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Cuorgnè inaugura la nuova scuola, ma le scelte architettoniche non convincono tutti: aule senza sole e poco verde

L’inaugurazione della nuova scuola media non spegne i dubbi di molti cittadini

Cuorgnè inaugura la nuova scuola, ma le scelte architettoniche non convincono tutti: aule senza sole e poco verde

Cuorgnè inaugura la nuova scuola, ma le scelte architettoniche non convincono tutti: aule senza sole e poco verde

L’anno scolastico è iniziato e la nuova scuola media “Giovanni Cena” di Cuorgnè si è fatta trovare pronta. Con molto impegno da parte di tutti i soggetti coinvolti si è riusciti a raggiungere l’obiettivo e due giorni prima, lunedì 8 settembre, è avvenuta l’inaugurazione. Tanti i presenti, dalle autorità ai semplici cittadini. Nel grande atrio, dopo il taglio del nastro e l’esecuzione dell’Inno di Mameli, è toccato a due insegnanti scoprire il grande pannello con il nome della scuola e i simboli della Repubblica Italiana e del Comune di Cuorgnè, prima nascosti dalla bandiera tricolore. Il parroco don Ilario Rege Gianas ha benedetto l’edificio, quindi ha parlato la sindaca Giovanna Cresto, emozionata e contenta, sentimenti che ben si comprendono sapendo quanto sia stato complicato portare a termine l’impresa. “È una giornata storica perché arrivare a questo traguardo è stato difficilissimo. Finora siamo stati così presi dai preparativi che non ci siamo ancora goduti il risultato ma la presenza di tante persone ci fa comprendere l’interesse per quest’opera: è il segno di una comunità viva”. Numerosi gli ostacoli che la sua amministrazione ha dovuto affrontare, a cominciare da quello di gestire un progetto già approvato in precedenza.

L’idea di demolire il vecchio edificio scolastico e costruirne uno nuovo risale al 2017, quando sindaco era Giuseppe Pezzetto, assessore all’Istruzione Davide Pieruccini e assessore al Bilancio Laura Febraro. L’attuale prima cittadina era consigliera di maggioranza ma non faceva parte della giunta per cui non aveva partecipato ai processi decisionali. “Non nascondo che l’opera fu al centro di un dibattito molto acceso ancora nel corso delle ultime elezioni, quelle del 2021. C’era addirittura chi diceva che avremmo dovuto rinunciare ma tale possibilità non c’era perché il vecchio edificio non rispondeva più ai requisiti di sicurezza soprattutto dal punto di vista antisismico. In più erano stati già stanziati molti soldi – circa 800.000 euro – per sistemare provvisoriamente le aule dell’ex collegio salesiano”.

Il cortile

La vecchia scuola, costruita all’inizio degli Anni Settanta su un terreno notoriamente instabile, soffriva gli acciacchi dell’età, compreso quello dell’inefficienza energetica, ma il progetto approvato nell’estate 2021, pochi mesi prima delle elezioni, presentava delle criticità. “Ad esempio era previsto un locale mensa sebbene il servizio non ci fosse più da anni mentre mancavano quelli per l’archivio. Poi c’era il problema della viabilità perché il fabbricato sarebbe dovuto sorgere ancor più vicino alla strada di quanto sia ora con conseguenti rischi per l’entrata e l’uscita dei ragazzi”.

Problemi ancora più seri sorsero una volta iniziati i lavori. “Venne trovato l’amianto sul tetto, poi dovemmo modificare il progetto (inizialmente destinato a partecipare ad un bando regionale) per soddisfare i requisiti richiesti dal PNRR, come il passaggio ad una forma di riscaldamento eco-compatibile. Così abbiamo dovuto provvedere a due Varianti, alle quali si è aggiunta la richiesta da parte delle imprese di rivedere i prezzi, assolutamente legittima visti gli aumenti subiti dai materiali”.

