in prima linea: si candida a coordinare il supporto sanitario pediatrico a Gaza

Il Piemonte si prepara a portare la propria competenza medica in uno degli scenari più fragili del mondo. Con una lettera inviata alla Farnesina, la Regione ha ufficialmente presentato la propria candidatura a coordinare il supporto sanitario pediatrico nella ricostruzione della Striscia di Gaza, proponendosi come punto di riferimento per la cura dei bambini e la formazione del personale sanitario locale.

L’iniziativa, indirizzata al Vicepresidente del Consiglio e Ministro degli Esteri Antonio Tajani, è firmata dal presidente Alberto Cirio e dagli assessori Federico Riboldi (Sanità), Marco Gabusi (Protezione civile) e Maurizio Marrone (Cooperazione internazionale). La decisione arriva a pochi giorni dalla riunione operativa del Governo dedicata alla missione umanitaria italiana per la ricostruzione di Gaza, dopo mesi di distruzione e collasso del sistema sanitario locale.

«Il Piemonte è pronto a fare la propria parte – spiegano Cirio, Riboldi, Gabusi e Marrone – mettendo a disposizione le sue eccellenze sanitarie, in particolare l’Ospedale Infantile Regina Margherita di Torino, da anni riconosciuto come centro di riferimento internazionale per la cura dei bambini in condizioni critiche». L’obiettivo dichiarato è chiaro: contribuire alla rinascita del sistema sanitario pediatrico di Gaza, fornendo supporto clinico, tecnico e formativo, e costruendo un ponte di cooperazione stabile con le istituzioni locali e le agenzie internazionali.

La proposta piemontese si inserisce nelle linee guida indicate dal Ministero degli Esteri e prevede un piano articolato di azioni: programmi di formazione per il personale medico e infermieristico palestinese, aggiornamenti sulle emergenze pediatriche, la chirurgia infantile, la terapia intensiva e le malattie infettive, insieme allo sviluppo di protocolli clinici e gestionali adattati alla realtà locale.

Il cuore del progetto sarà la collaborazione diretta tra i medici torinesi e quelli palestinesi. Il Piemonte intende infatti creare canali di teleassistenza e consulenza clinica a distanza, che permetteranno ai professionisti dei centri pediatrici della Striscia di confrontarsi in tempo reale con gli specialisti dell’ospedale Regina Margherita e di altre strutture d’eccellenza della rete regionale.

Ma non si tratta solo di formazione a distanza: la Regione è pronta anche a mettere in campo unità operative mobili e, se necessario, ad allestire ospedali da campo pediatrici sul modello della missione EMT2 impiegata con successo in Turchia nel 2023 dopo il terremoto. Quell’esperienza, che vide la Protezione civile piemontese protagonista nel soccorso sanitario internazionale, rappresenta oggi il punto di riferimento tecnico per l’eventuale missione in Medio Oriente.

Un altro aspetto centrale della candidatura piemontese riguarda il rafforzamento delle competenze locali. «La ricostruzione – sottolineano Cirio e gli assessori – non può prescindere dal rafforzamento delle capacità operative del personale sanitario di Gaza. Il nostro contributo vuole essere concreto e duraturo, fondato sulla formazione e sulla cooperazione tra strutture». In altre parole, non un intervento temporaneo, ma un progetto strutturato per ricostruire capacità e autonomia nel sistema sanitario palestinese.

Il piano include inoltre la condivisione del know-how organizzativo maturato negli ospedali piemontesi, con particolare riferimento alla gestione delle emergenze pediatriche complesse e all’organizzazione dei reparti di terapia intensiva. L’esperienza del Regina Margherita, del CTO e delle strutture universitarie di Torino costituirà il nucleo tecnico della proposta, affiancata dal contributo dell’Azienda Zero Piemonte e della rete di volontariato sanitario regionale.

Il Piemonte, che da anni promuove progetti di cooperazione sanitaria internazionale, ha già collaborato con enti e ONG attive in Africa e in Medio Oriente, in particolare nei programmi di formazione ospedaliera e telemedicina. L’assessore Marrone, responsabile per la cooperazione internazionale, ha confermato che nella lettera inviata alla Farnesina è stata espressa anche la disponibilità ad avviare un tavolo operativo con il Ministero degli Esteri, per definire modalità e tempi della missione e per coinvolgere enti sanitari pubblici e privati, università e associazioni piemontesi già presenti nei progetti in area mediorientale.

In un contesto geopolitico e umanitario estremamente complesso, la proposta piemontese si distingue per il suo approccio tecnico e pragmatico, che mette al centro il diritto universale alla salute dei minori. Il crollo del sistema sanitario di Gaza, colpito duramente da anni di conflitto, carenze strutturali e isolamento internazionale, ha lasciato migliaia di bambini senza cure adeguate. L’idea della Regione è quella di agire proprio su questo fronte, offrendo un modello replicabile di ricostruzione sanitaria pediatrica, capace di integrare l’assistenza diretta con la formazione sul campo.

La candidatura piemontese ha già raccolto apprezzamento tra le reti di cooperazione italiane. Diverse organizzazioni umanitarie presenti in Medio Oriente hanno espresso interesse a collaborare, riconoscendo l’esperienza maturata dal Piemonte nelle missioni di emergenza sanitaria e nel coordinamento tra sanità pubblica e volontariato.

Sul piano politico, l’iniziativa rappresenta anche un segno tangibile del ruolo internazionale del Piemonte e della capacità delle Regioni di contribuire attivamente alle politiche di solidarietà e ricostruzione promosse dal Governo. «Il nostro impegno – ribadiscono Cirio, Riboldi, Gabusi e Marrone – è quello di fornire un aiuto concreto, non simbolico. Mettere a disposizione le competenze mediche piemontesi per salvare vite e formare nuovi professionisti è il modo migliore per tradurre in azione i valori umanitari che l’Italia rappresenta nel mondo».

Nei prossimi giorni, la Regione attende un riscontro ufficiale dalla Farnesina sulla proposta. Se accolta, il Piemonte potrebbe assumere un ruolo di coordinamento nazionale per la sanità pediatrica nella missione di ricostruzione di Gaza, lavorando fianco a fianco con il Ministero degli Esteri, l’Organizzazione Mondiale della Sanità e le agenzie internazionali impegnate nell’area.

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