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29 Settembre 2025 - 12:01
Piemonte, dal 1° ottobre parte la campagna di immunizzazione contro il virus respiratorio sinciziale: anticorpo monoclonale gratuito per i neonati
Dal 1° ottobre 2025 il Piemonte sarà tra le prime regioni italiane a dare il via alla nuova campagna di immunizzazione contro il Virus Respiratorio Sinciziale (RSV), principale causa di bronchiolite nei neonati e di gravi infezioni respiratorie nei bambini più piccoli. La misura, completamente gratuita, prevede la somministrazione di un anticorpo monoclonale che, con una sola iniezione sottocutanea, garantisce una protezione stimata di almeno cinque mesi.
Si tratta di una strategia definita dagli esperti “altamente innovativa”, perché non si tratta di un vaccino tradizionale ma di un farmaco in grado di fornire immediatamente anticorpi pronti a contrastare il virus, coprendo la fascia più vulnerabile: i bambini sotto l’anno di età. Il sistema di somministrazione è stato calibrato in base al periodo di nascita: i nati tra ottobre 2025 e marzo 2026 riceveranno l’immunizzazione direttamente nei Punti Nascita, mentre i nati tra aprile e settembre 2025 potranno accedervi tramite il proprio pediatra di libera scelta (se aderente all’iniziativa) o presso l’ASL di appartenenza.
Il virus respiratorio sinciziale è diffuso e di solito provoca sintomi lievi, simili al raffreddore. Nella maggioranza dei casi la malattia si risolve spontaneamente in una settimana, senza complicazioni. Ma nei neonati sotto i sei mesi, negli anziani sopra i 65 anni e nei pazienti immunodepressi, l’RSV può trasformarsi in una patologia grave e potenzialmente letale.
Nei più piccoli, infatti, può causare bronchiolite e polmonite, con conseguente necessità di ricovero ospedaliero. I sintomi da monitorare variano: nei bambini più grandi si manifestano con tosse, febbre, naso che cola e respiro sibilante; nei neonati, invece, l’infezione può esordire con irritabilità, calo dell’appetito, difficoltà respiratoria e perfino apnea notturna. Una combinazione che, nei casi più critici, mette in pericolo la vita.
A rendere l’RSV ancora più insidioso sono i fattori di rischio aggiuntivi: nascita prematura, displasia bronco-polmonare, cardiopatie congenite, deficit immunitari o neuromuscolari. In questi scenari, la malattia può degenerare rapidamente, rendendo indispensabile un intervento sanitario urgente.
L’RSV è considerato uno dei principali responsabili di ricovero nei reparti pediatrici durante la stagione invernale. Ogni anno, in Italia, colpisce migliaia di neonati, causando un numero elevato di accessi in pronto soccorso. La stagione 2023-2024 ha visto picchi significativi di bronchioliti, con ospedali pediatrici messi sotto pressione da un’ondata di casi concentrati tra novembre e febbraio.
Per questo, già lo scorso anno il Piemonte aveva avviato in via sperimentale una campagna di immunizzazione con anticorpo monoclonale. I risultati sono stati definiti “drastici”: riduzione dell’incidenza della malattia, calo significativo degli accessi ospedalieri e alleggerimento del carico sui pronto soccorso pediatrici. Un successo che ha spinto le istituzioni a confermare e potenziare la misura anche per il 2025-2026.
L’anticorpo monoclonale scelto per la campagna non presenta particolari controindicazioni ed è stato valutato come sicuro ed efficace dalle principali agenzie regolatorie. Il suo utilizzo in un’unica somministrazione semplifica il percorso di immunizzazione, evitando richiami e riducendo gli ostacoli logistici per le famiglie.
Il coinvolgimento dei pediatri di libera scelta è considerato un elemento chiave per il successo della campagna: la loro presenza capillare sul territorio e il rapporto diretto con i genitori consentono di garantire la massima adesione e di intercettare i bambini che rientrano nei criteri di eleggibilità.
La decisione del Piemonte si inserisce in una più ampia strategia di prevenzione pediatrica che mira a ridurre non solo i ricoveri ma anche le conseguenze a lungo termine delle infezioni respiratorie precoci. Alcuni studi hanno infatti evidenziato una correlazione tra infezioni gravi da RSV nei primi mesi di vita e l’insorgenza successiva di asma o bronchite asmatica. Prevenire i casi più gravi significa dunque proteggere non solo nell’immediato, ma anche nel medio periodo.
In prospettiva, l’esperienza piemontese potrebbe fare scuola a livello nazionale. Al momento, diverse regioni stanno valutando campagne simili, mentre a livello europeo il dibattito si concentra sulla possibilità di rendere l’immunizzazione contro RSV una prassi standard per tutti i neonati.
Le istituzioni sanitarie piemontesi sottolineano come questa campagna sia anche un esempio di integrazione tra sanità ospedaliera e territoriale. Nei punti nascita si avrà la prima linea di somministrazione, garantendo che tutti i nuovi nati tra ottobre e marzo siano immediatamente protetti. Sul territorio, invece, il ruolo dei pediatri e delle ASL sarà quello di assicurare che nessun bambino rimanga escluso.
I dati dello scorso anno hanno dimostrato che, con un’adesione elevata, si possono evitare centinaia di ricoveri e liberare risorse preziose per altri ambiti di cura. Una misura che non solo salva vite, ma riduce i costi sanitari legati a ospedalizzazioni e terapie intensive pediatriche.
Dal 1° ottobre i genitori piemontesi avranno dunque a disposizione un nuovo strumento di protezione per i propri figli. Un’iniezione che dura pochi secondi ma che può garantire cinque mesi di tranquillità, riducendo drasticamente il rischio di complicanze e ricoveri. Un passo importante nella costruzione di una sanità preventiva, che punta a tutelare i più fragili con armi innovative e sicure.
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