Ad un certo punto si è addirittura corso il rischio che l’opera rimanesse incompiuta ed inutilizzabile: “In una fredda mattina, per la prima volta qualcuno osò dire quello che nessuno di noi avrebbe mai voluto sentire: o si trovavano altri soldi o il cantiere si sarebbe fermato. Scese il gelo e davanti ai nostri occhi si palesò l’immagine di questa enorme struttura vuota, senza i ragazzi. Non se lo meritavano!”.

Le difficoltà sono proseguite fino alla fine: “Nell’ultimo anno abbiamo rischiato più volte di andare in Anticipo di Cassa, misura che avrebbe messo il Comune in difficoltà, e ad inizio agosto abbiamo anticipato 1 milione 350 mila euro per coprire i rincari dei prezzi. Ci verranno rimborsati ma nel frattempo… Per questo quella di oggi non è un’inaugurazione bensì un traguardo. Abbiamo faticato molto ma il risultato è una scuola bella, che speriamo sia funzionale ed accogliente”.

C’erano ovviamente l’amministrazione di Cuorgnè al completo – maggioranza e opposizione – e quanti con la nuova scuola avranno a che fare direttamente: docenti e personale non docente, dirigente, studenti e genitori. Tanti i ringraziamenti della sindaca: alle ditte, ai tecnici del Comune, ai cantonieri; ai componenti della sua amministrazione; ai politici del territorio; ai dirigenti scolastici, agli insegnanti e al personale non docente; al Prefetto di Torino Donato Cafagna, presente alla cerimonia. “Per noi ha rappresentato una chiave di volta. Ha avuto il grandissimo merito di istituire dei tavoli di controllo, di supervisione su alcune opere del PNRR e la nostra scuola era fra queste. Grazie al tavolo, abbiamo potuto dialogare in modo più concreto con i vari ministeri e soprattutto far dialogare i ministeri tra loro…!”.

Grandi elogi anche ai docenti: “Il loro sostegno e collaborazione sono stati essenziali. Immaginatevi cosa significhino due traslochi in tre anni, di cui il primo nelle brevi vacanze pasquali”. Negli ultimi giorni, grande impegno anche di consiglieri comunali ed assessori: li si è visti verniciare la recinzione ma si sono anche occupati di reperire gli scatoloni. “Avevamo conservato quelli del primo trasloco ma non bastavano e così i miei consiglieri senior sono passati nei negozi di frutta e verdura a farsi dare le cassette delle banane. Sembra siano le migliori!”.

L'inaugurazione

Le autorità presenti

Oltre al prefetto, al comandante della Stazione dei Carabinieri di Cuorgnè ed al nuovo comandante della Compagnia dei Carabinieri di Ivrea, erano presenti alcuni sindaci del territorio, i consiglieri regionali Mauro Fava e Sergio Bartoli, quello di Città Metropolitana Pasquale Mazza, l’assessore regionale Gianluca Vignale, il deputato Alessandro Giglio Vigna. E poi il dirigente del “XXV Aprile-Faccio” Vallino (l’istituto “XXV Aprile” sorge a breve distanza), il dirigente incaricato della Secondaria di Primo Grado Balestra e la dirigente precedente Milone. Un po’ tutti si sono complimentati per la nuova sede scolastica ed hanno fatto gli auguri a studenti ed insegnanti.

Giglio Vigna ha paragonato la burocrazia romana – aveva dato una mano alla sindaca per districarvisi – a quella descritta nei fumetti di Asterix ed ha elogiato la qualità della vita nei piccoli centri. Vignale ha sottolineato l’importanza di investire nella cultura e paragonato la nuova scuola al Palazzo della Regione dove “c’è molta più luce rispetto a quello vecchio e si lavora meglio”.

Il professor Balestra ha elogiato la collaborazione che si è creata tra le varie istituzioni ed ha definito questa scuola “la più bella del Canavese” invitando gli allievi a lasciarla, fra tre anni, come l’hanno trovata ora. “Credere nella scuola è investire sul futuro: vi entrano dei ragazzi e ne escono dei cittadini. È importante trasmettere loro i valori della Costituzione”. Ha anche rivolto un invito quanto mai appropriato alle amministrazioni pubbliche: “Quando si progetta per le scuole lo si deve fare insieme alle scuole, e non sto parlando del vostro sindaco, con la quale abbiamo collaborato molto bene. Siamo noi a poter evitare proprio quei problemi che ci ha raccontato”.

