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Due caschi refrigeranti per l’Oncologia del Mauriziano: un dono in memoria di Giuliana e Gabriella

I dispositivi riducono la caduta dei capelli durante la chemioterapia, migliorando la qualità di vita delle pazienti. Una storia di solidarietà nata dal dolore e trasformata in aiuto concreto

Due caschi refrigeranti

Due caschi refrigeranti per l’Oncologia del Mauriziano: un dono in memoria di Giuliana e Gabriella

All’Ospedale Mauriziano di Torino la scienza incontra la solidarietà. Due caschi refrigeranti, strumenti in grado di ridurre la perdita dei capelli durante la chemioterapia, sono stati donati al reparto di Oncologia, diretto dal professor Giorgio Valabrega, grazie a una raccolta fondi nata dal cuore di amici e familiari di Giuliana Giovale e Gabriella Grosso Reviglio, due donne che hanno affrontato con coraggio la malattia ma non sono riuscite a vincerla.

È una donazione dal profondo valore umano e scientifico. Quei due dispositivi, che oggi trovano posto nelle sale del Mauriziano, nascono da un gesto collettivo di chi ha voluto trasformare la sofferenza in sostegno concreto per le altre pazienti. «L’efficacia del casco refrigerante non ha solo un valore estetico, ma contribuisce a migliorare la qualità di vita delle pazienti, riducendo lo stress e l’impatto psicologico della perdita dei capelli», ha spiegato il professor Valabrega, ringraziando i donatori per un gesto che “porterà beneficio a tutte le donne seguite dal reparto”.

Anche Franca Dall’Occo, direttrice generale dell’Azienda Ospedaliera Mauriziano, ha sottolineato il significato della donazione, ricordando come l’attenzione alla qualità della vita dei pazienti rappresenti un tratto distintivo dell’istituto: «La gestione degli effetti collaterali è parte integrante della cura e un elemento essenziale per garantire un’assistenza efficace. Questi nuovi caschi sono un supporto prezioso in un percorso terapeutico complesso, e siamo profondamente grati a chi ha reso possibile questo dono».

L’iniziativa porta con sé anche una forte base scientifica. Già nel 2017, uno studio pubblicato sul Journal of the American Medical Association (JAMA) aveva dimostrato che l’uso del casco refrigerante durante la chemioterapia riduce in modo significativo la perdita dei capelli in circa due pazienti su tre. Un risultato poi confermato da una più recente ricerca del Journal of Clinical Oncology (2024), secondo cui a sei mesi dalla fine delle cure solo il 13,5% delle pazienti trattate con il dispositivo presentava ancora alopecia persistente, contro il 52% di chi non lo aveva utilizzato.

Il funzionamento del casco si basa su un principio semplice ma altamente tecnologico: raffreddare il cuoio capelluto per proteggere i follicoli dall’effetto tossico dei farmaci chemioterapici. Durante la somministrazione, il casco mantiene una temperatura costante tra i 10 e i 15 gradi, regolata da un sistema computerizzato che fa circolare un liquido refrigerante. L’abbassamento della temperatura riduce il metabolismo dei follicoli piliferi e limita l’assorbimento dei farmaci, diminuendo la caduta dei capelli. Il raffreddamento inizia prima dell’infusione e continua dopo, garantendo la massima efficacia.

Ma dietro l’aspetto clinico di questa innovazione c’è soprattutto una storia di affetto, memoria e comunità. La raccolta fondi che ha permesso l’acquisto dei due caschi è nata ad Avigliana, dove Matteo Ienco e Gaia Romano, titolare e direttrice di un noto locale, hanno deciso di organizzare due eventi benefici in ricordo di Giuliana e Gabriella. Le serate, animate da amici, conoscenti e cittadini, hanno raccolto una somma sufficiente per finanziare integralmente i dispositivi destinati al reparto oncologico del Mauriziano.

Un gesto semplice ma denso di significato, capace di unire ricordo e speranza. La comunità ha risposto con entusiasmo, trasformando la commozione in azione concreta. Non una semplice donazione, ma un messaggio collettivo: che la solidarietà può nascere anche dal dolore, e che ogni piccolo gesto può migliorare la vita di chi lotta contro la malattia.

I promotori dell’iniziativa, ringraziando quanti hanno partecipato, hanno ricordato come Giuliana e Gabriella credessero profondamente nella ricerca e nella possibilità di rendere più umano il percorso di cura. I caschi refrigeranti, oggi in funzione al Mauriziano, diventano così un simbolo di continuità: il modo più autentico per onorare due vite e il loro lascito di coraggio e generosità.

La donazione si inserisce in una visione sempre più ampia della medicina moderna, che non guarda solo alla guarigione, ma anche alla dignità e al benessere dei pazienti durante le terapie. La perdita dei capelli, per molte donne, rappresenta una delle ferite più dolorose del trattamento oncologico. Poterla evitare o limitare significa ridare forza e identità, in un momento in cui tutto sembra crollare.

All’Oncologia del Mauriziano, questo gesto sarà ricordato non soltanto come un aiuto tecnologico, ma come un atto d’amore collettivo. Due caschi, due nomi, due storie che continueranno a vivere nel silenzio delle corsie, ogni volta che una paziente potrà affrontare la chemio guardandosi allo specchio senza sentirsi meno sé stessa.

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