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02 Ottobre 2025 - 17:37
Massimiliano De Stefano e Gabriella Colosso
Primo giovedì di ottobre e in città prende il via l’iniziativa dello shopping con orario continuato (in pausa pranzo), che accompagnerà Ivrea tutti i giovedì fino a fine anno. Un progetto che non nasce nei palazzi comunali, ma direttamente dall’impegno dei commercianti di vicinato, decisi a mettere sul piatto tempo, energie e denaro per ravvivare il centro cittadino e offrire ai clienti un’opportunità in più per passeggiare, curiosare e magari fare acquisti senza l’ansia della chiusura pomeridiana.
L’idea, condivisa da molti, ha un obiettivo semplice ma ambizioso: far tornare la gente in centro, far vivere le vie dello shopping eporediese, contrastare il calo di presenze e la concorrenza dei centri commerciali. Tutti elementi che da tempo pesano come macigni sulla quotidianità di chi continua a credere in Ivrea e nel suo tessuto commerciale.
Peccato che, proprio sul fronte della promozione, l’Amministrazione comunale e l'assessora "superdelegata" Gabriella Colosso si siano fatti cogliere impreparati. La locandina ufficiale dell’iniziativa è comparsa sul canale WhatsApp istituzionale solo nel tardo pomeriggio di oggi, intorno alle 17. In pratica a iniziativa conclusa. Una comunicazione a dir poco after last minute, che ha lasciato l’amaro in bocca a più di un commerciante.
A raccogliere e rilanciare il malcontento è stato il consigliere comunale Massimiliano De Stefano. Ha puntato il dito contro quella che definisce senza mezzi termini una «mancata promozione e comunicazione». Secondo il consigliere, «le iniziative vanno seguite, curate e accompagnate. È fondamentale sfruttare i canali istituzionali per comunicare eventi significativi come questo. Non basta sostenere i commercianti a parole: serve farlo con i fatti».
Il ragionamento è semplice: se davvero l’amministrazione comunale vuole sostenere i negozianti e aiutare il centro storico a rinascere, non può limitarsi a un post fatto di fretta e furia nel tardo pomeriggio. Serve un lavoro di comunicazione costruito e programmato, capace di creare attesa e curiosità nei cittadini.
De Stefano, nel suo intervento, suggerisce anche le mosse minime che il Comune avrebbe dovuto fare: un comunicato stampa inviato ai giornali locali almeno due giorni prima, un messaggio agli utenti iscritti al canale WhatsApp “Città di Ivrea” in anticipo e non a evento iniziato, un post dedicato su Facebook e Instagram con una grafica chiara e riconoscibile. In altre parole, ciò che normalmente l’amministrazione utilizza per iniziative molto meno rilevanti o persino di carattere esclusivamente politico.
Ed è proprio questo il punto che brucia di più: sui social istituzionali del Comune si trovano post per qualunque genere di attività – dalle celebrazioni alle passerelle politiche – ma quando si tratta di sostenere concretamente chi tiene viva Ivrea con il proprio lavoro quotidiano, ecco che la comunicazione improvvisamente si inceppa.
Alcuni commercianti, interpellati sulla vicenda, hanno confermato il malessere: l’iniziativa è buona, anzi ottima, ma per funzionare deve essere sostenuta, raccontata, accompagnata. «Non possiamo fare tutto noi» è la voce che emerge tra chi si è impegnato ad aderire all’orario continuato. «Mettiamo tempo, risorse e disponibilità. Ma se manca il supporto dell’amministrazione, il rischio è che anche una buona idea finisca per passare sotto silenzio».
Così, quello che poteva essere il primo giovedì di una nuova stagione per il commercio eporediese rischia di trasformarsi nell’ennesima occasione sprecata. E' vero: ci saranno tanti altri giovedì, ma il buongiorno si vede dal mattino.
Non per colpa dei negozianti, che credono nell’iniziativa, ma per un Comune che preferisce rincorrere le polemiche invece di prevenire i problemi con una promozione adeguata.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti: un debutto segnato da entusiasmo da un lato e da stizza dall’altro, con un’iniziativa che avrebbe meritato un lancio ben diverso. Ora resta da capire se i prossimi giovedì andranno meglio. Ma la lezione dovrebbe essere chiara: senza una regia istituzionale all’altezza, senza un lavoro serio di comunicazione, l'iniziativa produrrà scarsi risultati.
La chiamavano "Ecce bombo"
Ad Ivrea hanno brevettato la comunicazione quantistica: se promuovi troppo presto, non ti vede nessuno; se non promuovi per niente, qualcuno si accorge che manca qualcosa; se promuovi all’ultimo minuto, ti insultano tutti e la notizia diventa notizia.
Così è andata oggi, primo giovedì di ottobre, il giorno che doveva segnare l’avvio di una nuova stagione per il commercio eporediese: i negozi tengono aperto con orario continuato, il Comune diffonde la locandina alle cinque del pomeriggio, cioè quando l’iniziativa è già conclusa. Insomma, il debutto c’era, ma la regia è rimasta in cabina.
Risultato: polemiche, accuse e post sui social. E soprattutto: tutti a parlare dei negozi aperti. Forse a Palazzo hanno capito che non serve promuovere per vendere, ma dimenticarsi di promuovere per far parlare. È la nuova frontiera del marketing inverso: l’assenza come presenza, il non detto come strategia.
E Gabriella Colosso? Un po’ assessora, un po’ Ecce Bombo: vi siete accorti di me? E se vi siete accorti di me è solo perché non vi avevo detto niente.
Ecco l’incredibile formula di Ivrea: più che comunicare, si comunica la mancanza di comunicazione. Un capolavoro.
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