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Cronaca

«Non sono Al Capone». Fasson si difende: ecco tutti i vincitori dei concorsi truccati

L’ex direttrice delle Professioni Sanitarie dell’Asl To4, Carla Fasson, respinge le accuse: «Mi descrivono come una criminale, ma ho sempre lavorato onestamente»

Timbravano, ma erano altrove. L’ASL TO4 dei miracoli tra parrucchieri, golf e “amici di Pianezza”

Libero Tubino e Carla Fasson

Si sfoga sulle pagine di La Repubblica Carla Fasson, 55 anni.

«È come se mi avessero messa in un frullatore tre giorni fa e non l’avessero ancora spento. Mi descrivono come Al Capone, con un potere immenso. Ma io non sono quel personaggio, mi guardo allo specchio e non mi riconosco. Posso solo dire che ho fatto una carriera normalissima e ho sempre cercato di fare il mio lavoro correttamente. Le accuse sono tutte da dimostrare ma ho tantissima fiducia nella magistratura: è giusto che si facciano queste indagini se ci sono dei dubbi, su cui io sono pronta a rispondere appena me ne daranno la possibilità. Poi, se alla fine del processo verrà fuori che ho sbagliato, sarò pronta a pagare».

Fasson ribadisce: «Non ho mai rubato neanche un cioccolatino o una caramella, mi pagavo pure le penne. Sul gossip e sul resto delle accuse non dico nulla. Mi spiace solo che il mio nome sia così spesso sui giornali, come se avessi fatto chissà cosa».

E poi ancora... «La magistratura sta facendo un grande lavoro, anche in modo garantista. L’unico appunto che muovo è sui tempi: mi rendo conto che a Ivrea ci siano inchieste ben più importanti, come quella sulla strage di Brandizzo, ma i tempi di questa vicenda sono lunghissimi. E io non so se arriverò viva alla fine».

Carla Fasson è indagata per aver «truccato una lunga serie di concorsi interni su nomine e progressioni». Il suo nome ricorre in ogni faldone, in ogni intercettazione, in ogni verbale: direttrice della struttura complessa DIPSA, quella che — scrivono gli inquirenti — avrebbe «comunicato o agevolato la conoscenza di informazioni destinate a restare segrete».

Tradotto: faceva sapere in anticipo le domande degli esami. La regia, sempre lei. A volte inviava le domande via WhatsApp, altre le faceva girare tramite fidatissimi intermediari. In alcuni casi chiedeva ai candidati stessi di «proporre gli argomenti che ti piacerebbe fossero oggetto della prova».

Un sistema preciso, quasi scolastico, ma con i ruoli invertiti: la maestra suggeriva, gli alunni vincevano. E tutti contenti. Secondo l’accusa, tra maggio e settembre del 2022 si sarebbero celebrati una ventina di concorsi e in almeno diciotto casi i vincitori sarebbero stati “predestinati”.

Anche i candidati vincenti sono finiti nei guai. Scrivono i pm: «Invece di svolgere al meglio i loro compiti, si prestavano ad ogni richiesta di Fasson perché lei aveva assicurato a loro l’agognata promozione».

I vincitori “abusivi” hanno beneficiato «di un avanzamento di carriera immeritato perché conoscevano soltanto una percentuale minima del programma d’esame a fronte della buona preparazione dei candidati non raccomandati».

E al netto dell’alterazione delle procedure concorsuali — seppur quasi tutte interne all’Asl — c’è anche il vantaggio economico che i candidati vincitori avrebbero ricevuto. Nei passaggi, infatti, si parla di «un aumento stipendiale incassato dagli indagati a discapito di tutti i candidati che avevano affrontato le prove in modo onesto».

Così Mariella Forma ottiene la coordinazione del laboratorio analisi di Ivrea dopo aver ricevuto in anteprima le risposte. Dario Fornasieri diventa coordinatore a Ciriè-Lanzo grazie a una chat piena di quesiti. Non pago, vincerà anche un secondo concorso a settembre, dopo aver scritto lui stesso alcuni dei temi d’esame. Giuseppe Salerno ottiene due nomine nella Radiologia territoriale e nell’Area Diagnostica, anche qui domande e risposte arrivate dritte da Fasson. Poi c’è Maurilia Ognibene, indicata vincitrice dieci giorni prima della prova per il coordinamento del SIAN. Le domande le riceve via Enzo Bertellini, che a sua volta, pochi giorni dopo, vincerà un altro concorso — unico candidato, per di più — motivato «per i positivi risultati sino ad ora raggiunti». La logica della reciprocità funziona: oggi a te, domani a me.

