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08 Ottobre 2025 - 10:18
Willie Peyote arriva al cinema! “Elegia Sabauda” il documentario che racconta il rapper torinese
Un racconto lucido, ironico, profondamente torinese. Si intitola “Elegia Sabauda” il documentario dedicato a Willie Peyote, che sarà presentato in anteprima il 16 ottobre alle 20.30 al Teatro Olimpico di Roma, all’interno della categoria Best Documentary della Festa del Cinema 2025. Diretto da Enrico Bisi, il film è prodotto da Base Zero Film, in collaborazione con Wanted Cinema e con il sostegno della Film Commission Torino Piemonte.
Più che un semplice documentario musicale, Elegia Sabauda è un ritratto generazionale e intimo, capace di attraversare oltre dieci anni di carriera del rapper torinese, fino ad arrivare al suo percorso più recente, Sanremo 2025 compreso. Il film segue Willie con uno sguardo diretto, senza filtro né patina celebrativa: è lui stesso a raccontarsi attraverso le sue giornate, i concerti, le amicizie, i backstage e le passioni quotidiane – dal calcio, con il Toro come simbolo identitario, alla musica come strumento di analisi e disincanto.
Bisi, già autore del documentario Numero Zero – considerato un manifesto sul rap italiano – sceglie qui un linguaggio cinematografico più umano che musicale: “Niente interviste convenzionali. Questo film doveva avere il sapore della strada: vivo, vicino, come Willie”, ha spiegato il regista. L’idea del progetto, come racconta lo stesso Peyote sui social, è nata quasi per caso: «Conosco Enrico da anni. Una volta gli dissi: “Potevi tirare in mezzo anche me nel documentario sul rap italiano”. Pensavo fosse una battuta. Ma lui l’ha presa sul serio».
Ne è nato un film di 94 minuti, costruito su materiali inediti e su un montaggio che alterna presente e passato, pubblico e privato. Il titolo stesso è un gioco di contrasti: “Elegia” come canto malinconico e riflessivo, “Sabauda” come richiamo alla Torino che Peyote vive e racconta, con le sue contraddizioni e la sua sobrietà. “Essere sabaudi – spiega Bisi – significa essere riservati, poco inclini all’ostentazione. Ed è questo che volevo raccontare”.
Nel film, la città non è solo scenario ma co-protagonista silenziosa: Torino appare come un corpo vivo e stanco, grigio e affascinante, una madre che accoglie e respinge, e che nel linguaggio di Willie diventa metafora di una generazione che osserva, ironizza, ma non smette di cercare senso.
Elegia Sabauda promette dunque di restituire l’anima complessa di un artista che ha fatto della disillusione un’arte e della parola uno specchio. Un racconto senza sconti né glorificazioni, che guarda in faccia la realtà, proprio come fa la sua musica: diretta, lucida, umana.
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