Cerca

Attualità

Nuovo parroco per Cuorgnè e l’Alto Canavese: don Baima Rughet succede a don Rege Gianas

Cerimonia solenne ma dal tono familiare, con la presenza dei sindaci dei quattro comuni

Nuovo parroco per Cuorgnè e l’Alto Canavese: don Baima Rughet succede a don Rege Gianas

Nuovo parroco per Cuorgnè e l’Alto Canavese: don Baima Rughet succede a don Rege Gianas

A Cuorgnè ed in altri tre comuni dell’Alto Canavese (Canischio, San Colombano Belmonte e Prascorsano) è arrivato un nuovo parroco. Domenica 12 ottobre ha fatto il suo ingresso don Claudio Baima Rughet, che arriva da Corio e che è stato titolare negli ultimi anni anche delle parrocchie di Front e Rivarossa. Succede a don Ilario Rege Gianas, dimissionario per raggiunti limiti di età, che aveva salutato i fedeli otto giorni prima con una solenne celebrazione nel Santuario di Belmonte.

Nel giro di una settimana è la seconda cerimonia di questo tipo che si svolge in un comune del Canavese, dopo quella di Pont il sabato precedente. Una coincidenza insolita in due località contigue  di una certa dimensione ma non c’è un collegamento perché le diocesi sono differenti: Pont appartiene a quella di Ivrea, Cuorgnè a quella di Torino.

Don Claudio Baima Rughet è nato nel 1967 in una frazione di Corio, dove vive tuttora sua mamma, che ha gestito per lungo tempo un negozio. Laureato in Giurisprudenza ed ordinato sacerdote nel 2002, ha sempre svolto il suo ministero nel paese natale, come viceparroco prima e poi come parroco. E’ Moderatore dell’Unione Pastorale e ha la delega arcivescovile per i Diaconi Permanenti.

Una folla di fedeli lo ha accolto al suo arrivo in parrocchia, dopo il corteo che, partendo da Piazza Martiri della Libertà lo aveva accompagnato lungo le vie del centro tra le musiche dei Filarmonici di Cuorgnè e di Sparone.  Accanto a lui il sindaco di Cuorgnè Giovanna Cresto e quelli degli altri comuni: Riccardo Rosa Cardinal di Canischio,  Diego Galletto di San Colombano Belmonte, Piero Rolando Perino di Prescorsano. E poi assessori e consiglieri cuorgnatesi,  il consigliere regionale Mauro Fava, il Comandante della Stazione dei Carabinieri e quella della Polizia Locale, i rappresentanti della Protezione Civile, del Gruppo Alpini, della Croce Rossa. Ad attendere il nuovo parroco, davanti alla chiesa, il discorso di benvenuto del sindaco di Canischio e quello di commiato del primo cittadino di Corio Sergio Motta. Rosa Cardinal, parlando a nome delle quattro amministrazioni, ha porto il benvenuto “con profonda gioia e sincera emozione. E’ un momento importante in un tempo non facile per nessuno. Viviamo anni segnati da inquietudini profonde, in un mondo attraversato dai conflitti ed in  una società nella quale individualismo e consumismo sembrano farla da padroni e  far venire meno i punti di riferimento fondamentali. Le nostre comunità però hanno radici solide e profonde ed hanno sempre saputo trovare nella fede, nella solidarietà e nella collaborazione fra istituzioni e chiesa un punto fermo. Oggi si apre una nuova pagina e siamo certi che saprà scriverla con dedizione, spirito di servizio e amore per il prossimo. Da parte nostra le assicuriamo piena collaborazione”.

Il sindaco di Corio ha unito rammarico ed auguri, offrendo i primi spunti per un ritratto di don Claudio, che si è poi precisato negli interventi dei fedeli durante la cerimonia. “Dobbiamo cederlo ad un altro territorio – ha esclamato – sicuri che saprà lavorare altrettanto bene . Spero che tutti voi sappiate stargli vicino quanto merita. Ve lo cediamo a malincuore ma nello stesso tempo felici per lui”.

