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21 Settembre 2025 - 19:03
Alberto Avetta
Sarà discussa domani in Consiglio regionale l’interrogazione presentata dal consigliere Alberto Avetta (PD) sulla linea Torino-Ceres, una tratta che avrebbe dovuto garantire un ritorno alla normalità dopo mesi di lavori ma che, invece, ha collezionato solo guasti, ritardi e cancellazioni. Una falsa ripartenza che ha mandato in tilt i pendolari e ha fatto infuriare le famiglie degli studenti, costrette a riorganizzare all’ultimo i loro spostamenti.
Il documento ricostruisce senza giri di parole cosa è accaduto già all’avvio delle scuole: il 10 settembre il treno delle 6.13 da Germagnano ha accumulato mezz’ora di ritardo, il giorno dopo la corsa delle 7.08 – quella più utilizzata dagli studenti per raggiungere Ciriè – è stata direttamente cancellata. Nel giro di 48 ore la “nuova Torino-Ceres” ha mostrato tutte le sue vecchie crepe, con altre soppressioni e ritardi anche nelle ore pomeridiane e serali.
Un disastro che pesa sulle spalle dei genitori, già alle prese con abbonamenti salati, e che ora devono trasformarsi in autisti improvvisati pur di garantire ai figli il diritto allo studio. Non bastasse, Rfi ha già messo in calendario nuove chiusure tra Torino e Germagnano in cinque fine settimana autunnali (27-28 settembre, 11-12 e 25-26 ottobre, 8-9 e 22-23 novembre). Chiusure presentate come “programmate per limitare i disagi”, ma che contribuiscono a rafforzare nei cittadini la sensazione di un servizio instabile, precario, mai affidabile fino in fondo.
Eppure le aspettative erano alte. Dopo oltre tre mesi di sospensione estiva per lavori di ammodernamento e messa in sicurezza, la linea avrebbe dovuto segnare un salto di qualità. Dal 20 gennaio 2024, con il passaggio della gestione a RFI e l’esercizio dei servizi a Trenitalia, la Torino-Ceres era stata presentata come un tassello chiave del sistema ferroviario metropolitano torinese. Collegamento diretto con l’aeroporto di Caselle, frequenze regolari per i pendolari della cintura nord e sbocco verso le Valli di Lanzo: sulla carta un’infrastruttura strategica. Nella pratica, però, gli utenti continuano a denunciare guasti, cancellazioni e un’organizzazione che resta troppo fragile.
Il tratto più problematico è proprio quello montano, da Germagnano a Ceres, dove ancora oggi il servizio ferroviario è sospeso e sostituito da autobus. Una scelta obbligata per via dei lavori e delle difficoltà infrastrutturali di una linea di montagna, con pendenze elevate e curve strette, ma che priva i cittadini delle Valli di un collegamento stabile e affidabile. Le prospettive parlano di una riattivazione totale entro il 2026, ma per chi ogni giorno si sposta la promessa suona come una consolazione lontana.
Avetta chiede alla Giunta e all’assessore ai Trasporti di assumere un ruolo attivo, richiamando Trenitalia e Rfi – anche tramite l’Agenzia Regionale per la Mobilità – a garantire finalmente un servizio degno di questo nome. Domani la Giunta dovrà rispondere. E la risposta non potrà limitarsi a protocolli e rassicurazioni: serviranno impegni concreti.
"Treni in ritardo, cancellazioni improvvise, comunicazioni spesso scarse o tardive - stigmatizza il consigliere regionale - Una beffa soprattutto per studenti e lavoratori, che alla vigilia della riapertura delle scuole speravano in un servizio finalmente all’altezza. Invece no: la “nuova Torino-Ceres” sembra ripetere i difetti cronici della vecchia...".
Perché i pendolari non vivono di dichiarazioni, ma di treni che devono arrivare in orario. E se oggi la Torino-Ceres resta un simbolo di precarietà, domani in aula si capirà se c’è la volontà politica di trasformarla finalmente in un collegamento affidabile, moderno e utile al territorio.
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