C’è anche Maria Grazia Gazzera, coordinatrice del SISP di Ciriè, favorita secondo l’accusa da una catena di messaggi che coinvolge il marito Massimo Gai e ancora Bertellini. In un’altra chat la dirigente chiede una mail con «tre domande per ogni candidato». Semplice e diretto: come al supermercato. Nel concorso gemello per Ivrea, quello del 30 maggio, Barbara Arnodo Cava riceve tracce identiche a due di quelle inviate in foto da Bertellini alla Fasson. La lista continua: Claudia Griglione, vincitrice dello SPRESAL, ottiene l’anticipo della data per poter partecipare; Barbara Manea riceve via telefono l’elenco completo dei quesiti, trasmessi da Fornasieri su ordine di Fasson; Rosa Galantucci diventa coordinatrice POCT di Chivasso con lo stesso metodo. E ancora: Claudia Lasagna a capo del laboratorio di Chivasso; Simone Carta coordinatore della Radiologia di Ivrea, aiutato dalla zia Maria Stella Manoti, già RSU; Matteo Voulaz, anche lui nella Radiodiagnostica, con identico canale di trasmissione. Nel settembre 2022 è la volta di Paola Rossetto, Referente Qualità e Accreditamento: le domande arrivano pronte, e la dirigente la invita perfino a «indicare gli argomenti a lei più graditi».

Chiude la lista Luca Brachet Cota, vincitore del concorso per Radiologia Chivasso, che avrebbe ricevuto le domande complete. Ultimo episodio, quasi comico, quello di Serse Negro, incaricato di girare i quesiti a Lucia Rivill: non lo fa, e il concorso — scrive il verbale — «non va a buon fine». Diciotto concorsi, diciotto esiti prevedibili. Una perfetta macchina del favore, travestita da meritocrazia.

Negli atti, gli articoli di legge sono pesanti: art. 81 comma 2 e art. 326 comma 3 del Codice Penale, abuso d’ufficio e rivelazione di segreti. Ma la sostanza è chiara: un sistema in cui le prove erano formalità e la vera selezione si giocava altrove, nei messaggi, nelle email, nelle amicizie e nelle complicità.

C'è dell'altro com'è noto. E' la geografia tutta nuova del mondo del pubblico impiego: non è fatta di scrivanie e corridoi, ma di celle telefoniche, parrucchieri e golf club. Un’ASL diffusa, potremmo dire, dove la sede non è solo a Chivasso o Ivrea, ma anche Pianezza, Settimo, Torino, Fiano e persino Cavaglià, con puntate regolari all’Apple Store.

È la geografia parallela  di Carla Fasson e di Libero Tubino, primario dell’Otorinolaringoiatria di Chivasso. Due carriere solide, due stipendi pubblici rispettabili e un talento condiviso: quello di essere contemporaneamente altrove.

La storia inizia come tante: un sospetto, qualche segnalazione, le verifiche incrociate tra timbrature e celle telefoniche. Poi il castello si apre come una commedia di costume. La Fasson compare in servizio, ma il suo telefono la tradisce: si muove tra parrucchiere, estetista, golf club e un caro amico a Pianezza.

Il 12 aprile 2022  timbra in entrata alle 9.20, poi in uscita “per servizio” alle 10.28. Ma alle 10.53 è già in viaggio verso Torino, destinazione Presidenza della Regione. Alle 14 partecipa a una riunione al DIRMEI (l’Unità di crisi sanitaria regionale), e alle 17 si sposta a Pianezza, dove rimane fino alle 18.48. Alle 19.10 chiude la giornata con un click: timbratura “da remoto”. Lavoro completato, secondo il sistema informatico.

Il 19 aprile il copione si ripete: entrata da remoto alle 9, uscita alle 11, ma alle 9.30 la cella la localizza dal parrucchiere. Scrive al presidente della Regione per dire che «non si sente bene», ma non rinuncia a passare il pomeriggio a Pianezza.