Don Claudio Baima Rughet

L’ingresso del nuovo parroco in un’atmosfera calorosa ed informale

Se il benvenuto della comunità parrocchiale cuorgnatese – espresso da Marco Peradotto - è stato inevitabilmente più formale, il commiato dei suoi ex-parrocchiani ha avuto toni e contenuti tutt’altro che convenzionali. Uno dei ragazzi dell’oratorio ha parlato a nome dei suoi coetanei di Corio e di Benne nati e  cresciuti durante il ministero di don Baima in paese. “E’ stato per noi una presenza costante, dall’oratorio ai campi estivi alle messe della domenica, che ci siamo occupati di animare forse anche un po’ troppo…. come quando fui espulso dalla chiesa! E’ un parroco che dà fiducia, ci ha offerto lo spazio per provare e sbagliare, guidandoci con l’esempio, persuadendo e mai imponendo, cosa che ha fatto la differenza. Ci ha insegnato ad essere protagonisti, a non aver paura di prenderci delle responsabilità. Non possiamo che dirgli grazie. Siamo tristi per la sua partenza ma felici che siate voi ad accoglierlo”. Una maestra in pensione, che frequenta l’oratorio dall’età di 14 anni e ne ha ora 70, dopo aver ringraziato i parrocchiani di Cuorgnè per l’accoglienza ricevuta, ha detto: “Il sentimento che prevale nei confronti di don Claudio è la gratitudine. Ha saputo occuparsi di tutti, con un occhio di riguardo per le persone malate o in difficoltà, e si è preso cura dell’intero territorio coriese, assai ampio. Con l’aumentare degli incarichi il suo impegno si era fatto più gravoso ma non ha mai lasciato percepire la fatica. Voglio ricordare l’attenzione verso i più giovani, soprattutto l’attività del sabato mattina, quando un gruppo di ex-insegnanti come me segue i bambini di tutte le età nello svolgimento dei compiti”.

Quanto al nuovo parroco, ha esordito così: “Vengo innanzitutto a scoprire quello che il Vangelo ha già operato in questa terra e l’impressione è che sia moltissimo. Ci sono tanti volontari, tante persone di buona volontà che si assumono delle responsabilità. Quello che manca è forse un luogo in cui ci si possa confrontare – anche tra le diverse parrocchie – per muoverci in modo più unitario. Questo è un territorio fertile per le vocazioni: ci sono due seminaristi, poi i diaconi e quelli che si preparano a diventarlo. Vi anticipo che il mio impegno con loro mi costringerà  a qualche assenza… a cominciare da domenica prossima”. Frase pronunciata ridendo e che è stata salutata da una risata altrettanto divertita da parte dei fedeli e da un applauso. Ha quindi citato due fra i tanti auguri ricevuti dai coriesi: “Un anziano artigiano, che ha lavorato parecchio per la parrocchia, mi ha detto in dialetto: <Saprai cavartela. Per fortuna lì parlano come noi>. Non aveva forse presenti le comunità calabresi, pugliesi ed ora cinesi e musulmane, ma si preoccupava per come mi sarei trovato io. Un ragazzino del doposcuola invece mi ha chiesto dove sarei andato ed alla mia risposta che si sarebbe trattato di Cuorgnè, mi ha rivolto quest’invito: <Divertiti!>”.

Tutta la cerimonia – arricchita dal contributo dell’ottima Cantoria - è stata improntata ad un’atmosfera serena e gioiosa, nonostante la solennità dei momenti cruciali quali l’ingresso in chiesa preceduto da un folto gruppo di sacerdoti e diaconi (fra i quali don Paolo Perolini, già parroco di Cuorgnè) ed accompagnato dal Vescovo Ausiliario di Torino Alessandro Giraudo; la lettura dei decreti di nomina; la pronuncia delle Intenzioni; la benedizione impartita ai fedeli. Del resto Monsignor Giraudo, che è il Vicario Generale dell’Arcidiocesi, è stato il primo ad esprimersi in modo informale, annunciando che non avrebbe letto tutti i decreti di nomina firmati dall’Arcivescovo Roberto Repolema soltanto uno e nemmeno per intero. E’ domenica e non voglio trattenervi qui troppo a lungo”.  Introducendo l’omelia – peraltro alquanto breve – ha esordito con un “Ahimé, non posso ripetere le battute che avevo detto a Corio perché molti le hanno già ascoltate. Vi lascio solo un piccolo pensiero: credere significa camminare, andare, ma anche avere il coraggio di tornare”. Durante la Comunione, nel porgere l’ostia ai fedeli, ha sorriso ad ognuno di essi, cosa che a chi scrive non era mai capitata. 

Al termine della messa, in tanti hanno partecipato al ricco buffet preparato nel cortile dell’Oratorio dalle volontarie della parrocchia, che il parroco ha ringraziato pubblicamente per il loro impegno. 

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori