AGGIORNAMENTI
Cerca
Attualità
08 Ottobre 2025 - 09:59
Giulia Salsi con indosso uno dei suoi abiti
A Brandizzo la conoscono per i suoi sorrisi e per quelle mani che sembrano non fermarsi mai. Giulia Salsi, 22 anni, disegna, taglia, cuce, prova e riprova. Da quando era bambina la moda non è mai stata solo un gioco. Era un modo per dare forma a un sogno, per trasformare pezzi di stoffa in emozioni. Oggi quel sogno viaggia su una passerella. “Veder sfilare i miei abiti – dice – è come rivedere me stessa in ogni punto cucito, in ogni idea che prende vita. È un sogno che si realizza, ma sono solo all’inizio di questa avventura.”
Il percorso di Giulia parte da lontano. “Con la nonna cucivamo i vestiti per le bambole – racconta –. Usavamo rimasugli di stoffa, vecchi abiti da riadattare, tutto quello che trovavamo. Niente andava sprecato”. Una piccola scuola di creatività e di rispetto per le cose, che col tempo si è trasformata in un principio: la moda può essere anche sostenibile, senza perdere bellezza. Dopo il Liceo Artistico con indirizzo moda, Giulia ha proseguito gli studi all’Istituto Moda Burgo, dove concluderà il suo percorso fra giugno e dicembre del prossimo anno. Lì ha imparato la tecnica, ma la passione è rimasta la stessa: quella curiosità infantile che la spinge ancora oggi a rimettere mano a un tessuto, a disegnare un modello, a cercare sempre qualcosa di nuovo.
Nel 2023, a Bergamo, ha partecipato a un concorso di moda sostenibile. Tema: il riciclo. “Un argomento che mi rappresenta – spiega – perché fin da piccola ho sempre prestato attenzione a non buttare, ma a reinventare”. Ha realizzato quattro abiti, tutti con materiali di recupero, e ha vinto. Il premio? Dei tessuti, semplici metri di stoffa che per lei valevano come un tesoro. Con quei materiali ha creato una collezione di 30 capi ispirata al musical “Mamma Mia!”. Il 28 aprile 2024, i suoi abiti sono tornati in passerella a Bergamo, e per Giulia è stato come riprendere fiato dopo una lunga corsa. “C’erano musica, persone, applausi… Ogni capo che sfilava era un pezzo della mia storia”.
Giulia non delega. Ogni capo nasce e cresce tra le sue mani. Disegna il figurino, crea il cartamodello, taglia, cuce, corregge i difetti. Fa e disfa fino a quando tutto è come lo immaginava. Nessun automatismo, nessuna catena di montaggio, solo pazienza, testardaggine e gusto. “Mi piace il momento in cui il disegno diventa reale – spiega –. È come se il foglio si trasformasse in corpo”.
Nell’estate 2024 i suoi modelli hanno sfilato anche a Brandizzo. Poi a settembre è stata invitata alla Festa dei Nocciolini di Chivasso, dove è tornata anche quest’anno. Per quest’occasione ha ideato una collezione di 28 abiti ispirati a Italia, Spagna, New York, Texas, Cuba, Giappone, India e Grecia: un viaggio intorno al mondo su passerella. “Non volevo la solita sfilata – racconta –. Ho aggiunto piccole coreografie, volevo che fosse uno spettacolo, non solo moda”. E lo è stato. Il pubblico ha applaudito, ma Giulia guardava altrove: già pensava al prossimo bozzetto, alla prossima stoffa da trasformare.
Adesso il suo obiettivo è chiudere il ciclo di studi e partecipare ad altri concorsi. Poi, magari, tentare di entrare in una casa di moda importante. “Mi piacerebbe occuparmi della parte del disegno – confida –. È lì che sento di essere più me stessa”. Sa che la strada è lunga e piena di concorrenza. Ma non si scoraggia. “È un mestiere difficile, certo, ma quando c’è la passione vera, i risultati arrivano. Magari non subito, ma arrivano”. E sorride. Un sorriso che dice molto più delle parole: la pazienza di chi cuce il proprio destino, punto dopo punto.
Giulia è figlia di una generazione che cerca spazio in un mondo saturo, ma non smette di provarci. Non si limita a sognare, costruisce. Non aspetta un’occasione, la crea. Nelle sue mani l’ago non è un attrezzo, ma un simbolo. È la continuità con la nonna, con quel gesto lento e preciso che unisce passato e futuro. Ogni punto è un frammento di storia, un piccolo atto di resistenza al consumo, al “compra e butta”. I suoi abiti non sono solo moda: sono racconti di tempo, pazienza e creatività. E allora, quando sfilano, sembra quasi che narrino una storia: che anche da un pezzo di stoffa si può ricominciare.
Giulia da piccola, con la mamma e la nonna. E l'immancabile bambola con gli abiti fatti a mano.
Giulia oggi, con la mamma.
Edicola digitale
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.