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01 Ottobre 2025 - 20:28
Un casolare di campagna, ristrutturato e trasformato in rifugio per uomini soli, padri spesso dimenticati, che hanno perso lavoro, casa e punti di riferimento. È questa la Cascina Solidale Marchesa di Fiano, nata nel 2019 e oggi gestita dall’Associazione Misericordia S.p.A. Società per Amore, che negli ultimi anni si è fatta carico di una realtà sociale in crescita ma ancora sottovalutata: quella dei padri che, travolti dalle difficoltà economiche e personali, si trovano improvvisamente privi di un tetto e di un sostegno.
Nei giorni scorsi la sindaca di Ciriè Loredana Devietti e l’assessore alle Politiche Sociali Andrea Sala hanno fatto visita alla Cascina, incontrando il presidente Luigi Ronzulli. Un gesto non soltanto simbolico ma profondamente politico, che ha ribadito la volontà delle istituzioni di riconoscere l’urgenza di un problema che raramente trova spazio nei dibattiti pubblici. Perché se si parla spesso – e giustamente – di madri sole e famiglie monogenitoriali al femminile, resta ancora in ombra la condizione di tanti padri lasciati ai margini, incapaci di reggere il peso di crisi economiche, separazioni e precarietà.
Proprio da questo incontro è nata l’idea di organizzare un evento dal forte valore sociale e culturale: la proiezione del docufilm "Adotta un padre", prevista a fine ottobre nella Sala Consiliare di Palazzo D’Oria a Ciriè. Il film racconta senza filtri la solitudine e la difficoltà economica di chi, perso un lavoro o una casa, deve reinventarsi senza più la protezione di una rete familiare. Una storia che non è soltanto cinema, ma cronaca viva di un’Italia sempre più segnata da diseguaglianze e fragilità.
Il tema è di quelli che bruciano sotto la cenere. Secondo i dati Istat, negli ultimi dieci anni è cresciuto in maniera significativa il numero di uomini che, a seguito di separazioni o licenziamenti, hanno visto crollare la loro stabilità abitativa. Spesso si tratta di padri che, pur obbligati a garantire un mantenimento, non riescono a sostenere affitti o mutui e finiscono ai margini, vivendo tra sistemazioni di fortuna, auto parcheggiate in strada o strutture temporanee. La Cascina Marchesa nasce come risposta concreta a questo vuoto di welfare, offrendo non solo un letto ma anche la possibilità di rimettersi in cammino, ricostruendo dignità e relazioni.
La visita della sindaca e dell’assessore assume allora il significato di una presa d’atto collettiva. Non basta più affidarsi alla buona volontà delle associazioni: occorre che il tema entri stabilmente nell’agenda politica, con progetti mirati e politiche di inclusione. La collaborazione tra Comune di Ciriè e Misericordia può rappresentare un primo passo, ma è evidente che la sfida richiede una regia più ampia, capace di coinvolgere enti pubblici, realtà del terzo settore e mondo del lavoro.
La proiezione del docufilm, oltre al valore artistico, avrà quindi la funzione di stimolare il dibattito. Non un semplice evento culturale, ma un’occasione per guardare in faccia un fenomeno che si preferisce ignorare. Parlare di “padri soli” significa infatti affrontare nodi spinosi: il fallimento del mercato del lavoro nel garantire stabilità, le difficoltà della giustizia familiare nel bilanciare diritti e doveri, l’assenza di reti di protezione per chi resta improvvisamente escluso.
In un contesto di rallentamento economico come quello attuale, il rischio è che queste situazioni si moltiplichino. La povertà maschile, legata non solo alla disoccupazione ma anche a percorsi di vita interrotti, resta un tabù di cui si parla poco. Eppure, dietro ogni storia c’è una persona che cerca una seconda possibilità. La Cascina Marchesa, con le sue stanze semplici e i suoi progetti di reinserimento, diventa simbolo di un modello che può e deve essere replicato.
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