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Ivrea. In Piazzale Freguglia panchine marce e muri imbrattati...

Altro che vetrina della città: tra assi spaccate, ferri arrugginiti, graffiti e cartoni abbandonati, piazzale Freguglia mostra il volto del degrado. I cittadini: “Ivrea la bella, sì, ma solo per chi non ci abita”

Ivrea, Piazzale Freguglia ridotto a discarica: panchine marce e muri imbrattati nel “salotto buono”

Ivrea, Piazzale Freguglia ridotto a discarica: panchine marce e muri imbrattati nel “salotto buono”

A Ivrea basta sedersi su una panchina per capire come stanno le cose. Non servono grandi convegni, non occorrono libri di urbanistica o conferenze sull’arredo urbano: basta piazzale Freguglia. Dovrebbe essere uno dei "salotti" della città (li chiamano così), a due passi da via Palestro, dai pellegrini che percorrono la via Francigena e persino dall’ufficio postale centrale, dove ogni giorno si accalca mezza Ivrea.

Le immagini parlano da sole. Le panchine, in legno e ferro, sono ormai pezzi da rigattiere: assi marce, scheggiate, spaccate, pronte a cedere sotto il peso di chi, ingenuamente, si volesse sedere per riposare. Il rischio non è solo di rovinarsi i pantaloni, ma di farsi davvero male. Alcuni schienali sono corrosi, il metallo è arrugginito, le sedute sono ridotte a travi divelte. Una manutenzione che definire inesistente è un eufemismo: qui si è lasciato che il tempo e l’incuria facessero il loro lavoro, trasformando l’arredo urbano in una trappola.

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freguglia

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Accanto alle panchine, i muri imbrattati dai soliti scarabocchi e graffiti: “tag” senza senso, scritte oscene, simboli buttati lì. A terra, cartoni abbandonati, bottiglie, rifiuti che nessuno raccoglie. Le foglie cadute dagli alberi sono diventate parte integrante del paesaggio: una coltre marrone che testimonia settimane di mancata pulizia.

La contraddizione è bruciante: piazzale Freguglia non è una periferia dimenticata. È il cuore della città, davanti alle Poste, a due passi dai negozi, dal flusso di turisti e pendolari. Dovrebbe essere un biglietto da visita. Invece oggi è lo specchio di un fallimento.

Il cittadino che ha chiamato in redazione non usa mezzi termini: “Ivrea la bella, sì, ma per chi non ci abita. Dovrebbe essere un fiore all’occhiello, invece fa vergogna”. Parole che bruciano, perché arrivano da chi la città la vive ogni giorno.

E allora viene da chiedersi: dov’è finita l’attenzione per il decoro urbano? Che fine hanno fatto i proclami sui “luoghi restituiti ai cittadini”? La piazza, progettata anni fa con tanto di intervento architettonico tra corten e legno, oggi mostra i limiti di una visione effimera: materiali costosi ma poco durevoli, che senza manutenzione si trasformano in carcasse arrugginite e tavole imputridite. Una scelta estetica da rivista patinata, crollata alla prima prova del tempo.

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