Il 29 aprile è giornata di estetista (appuntamento alle 10.15), poi tappa dal famoso amico, poi forse un salto in ufficio. Il 3 maggio è un film completo: mattina dal parrucchiere, pomeriggio al DIRMEI e serata a Pianezza, tutto regolarmente timbrato. Il 6 maggio è una giornata “piena”: entrata e uscita da remoto, ma tra un pranzo con Tubino, un’estetista alle 16.30 e una sosta pomeridiana a Pianezza, di lavoro neanche l’ombra. Il 9 giugno segna un altro capolavoro amministrativo: Fasson timbra da remoto, si giustifica con un «convegno a Ivrea» e una «riunione al DIRMEI», ma pranza a casa, passa dall’estetista alle 15 e alle 17 è nuovamente a Pianezza. Il 15 giugno, intera giornata in servizio da remoto: in realtà è al golf di Cavaglià. Il 27 giugno, stessa storia: timbratura alle 9, riunione in Regione alle 11 e poi pranzo, sempre a Torino, seguito dall’immancabile tappa a Pianezza. Il 4 luglio, alle 10.53, effettua un acquisto all’Apple Store di Torino, partecipa al DIRMEI e poi si concede un pomeriggio di relax. Tutto regolare: timbratura in entrata alle 9 e uscita alle 18.30, sempre da remoto. Poi c’è il 9 settembre, un piccolo romanzo quotidiano: timbra alle 9.08, ma alle 11.30 è dall’estetista; a pranzo si sposta verso Torino e nel pomeriggio conferma un nuovo appuntamento dal parrucchiere. Alle 17.44 parla al telefono mentre è in Corso Regina Margherita. Per l’ufficio, però, è una giornata di lavoro normale. Il 10 ottobre partecipa al DIRMEI “da remoto”, ma in realtà il collegamento è solo acceso: audio spento, webcam chiusa. Subito dopo, riunione in Procura a Ivrea e di nuovo un passaggio a Pianezza. Poi, finalmente, timbratura a Chivasso nel tardo pomeriggio, per chiudere la recita. L’11 ottobre è la giornata del ROX Hair Salon: appuntamento alle 9, ma la timbratura è da remoto. Alle 10.16 è ancora in giro, alle 11.38 compare in ufficio come se nulla fosse. E poi ancora: 17 ottobre, manicure e riunione, ma senza mai rientrare; 21 novembre, un salto in ufficio e poi shopping in via Nizza; 28 novembre, presenza “da remoto” per l’intera giornata ma, secondo le celle, tra estetista, golf e chiacchiere con Tubino.

Sì, perché anche Libero Tubino non è da meno: il primario che sapeva tutto di otorini e settime vertebre, ma anche di drive, putter e green feel. Il 2 febbraio 2022 risulta in servizio a Chivasso, ma alle 11.23 il suo telefono è già al Golf Club I Roveri di Fiano Torinese. Il 9 febbraio, stessa storia: entrata in presenza alle 8.46, ma alle 11.26 è già sul campo. Il 17 febbraio addirittura risulta in servizio serale, ma la cella lo posiziona al golf fino alle 17.47. Il 24 febbraio entra da remoto alle 16, ma in realtà è ancora al club fino alle 17.18. Il 6 aprile timbra alle 8.27, ma a mezzogiorno è a Settimo, sempre sul green. Il 18 maggio timbra alle 11.52, ma le celle lo trovano prima a Torino, poi al Golf Club Settimo, dove pranza con Fasson. Solo alle 14.49 compare a Chivasso. Il 7 giugno è lei a timbrare per lui, come in una coppia perfetta: badge condiviso, fiducia reciproca. Il 7 luglio, giornata intera passata tra un colpo e l’altro, ma registrata come servizio in presenza. Il 25 agosto, un exploit degno di nota: due golf in un solo giorno, da Settimo a Fiano, senza mai vedere il reparto. Il 31 agosto, altra giornata “bifronte”: timbratura mattutina a Chivasso, ma dalle 12 alle 18 il telefono parla chiaro, sempre al golf. E il 15 novembre, in servizio dalle 8.56 alle 16.02, ma in realtà tra Torino e Chivasso, di passaggio.

