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Bellavista sott’acqua: strade allagate e cittadini "incazzati"

Viale Kennedy diventa un lago a ogni temporale, tombini otturati e ripristini mai fatti. I residenti denunciano l’incuria: “Paghiamo tasse e bollette ma viviamo nel disastro”

Bellavista sott’acqua: strade allagate e cittadini "incazzati"

Bellavista sott’acqua: strade allagate e cittadini "incazzati"

Ivrea, quartiere Bellavista. Anche oggi, causa temporale, la scena si è ripetuta identica: strade trasformate in torrenti, tombini che non assorbono una goccia d’acqua, disagio, imprecazioni, telefonate a mezzo mondo.

I cittadini sono stanchi, esasperati, rassegnati e arrabbiati allo stesso tempo.

“Abbiamo già segnalato più volte i nostri problemi, ma l’Amministrazione comunale non ci dà ascolto… Fate qualcosa...” sospirano, con la voce di chi non sa più a che santo rivolgersi. San Firmino, San Andrea, San Massimo, San Cristoforo.... Forse San Savino? Boh!

Al centro delle proteste c'è viale Kennedy, la strada che attraversa il quartiere. A ogni pioggia intensa diventa una piscina a cielo aperto. Colpa – denunciano i residenti – di dossi realizzati senza gli opportuni scarichi che funzionano come una dighe, trattenendo l’acqua invece di lasciarla defluire, ma non solo....

A raccontarlo con rabbia è Valter Ugo, che a Bellavista ci abita da sempre.

“C'è anche un problema di ripristini - commenta e stigmatizza - Smat ha fatto dei lavori e poi un ripristino temporaneo, ma quello definitivo non è mai arrivato. Sono passati due anni. Quando chiediamo al Comune di sollecitare Smat, ci rispondono che Smat non ascolta, che non hanno potere contrattuale, che non ci sono penali. E noi intanto viviamo nel disastro. Paghiamo le bollette e le tasse al Comune… E poi paghiamo anche il meccanico... L’Amministrazione comunale deve farsi sentire da Smat. Deve farsi valere.”

Il paradosso è che, quando tutto s'allaga, per evitare di restare intrappolati nell’acqua, molti automobilisti invadono l’altra corsia viaggiando in contromano. Una manovra pericolosissima, che rischia di trasformare un banale acquazzone in una tragedia. Succede regolarmente, e ogni volta il quartiere si trasforma in un campo minato per chi guida e per chi cammina.

Non va meglio lungo la strada che conduce alla scuola elementare di Bellavista. Qui l’acqua si accumula senza trovare sbocchi, perché i tombini non raccolgono più. Alcuni, addirittura, sono stati realizzati sopraelevati, sul prato. Un’assurdità che i residenti definiscono “una barzelletta”, una cosa tipo "Il colmo dei tombini di ivrea....". 

Ma qui non c'è nulla da ridere: ci sono i bambini che ogni giorno percorrono quel tratto per entrare a scuola. Di allagato, peraltro, c'è pure un'area giochi attrezzata... 

“Guardatela! Ma vi sembra normale? Possibile che non si riesca a fare nulla?” sbotta ancora Ugo, scuotendo la testa.

"Non servirebbero grandi opere, non milioni di euro. Servirebbe attenzione, manutenzione ordinaria, un’amministrazione capace di occuparsi dei bisogni più concreti della gente...".

E ancora non basta. C’è a che piazza Primo Maggio, luogo di incontro e di socialità per gli abitanti del quartiere. Oggi,  è la madre di tutte le "vergogne": intonaci che si staccano, mattonelle che si muovono sotto i piedi, un senso generale di abbandono che alimenta la frustrazione di chi vive nel quartiere.

“Basterebbe poco per sistemare…” commentano i cittadini, ma quel poco sembra sempre troppo per chi governa la città.

Il quadro è chiaro e il dito è puntato sull'assessore alle manutenzioni Massimo Fresch ma anche sul sindaco Matteo Chiantore.

"A Bellavista - commenta Ugo - non mancano solo i grandi interventi strutturali, mancano le attenzioni quotidiane, quelle piccole azioni che migliorerebbero la vita di chi abita il quartiere....".

E così si vive tra pozzanghere e voragini, tra disagi e pericoli... E così, a ogni temporale, i cittadini sanno già cosa li aspetta: acqua che invade le strade, auto costrette a manovre azzardate, bambini che entrano a scuola con i piedi bagnati.

"Non ci rassegniamo - passa e chiude Ugo - Vivere con strade allagate e piazze che si sgretolano non è un destino inevitabile. Basta poco per sistemare le cose che non vanno e non ci vogliono neanche troppi quattrini. Quello che succede qui è il risultato di scelte – o non scelte – di chi avrebbe il dovere di intervenire...".

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