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25 Settembre 2025 - 11:27
Torino, il Centro PMA dell’Asl raggiunge il terzo livello: nuove tecniche per l’infertilità maschile e un’arma in più contro la denatalità
Il Centro di Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) dell’Asl Città di Torino, diretto da Claudio Castello, ha ottenuto il riconoscimento di terzo livello, il più alto nel trattamento dell’infertilità di coppia. Si tratta di un traguardo che amplia le possibilità di cura e consente di integrare la tecnica andrologica TESE (Testicular Sperm Extractor), un intervento chirurgico che permette di recuperare spermatozoi direttamente dal tessuto testicolare, nei casi in cui non siano presenti nel liquido seminale.
Grazie alla sinergia con il laboratorio PMA, guidato da Patrizia Reffo, gli spermatozoi prelevati vengono isolati dai frammenti testicolari con l’ausilio di tecnologie avanzate. Una procedura che risponde a una patologia poco diffusa ma altamente invalidante: riguarda circa l’1% della popolazione maschile generale, ma arriva a incidere fino al 15% degli uomini infertili affetti da azoospermia.
«Il raggiungimento del terzo livello è il frutto di un lavoro corale e multidisciplinare – sottolinea Claudio Castello – Significa poter offrire alle coppie un percorso completo, anche nei casi più complessi, con tecniche come la TESE, che fino a ieri non erano disponibili nella nostra Asl. È un traguardo che ci rende orgogliosi e che rafforza la nostra missione di cura».
Il nuovo percorso sarà accessibile a tutti i pazienti che afferiscono alla Struttura Complessa PMA, con un bacino di riferimento che copre l’intero territorio dell’Asl Città di Torino. L’iniziativa nasce dalla collaborazione tra il Dipartimento Materno Infantile, diretto da Savino Santovito, e il Dipartimento Chirurgico, diretto da Diego Moniaci, insieme alle strutture di Urologia dell’Ospedale Maria Vittoria (diretta da Maurizio Moroni) e di Urologia del San Giovanni Bosco (diretta da Franco Bardari). Decisivo anche il contributo dei chirurghi andrologi Andrea Moiso e Andrea Buffardi, che hanno reso possibile l’applicazione clinica della nuova procedura.
«Con il riconoscimento del terzo livello al nostro Centro PMA, si apre una nuova prospettiva per molte coppie – spiega Carlo Picco, Direttore Generale dell’Asl Città di Torino – È una risposta concreta alla sfida della denatalità, che ci permette di offrire trattamenti avanzati e di contribuire attivamente all’incremento delle nascite sul nostro territorio».
«L’attivazione di un secondo Centro di Procreazione Medicalmente Assistita di terzo livello in Piemonte, dopo quello dell’Ospedale Sant’Anna – afferma Federico Riboldi, Assessore alla Sanità della Regione Piemonte – rappresenta un passo fondamentale per garantire equità di accesso alle cure e rafforzare la rete regionale dedicata alla fertilità. È un segnale concreto dell’impegno della Regione nel sostenere le famiglie e contrastare il calo demografico».
La Procreazione Medicalmente Assistita è l’insieme delle tecniche che consentono a coppie infertili di avere un figlio. Comprende procedure di primo e secondo livello, come l’inseminazione intrauterina o la fecondazione in vitro, fino ad arrivare a quelle più complesse, come la TESE o l’ICSI (iniezione intracitoplasmatica dello spermatozoo). In Italia, secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, circa il 15% delle coppie ha problemi di infertilità. Ogni anno si registrano oltre 80.000 cicli di PMA, con una crescita costante negli ultimi due decenni: nel 2022 sono nati oltre 15.000 bambini grazie a queste tecniche, pari a circa il 3,4% delle nascite complessive. Numeri che danno la misura di quanto la PMA sia diventata parte integrante delle strategie per contrastare la denatalità.
L’approdo del Centro PMA dell’Asl Città di Torino al terzo livello è quindi più di un risultato clinico: è un passo avanti per tutto il Piemonte, una nuova risorsa per le coppie e un segnale politico che si inserisce nella battaglia contro il calo demografico che interessa l’intero Paese.
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