Secondo la Procura, dietro a tutto questo vi era la copertura “benevola” del direttore generale Stefano Scarpetta, che giustificava assenze e disinvolture della dirigente. Per la legge si tratta di truffa aggravata ai danni della pubblica amministrazione. Per chi legge, somiglia piuttosto a una tragicommedia del pubblico impiego, dove la timbratura diventa un rituale burocratico da eseguire ovunque, purché lontano dal lavoro.

Nel Paese dei furbetti del cartellino, questa è la versione deluxe: dirigenti, primari, convegni istituzionali e amici affezionati che fanno da cornice a una storia in cui la geografia delle celle telefoniche vale più di mille giustificazioni.

Per la cronaca -  e  non solo per quella - lo scandalo scoppia il 4 aprile 2023, quando la Guardia di Finanza esegue un’ordinanza di arresti domiciliari nei confronti di Carla Fasson, con l’accusa — tra le altre — di concorsi truccati e favoritismi nelle procedure interne dell’ASL.

Il Tribunale del Riesame di Torino revocherà successivamente gli arresti domiciliari e li sostituirà con una misura di sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio per 8 mesi. 

Da un punto di vista lavorativo c'è poi un'altra storia. Il 1° marzo Carla Fasson viene sospesa e il 5 maggio 2023 con provvedimento firmato dal direttore generale facente funzioni Alessandro Girardi, viene licenziata «in tronco».

I motivi ufficiali sono due: in primo luogo la mancanza dei titoli richiesti per il ruolo che svolgeva — non risultava iscritta all’albo dei tecnici di laboratorio biomedico, requisito necessario per l’incarico; in secondo luogo, l’ASL dichiarava che la decisione era conseguenza diretta degli accertamenti sull’idoneità professionale, dato che il rapporto di lavoro prevedeva l’iscrizione obbligatoria all’ordine. Dopo il licenziamento, Fasson impugna  la delibera, ma il Tribunale di Ivrea respinge il ricorso, riconoscendo la legittimità del provvedimento adottato dall’azienda sanitaria.

Così si chiude, almeno per ora, la parabola giudiziaria e amministrativa di una dirigente che per anni ha occupato posizioni di rilievo all’interno dell’ASL To4 e che oggi attende di difendersi in aula. Ma le carte raccontano una vicenda emblematica del sistema pubblico italiano, dove tra concorsi pilotati, timbrature da remoto e giornate passate tra parrucchieri e golf club, il confine tra il dovere e il privilegio sembra essersi dissolto.

