AGGIORNAMENTI
Cerca
Attualità
10 Ottobre 2025 - 17:32
Il sindaco Matteo Chiantore
C’erano una volta quattro campi da tennis in terra rossa, due polivalenti in erba sintetica, una club house, spogliatoi e perfino un angolo verde. Tutto a Ivrea, in via Cascinette 8, dove lo sport di base era di casa. E diciamo “era” perché oggi di quel luogo restano solo i ricordi e qualche erbaccia che cresce libera dove un tempo rimbalzavano palline. L’impianto è chiuso, inutilizzato, abbandonato.
A maggio, il Comune ha provato a scriverne un nuovo capitolo. Con un avviso pubblico rivolto alle associazioni e società sportive dilettantistiche senza fini di lucro, l’amministrazione cercava qualcuno disposto a prendersi in carico la riqualificazione, l’ammodernamento e la gestione dell’impianto.
Un gesto che sulla carta sembrava nobile: restituire vita e dignità a un pezzo di patrimonio sportivo cittadino. In cambio, il Comune prometteva una concessione gratuita e un contributo economico una tantum fino a 50.000 euro. Bello, no? Peccato che in cambio chiedesse… tutto. Forse troppo. Anzi, sicuramente troppo. Tant’è che non si è presentato «un cane» che sia uno.
Era già il secondo bando andato deserto. Il primo, pubblicato il 5 agosto 2024 e chiuso il 30 settembre, aveva fatto lo stesso identico flop. Nessun partecipante, nessuna offerta. Solo silenzio e desolazione.
Questa volta, però, l’avviso era quasi chirurgico. Il gestore avrebbe dovuto garantire, con risorse proprie, il recupero di almeno due campi da tennis, creare spazi per altri sport (padel, pickleball, beach volley, pallacanestro, pallavolo…), aree d’ombra e socializzazione, coperture invernali, risparmio energetico, tariffe agevolate, sconti per residenti e disabili, 50 ore gratuite per il Comune, un piano economico-finanziario asseverato e persino un cronoprogramma dettagliato: prima fase entro 60 giorni, completamento entro un anno.
E non finiva qui. Bisognava dimostrare di aver gestito impianti sportivi per almeno 3 anni negli ultimi 10, di essere iscritti al registro delle attività sportive dilettantistiche, di non avere debiti con il Comune, di non aver mai avuto conflitti d’interesse né inadempienze. E guai a non aver fatto il sopralluogo obbligatorio entro il 3 giugno: candidatura automaticamente esclusa.
Insomma, più che una manifestazione d’interesse sembrava una corsa a ostacoli. Anzi, una selezione per investitori da Dubai, non per le solite associazioni sportive che tengono viva la città. E l’ostacolo più grande restava uno: trovare davvero qualcuno disposto a investire su un impianto che oggi non vale nulla.
La concessione promessa era sì gratuita, ma solo sulla carta: tutto il resto — manutenzione, bollette, vigilanza, assicurazioni, personale — sarebbe rimasto a carico del gestore. Tutti gli eventuali utili? Da reinvestire nell’impianto, ma solo dopo il via libera del Comune. E per convincere la Commissione tecnica, servivano pure analisi finanziarie complesse: VAN, TIR, DSCR, sigle da consulenti di banca più che da sportivi. Mancava giusto il test di sostenibilità ambientale in triplice copia, e il bando sarebbe stato perfetto.
Tante carte, troppi vincoli. Per un’associazione senza scopo di lucro, un Everest burocratico.
Tant’è. Nessuno si è fatto avanti. E ora? Ora l’amministrazione, in base alle norme, potrebbe affidare tutto senza bando. Già, potrebbe. Vedremo se questa volta qualcuno avrà il coraggio — o l’incoscienza — di accettare la sfida di riportare lo sport in via Cascinette.
Il sindaco Matteo Chiantore
Una brutta storia
Fin qui tutto chiaro. Ma perché si è arrivati a questa piccola tragedia sportiva?
La risposta sta tutta in una delibera di giunta del 16 maggio 2024, che sancisce un accordo transattivo tra Comune e ASD Tennis Club Ivrea. L’associazione rinuncia al ricorso al TAR Piemonte, il Comune rinuncia alla pretesa di un credito da 23.769 euro. Fine del braccio di ferro. Ma anche fine di un’epoca: il Circolo lascia Ivrea e si trasferisce a Bollengo, dove il sindaco Luigi Sergio Ricca — pur di accoglierli — fa di tutto.
E per capire come si sia arrivati a tanto bisogna tornare al novembre 2022, quando l’allora amministrazione guidata da Stefano Sertoli aveva sottoscritto con l’ASD Tennis un contratto di locazione sei più sei anni. Poi, all’improvviso, qualcuno in Comune si accorge — con colpevole ritardo — che quel contratto non era valido. Perché?
Perché l’impianto era iscritto tra i beni patrimoniali indisponibili del Comune. Tradotto: non si poteva affittare, ma solo concedere tramite evidenza pubblica. Lo scrive nero su bianco l’avvocato Dal Piaz, in un parere che sembra uscito da un trattato di diritto bizantino: “Su tali beni insiste un vincolo funzionale coerente con la loro vocazione naturale ad essere impiegati in favore della collettività.”
Risultato: contratto revocato, affidamento temporaneo fino al 31 luglio 2023 per un canone di 14.740 euro IVA compresa, e via al contenzioso al TAR. In un labirinto di carte bollate e delibere, il Comune si copre le spalle: se il TAR avesse dato ragione all’associazione, ci sarebbe stato il rischio di un risarcimento per mancato guadagno. Così, nel dubbio, meglio lasciarli giocare ancora un po’: attività consentita fino a luglio 2024, giusto per non compromettere la stagione.
Poi l’accordo finale. Ognuno paga il proprio avvocato, si stringono (più o meno) le mani, e si volta pagina.
Una vicenda triste, gestita peggio. Dove a rimetterci sono stati gli sportivi, i cittadini, e l’associazione storica guidata da Vittorio e Marcello Crotta, che per 25 anni hanno rappresentato il tennis eporediese.
Sul fondo, restano le voci — sempre più insistenti — di una guerra tra due visioni del tennis: quella di Crotta e quella dell’Ivrea Tennis Academy di Albiano, desiderosa di aprire un centro anche a Ivrea. Si mormora che la precedente amministrazione lo volesse a tutti i costi. Ma, si sa, sulle voci non si costruiscono castelli accusatori.
Edicola digitale
I più letti
Ultimi Video
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.