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16 Ottobre 2025 - 10:18
Claudia Porchietto
Succede solo in Piemonte: la Giunta di Alberto Cirio diventa ufficialmente evanescente. Con un colpo di genio degno della miglior burocrazia sabauda, la maggioranza di centrodestra ha appena approvato una modifica al Regolamento del Consiglio regionale che permette ai sottosegretari di sostituire gli assessori durante i lavori d’aula. Tradotto: se prima in aula si vedeva ogni tanto un assessore, ora potremmo non vederne più nemmeno uno. E non per malattia o ferie, ma per regolamento.
Il Movimento 5 Stelle, con Sarah Disabato, Pasquale Coluccio e Alberto Unia, non l’hanno presa benissimo: “La Giunta scompare, e con lei anche il principio di responsabilità politica”, denunciano. E in effetti, a furia di riforme “organizzative”, a Palazzo Lascaris si rischia di discutere di sanità e lavoro guardando sedie vuote. Ma niente paura: se l’assessore manca, arriva il sottosegretario di riserva, come nel calcio quando entra il dodicesimo uomo.
Sarah Disabato
Già, perché i sottosegretari in Piemonte non sono una leggenda urbana. Ci sono eccome, da quando Cirio ha varato il suo secondo mandato: Claudia Porchietto, di Forza Italia, e Alberto Preioni, della Lega. Due figure di tutto rispetto, che ora, grazie alla modifica, potranno finalmente brillare anche sotto i riflettori dell’aula. Qualcuno dice che sia un modo per “ottimizzare la presenza della Giunta”. Qualcun altro, più malizioso, nota che si tratta di ottimizzare le assenze.
E forse, aggiungono i più ironici tra i consiglieri, tutto questo gran fervore normativo serve semplicemente a dare un lavoro a due figure che, finora, non sapevano molto bene cosa fare. Perché in politica, si sa, l’ozio è il vero nemico dell’equilibrio istituzionale: meglio riempire l’agenda di incarichi che rischiare di apparire inutili.
E poi, diciamolo, “sottosegretari” è davvero un parolone. Evoca potere, responsabilità, carte bollate e telefoni che squillano a ogni ora. Peccato che, nella pratica, sembri più un incarico di rappresentanza, un titolo buono per il biglietto da visita e poco altro. Se non fosse che questo “titolo insignificante” vale 115 mila euro l’anno, più 300 mila euro complessivi per gli staff. Un bel privilegio, per un ruolo che fino a ieri non si capiva bene neppure a cosa servisse.
Il tutto, ovviamente, mentre i reparti ospedalieri si svuotano, i medici scappano e il lavoro resta precario. Ma si sa, la priorità è avere abbastanza personale politico per riempire la scena quando il regista — pardon, il Presidente — non c’è.
L’operazione, a detta della maggioranza, servirà a rendere il Consiglio più efficiente. In realtà, sembra più un modo per garantire che qualcuno batta le mani quando Cirio parla di “Piemonte che funziona”. D’altronde, nell’era del Cirio-bis, la Regione sembra aver trovato la formula perfetta: tutti in scena, purché non si parli troppo di sanità o di lavoro, perché quelle sono cose che rovinano la narrazione.
Così, mentre i consiglieri del Movimento 5 Stelle insistono nel chiedere trasparenza e sobrietà, il centrodestra alza il sipario sulla nuova stagione del suo spettacolo preferito: “La Giunta che non c’è”.
Nel cast, in rigoroso ordine alfabetico: Claudia Porchietto e Alberto Preioni. Gli unici, a quanto pare, tenuti a stare in servizio permanente effettivo.
Insomma, il Piemonte ha risolto il problema dell’assenza degli assessori. Li ha semplicemente sostituiti. E, già che c’era, ha pure trovato qualcosa da far fare a chi si annoiava.
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