L'ELENCO

  1. Massimo Ferdinando Cassinelli, di Ivrea. Difeso di fiducia dagli avvocati Luca Emilio Fiore (Foro di Ivrea) e Domenico Aiello (Foro di Milano).
  2. Rita Carmela Conversa, di Ivrea. Difesa di fiducia dagli avvocati Luca Emilio Fiore (Foro di Ivrea) e Domenico Aiello (Foro di Milano).
  3. Michele Scusello, di Cigliano. Difeso di fiducia dagli avvocati Luca Fiore (Foro di Ivrea) e Lorenzo Bertacco (Foro di Milano).
  4. Mia Damian Toader, di Borgofranco d’Ivrea. Difesa d’ufficio dall’avvocato Marco Pinato (Foro di Ivrea).
  5. Tullia Baietto, di Venaria Reale. Difesa di fiducia dall’avvocato Claudio Strata(Foro di Torino).
  6. Alessandro Rossi, di Torino. Difeso di fiducia dall’avvocato Monica Alberti (Foro di Varese).
  7. Luca Asvisio, di Torino. Difeso di fiducia dall’avvocato Maurizio Riverditi (Foro di Torino).
  8. Fabrizio Mondello, di Torino. Difeso di fiducia dall’avvocato Alessandro Mattalia (Foro di Torino).
  9. Mauro Milan, di Torino. Difeso di fiducia dagli avvocati Massimo Strumia e Francesco Criniti (Foro di Torino).
  10. Alessandra Comoglio, di Balangero. Difesa di fiducia dall’avvocato Salvatore Crimi (Foro di Torino).
  11. Francesco Pellegrino, di Bosconero. Difeso di fiducia dall’avvocato Luca Fiore(Foro di Ivrea).
  12. Carlo Bono, di Foglizzo. Difeso di fiducia dall’avvocato Pierfranco Sado (Foro di Ivrea).
  13. Angela Maria Spagone, di San Mauro Torinese. Difesa d’ufficio dall’avvocato Massimo Raballo (Foro di Ivrea).
  14. Carla Fasson, di Pino Torinese. Difesa di fiducia dall’avvocato Beatrice Rinaudo(Foro di Torino).
  15. Mariella Forma, di Rivarolo Canavese. Difesa di fiducia dall’avvocato Federica Rosetta Ranieri (Foro di Ivrea).
  16. Dario Fornasieri, di Varisella. Difeso di fiducia dall’avvocato Cristiano Palumbo(Foro di Torino).
  17. Giuseppe Salerno, di Settimo Torinese. Difeso d’ufficio dall’avvocato Giorgio Oberto Tarena (Foro di Ivrea).
  18. Maurilia Ognibene, di Cavagnolo. Difesa di fiducia dall’avvocato Raffaella Orsello (Foro di Ivrea).
  19. Enzo Bertellini, di Ivrea. Difeso di fiducia dagli avvocati Mario Benni ed Enrico Scolari (Foro di Ivrea).
  20. Massimo Gai, di Torino. Difeso di fiducia dall’avvocato Luca Fiore (Foro di Ivrea).
  21. Maria Grazia Gazzera, di Cuorgnè. Difesa di fiducia dall’avvocato Luca Fiore(Foro di Ivrea).
  22. Barbara Arnodo Cava, di Strambino. Difesa d’ufficio dall’avvocato Alessandro Raucci (Foro di Ivrea).
  23. Letizia Maria Bergallo, di Villarbasse. Difesa di fiducia dagli avvocati Francesca Magagna e Alessia Caserio (Foro di Torino).
  24. Claudia Griglione, di Lanzo Torinese. Difesa di fiducia dall’avvocato Francesca Magagna (Foro di Torino).
  25. Barbara Manea, di Barbania. Difesa d’ufficio dall’avvocato Marina T. Spandre(Foro di Ivrea).
  26. Rosa Galantucci, di Chivasso. Difesa d’ufficio dall’avvocato Marco Stabile (Foro di Ivrea).
  27. Catia Lasagna, di San Sebastiano da Po. Difesa d’ufficio dall’avvocato Giulia Vacchino (Foro di Ivrea).
  28. Simone Carta, di Romano Canavese. Difeso d’ufficio dall’avvocato Alessandra Vecchietti (Foro di Ivrea).
  29. Maria Stella Manoti, di Albiano d’Ivrea. Difesa d’ufficio dall’avvocato Cinzia Virotta (Foro di Ivrea).
  30. Matteo Voulaz, di Ivrea. Difeso d’ufficio dall’avvocato Federico Zinetti (Foro di Ivrea).
  31. Paola Rossetto, di Bollengo. Difesa di fiducia dall’avvocato Pio Coda (Foro di Ivrea).
  32. Luca Brachet Cota, di Balangero. Difeso d’ufficio dall’avvocato Luca Achiluzzi(Foro di Ivrea).
  33. Serse Negro, di San Benigno Canavese. Difeso d’ufficio dall’avvocato Filippo Amoroso (Foro di Ivrea).
  34. Stefano Piero Scarpetta, di Lessolo. Difeso di fiducia dall’avvocato Cristiano Burdese (Foro di Torino).
  35. Andrea Fiorillo, di Magnano. Difeso di fiducia dall’avvocato Domenico Duso(Foro di Biella).
  36. Stefano Loss Robin, di Biella. Difeso d’ufficio dall’avvocato Alberto Bazzani(Foro di Ivrea).
  37. Antonella Esposito, di Torino. Difesa d’ufficio dall’avvocato Alessandra Bazzaro(Foro di Ivrea).
  38. Libero Tubino, di San Raffaele Cimena. Difeso d’ufficio dall’avvocato Mario Benedetto (Foro di Ivrea).
  39. CM Service S.r.l., di Cascinette d’Ivrea. Difesa d’ufficio dall’avvocato Daniela Benedino (Foro di Ivrea).
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