Cerca

Punto Rosso

Lo striscione non c’è più … Lo striscione non c’è piuuuù!

Rimozione silenziosa dal balcone: spariscono gli striscioni di Emergency e del gemellaggio e monta la protesta cittadina

Lo striscione non c’è più … Lo striscione non c’è piuuuù!

Lo striscione non c’è più … Lo striscione non c’è piuuuù!

Una volta anticamente, arricchivano il balcone del Municipio di Ivrea due striscioni zeppi di significato: quello della campagna di EmergencyR1PUD1A” (che sottintende l’art. 11 della Costituzione dove è scritto che l’Italia RIPUDIA la guerra); e quello che ricorda il gemellaggio nato nel 2003 tra Ivrea e la cittadina di Beit Ummar in Cisgiordania, con le bandiere italiana e palestinese, un grosso cuore e due mani che si stringono.

La sparizione degli striscioni è stata notata venerdì 26 settembre da alcuni partecipanti al presidio straordinario in occasione della giornata internazionale per l’abolizione di tutte le armi nucleari. Mentre sul Lungo Dora guardavamo commossi lo spettacolo delle canoe che sfilavano sul fiume con la bandiera della pace, è partito il passa parola: “hai visto che in Comune han tolto lo striscione Ivrea-Beit Ummar?E quello di Emergency?Sparito anche quello! Ma no, dai!” L’incredulità viene subito spazzata via dalle prove: le foto del luogo del “delitto”. Ma proprio oggi!?  E qualcuno sa perché? Nessuno, nemmeno Emergency ha informazioni. Eppure, la campagna R1PUD1A è ancora in corso. Campagna che in diversi comuni del Canavese e dintorni (Pavone, Brosso, Salerano, Cuorgné, Alice Castello, …) ha avuto il rilievo che meritava da parte delle amministrazioni comunali. C’è stato chi ha dedicato un Consiglio Comunale per presentare la campagna invitando referenti di Emergency ad illustrarla, chi ha organizzato una piccola festa con tutte le autorità cittadine, banda, cittadinanza, consiglieri di maggioranza e minoranza, attivisti per la pace, piccolo rinfresco, … E la cerimonia dell’esposizione dello striscione ha avuto un sapore istituzionale con sindaci, Emergency, consiglieri, tutti sul balcone per dispiegare la grande scritta R1PUD1A. Una festa trasversale perché il ripudio della guerra non ha (non dovrebbe avere) colore. E chissà che festa a Ivrea! essendo la città più grande di questa parte di Canavese. Nulla, lo zero assoluto. Lo striscione è stato messo al balcone così, senza alcuna cerimonia, come fosse bucato da stendere.  E come bucato, con lo stesso silenzio, è stato ritirato. Era asciutto evidentemente.

Stessa sorte è toccata allo striscione “Ivrea-Beit Ummar” omaggio dell’artista Luca Oliveri al Presidio per la Pace che a sua volta l’ha donato al Comune per l’esposizione sul balcone municipale. Il parto di esposizione è stato lungo e travagliato. Il presidio per la Pace, il Comitato per la Palestina e centinaia di cittadini chiedevano l’esposizione della bandiera palestinese in solidarietà con la popolazione di Gaza vittima di genocidio, ma la giunta non riusciva a deliberare, evidentemente divisa fra anima moderato-burocratica e anima attivista. Esporre lo striscione del gemellaggio, che riporta le bandiere italiana e palestinese, è stato evidentemente il compromesso accettabile per sindaco ed assessori.Ma poi anche questo panno è stato ritirato nell’armadio, sempre tutto in silenzio, sia mai parlare con i cittadini proponenti.

bandiera

E poi … voilà! Compare sul balcone comunale la bandiera palestinese. Contrariamente allo slogan classico “due al posto di uno”, la giunta ci propone ora “uno al posto di due”.  Bene per la bandiera, ma se lo striscione Ivrea-Beit Ummar può vedersi rappresentato nella bandiera palestinese, lo striscione di Emergency sul ripudio costituzionale alla guerra non può certo riassumersi nella bandiera palestinese.  Per una città iscritta alla rete internazionale dei Sindaci per la Pace (Mayors for Peace) aver appeso con noncuranza lo striscione R1PUD1A, e peggio averlo tolto senza nemmeno avvertire il locale comitato di Emergency, è veramente inaccettabile.

Naturalmente salteranno fuori precise motivazioni “tecniche” per il ritiro degli striscioni, forse qualche passaggio nel regolamento comunale che vieta le esposizioni. (Ho provato a cercare tra i tanti regolamenti sul sito quello che dice che sul balcone non si appendono striscioni di Emergency, ma non l’ho trovato.) Ma una risposta che si aggancia ai regolamenti non è politica, mentre sindaco e giunta sono organi politici. Aspettiamo quindi fiduciosi una risposta politica alla disattenzione con cui sono stati gestiti questi striscioni cari a una ampia parte di cittadinanza. Cittadinanza attiva che tutti i sabati, da tre anni e mezzo, dall’inizio della guerra in Ucraina, si trova davanti al municipio, perché nell’istituzione comunale vede il principale interlocutore anche per le istanze universali come quella della Pace, perché vede nel Palazzo comunale la propria casa, perché si aspetta da chi governa oggi la città, maggiore empatia verso il sentimento popolare della ricerca della pace e della giustizia per tutti i popoli.  La politica è studio, impegno, visione, ma senza passione, senza cuori che saltano gli ostacoli, rimane arida, fredda e respingente e alla fine i cittadini fan fatica a distinguere il corpo politico da quello amministrativo.

E non congolino i consiglieri di minoranza per questa dialettica fra base e maggioranza. Con loro al governo della città, la discussione su prendere posizione sulla pace e sul disarmo sarebbe preclusa e la nostra pacifica protesta dovrebbe avere voce più alta. 

Altri editoriali di CADIGIA PERINI CLICCA QUI

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori