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03 Ottobre 2025 - 17:46
Dal Gramsci alle strade: la prima protesta studentesca di Ivrea per Gaza
Ivrea stamattina si è svegliata diversa. Alle otto, al posto del solito via vai verso le aule, centinaia di ragazzi hanno imboccato un altro percorso: non quello dei banchi, ma quello delle strade. Circa quattrocento studenti, insieme a una quindicina di professori e ad alcuni collaboratori scolastici, hanno dato vita alla prima manifestazione interamente organizzata dagli studenti eporediesi per chiedere la fine del genocidio a Gaza.
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Niente campanelle, niente interrogazioni. La lezione di oggi aveva un titolo solo: cittadinanza. E i capitoli parlavano di coraggio e responsabilità. Il corteo è partito dal Liceo Antonio Gramsci, si è allargato all’istituto Cena, ha proseguito fino all’Istituto Olivetti e al Liceo Botta, per poi concludersi ai giardinetti, dove tutti si sono riuniti in un’assemblea finale. Una mappa della città trasformata in lavagna a cielo aperto, sulla quale gli studenti hanno scritto con i loro passi la parola “giustizia”.
Cartelli colorati, slogan urlati a gran voce, facce determinate. Nessuna bandiera di partito, nessun megafono istituzionale. Solo la forza delle voci dei ragazzi, un coro che diceva: “Non possiamo più stare zitti”. Non un’eco lontana, ma un grido nato nei corridoi delle scuole di Ivrea, deciso a non restare confinato dietro le porte delle aule.
L’assemblea finale nei giardinetti ha suggellato la mattinata: spazio libero per discutere, raccontarsi, condividere paure e speranze. Anche i docenti e i collaboratori scolastici hanno riconosciuto che quella di oggi è stata una vera lezione, forse più incisiva di molte altre vissute tra i banchi.
Ivrea conosce bene cortei e manifestazioni, ma questa volta l’aria era diversa. Nessuno slogan imposto dall’alto, nessun adulto a condurre il gioco. Solo studenti, uniti da un filo che li lega a coetanei in tutto il mondo, protagonisti di mobilitazioni che in questi mesi hanno chiesto la stessa cosa: pace e giustizia.
Per una mattina, la città di Ivrea si è lasciata attraversare da un’energia nuova: quella di giovani che hanno scelto di non restare spettatori, ma di trasformare le strade in un’aula a cielo aperto. Una pagina che resterà, non nei registri scolastici, ma nella memoria di chi c’era.
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