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12 Settembre 2025 - 11:41
Via Miniere. In primo piano Massimiliano De Stefano
Da giorni, settimane ormai, in via Miniere a Ivrea la scena è sempre la stessa: rami, tronchi e detriti riversi sui marciapiedi. Non un dettaglio trascurabile, ma un ostacolo che costringe i cittadini a camminare in mezzo alla carreggiata.
Un pericolo lampante, sotto gli occhi di tutti, che però sembra invisibile per il Comune guidato dal sindaco Matteo Chiantore. È il 12 settembre e i resti degli alberi caduti sono ancora lì, intatti, come una cartolina del degrado cittadino.
Il consigliere comunale Massimiliano De Stefano ha perso la pazienza: «Prima di parlare di sostenibilità è fondamentale rendere sicuri i marciapiedi e garantire che i terreni privati confinanti non siano un pericolo per i passanti. È semplice: prima la sicurezza, poi tutto il resto! Attendiamo gli assessori competenti, che a riguardo latitano ma sono sempre pronti ad annunciare intenzioni future, moooolto future. Se dobbiamo creare una città a misura d’uomo, anzi, di pedone, partiamo col rendere sicuri i marciapiedi e le strade, evitando ciò che si può prevedere, tipo il rischio che ti cada in testa un albero. E liberiamo il marciapiede, che da giorni versa in queste condizioni e sanzioniamo il proprietario…».
Oggi
il 1° settembre
Dodici giorni fa la stessa denuncia era arrivata da Fabrizio Lotito, segretario cittadino di Fratelli d’Italia: «Dopo le strade allagate, a Ivrea si aggiunge un ulteriore disagio. I cittadini sono costretti a camminare in mezzo alla strada e questo mette a rischio la loro incolumità. Perché quei rami sono ancora lì? Troppo lavoro?». Una domanda ironica che descrive alla perfezione l’assurdità della situazione: a Ivrea basta un temporale per paralizzare la macchina comunale.
Lotito andava oltre, centrando il problema: «È davvero possibile che, a più di due anni dal loro insediamento, Chiantore e la sua giunta non abbiano ancora previsto un sistema di pronto intervento reperibile anche nei fine settimana, in grado di risolvere immediatamente i problemi?».
Le foto scattate allora, come quelle di oggi, parlano da sole: rami a terra, marciapiedi inutilizzabili, cittadini abbandonati a se stessi. Una città che si riempie la bocca di parole come “moderna” e “vicina ai cittadini”, ma che si ferma davanti a due tronchi.
E non è la prima volta. Lotito ricordava il caso del platano crollato in via Jervis a giugno: una parte del tronco, dopo mesi, è ancora lì. Speranza vana: la vergogna si ripete puntuale.
L’amministrazione Chiantore ama raccontarsi come attenta all’ambiente, sostenibile, visionaria. Ma qui non c’entra la sostenibilità: c’entra la banalissima manutenzione ordinaria. Non servono piani strategici, tavoli di lavoro, conferenze stampa. Servono uomini e mezzi per togliere i rami da un marciapiede.
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