In rappresentanza della scuola è intervenuta la vice dirigente Loredana Santagiuliana. È toccato a lei tessere l’elogio del professor Giovanni Gennaro, al quale è stata intitolata l’Aula di Informatica. “Fu lui il promotore di questo laboratorio negli Anni Ottanta, quando la materia muoveva i primi passi. È stato mio professore, poi mio collega, ed il ricordo che ne conservo è ricco di simpatia, di allegria oltre che del giusto timore reverenziale. Faticavo a dargli del tu e mi redarguiva bonariamente facendomi presente che non ero più una sua allieva ma sua collega. Sapeva attirare l’attenzione nei modi più disparati ed ha sempre creduto che la collaborazione sia alla base dei rapporti umani”.

Ha poi ricordato altri colleghi per i valori che le hanno trasmesso: “alcuni li vedo qui, altri purtroppo non ci sono più”. Tra loro Silvana Barbero, insegnante di Matematica e Scienze, alla quale è stata dedicata un’altra aula.

Nuova scuola media: quello che non convince

Una delle facciate

Com’è questa nuova scuola media di Cuorgnè, al di là delle entusiastiche descrizioni che ne sono state fatte durante l’inaugurazione?

Di fronte all’entusiasmo generale, ad esprimere delle perplessità ci si sente fuori posto: i rompiscatole di turno cui non va mai bene niente. Eppure…

Sono più che comprensibili la soddisfazione e l’orgoglio di un’amministrazione comunale che è riuscita a portare a termine in tempi ragionevoli un’impresa complicata. Stesso discorso per il personale scolastico (docente e non docente) che si trova ad operare in una sede stabile dopo la provvisorietà degli ultimi anni.

Se il vecchio edificio era insicuro non si poteva far finta di nulla e mettere a rischio l’incolumità di studenti e personale: questo è evidente. Non solo: col passare del tempo era diventato tutt’altro che confortevole a causa dell’umidità e degli eccessi termici così da risultare troppo caldo nella bella stagione e troppo freddo in quella brutta.

Oltretutto, demolendo e ricostruendo nella stessa area non si sarebbe consumato suolo come invece in altre località per cui l’idea diventava accettabile.

Solo che il risultato finale non è stato quello che ci si sarebbe aspettati. Le persone comuni, che non avevano studiato il progetto e non conoscevano nel dettaglio le caratteristiche geologiche dell’area, immaginavano che il terreno solido fosse distante un certo numero di metri da quello in cui sorgeva la costruzione precedente, non che il nuovo edificio sarebbe sorto a ridosso della strada. Che tristezza vedere l’asfalto e le auto in corsa invece del verde di prima, e quanto rumore!

Quando poi si è passati dalle fondamenta al tetto, ecco la nuova sorpresa: un edificio chiaramente ispirato alle opere degli archistar, che si potrebbe definire “alla Dubai”. A molti piace e i gusti sono gusti… ma l’impressione è più quella di un carcere che di una scuola. C’è da dire che la facciata principale, quella su Via Brigate Partigiane, perlomeno ha una sua coerenza stilistica ma lo spettacolo che si offre a chi guarda verso la scuola provenendo da Via XXIV è di grande e deprimente disordine architettonico: sembra il cortile di servizio di un esercizio commerciale.

La visita alla scuola il giorno dell’inaugurazione ha permesso di chiarire alcuni equivoci. I ragazzi non guarderanno all’esterno attraverso le sbarre perché sulla facciata non esistono aule, solo corridoi. Corridoi ampi e luminosi, colorati di rosso e bianco, ed un grande atrio con scenografiche scalinate. Nei corridoi e sulle scale però si transita, non si sosta.

Le aule sono sul retro o di lato, lontane dal rumore ma anche dal sole. Molti visitatori hanno elogiato la luminosità dei locali ma forse si riferivano a quelle dei piani superiori: al pianterreno, davanti alle finestre, in alcuni casi di fronte si ha solo un muro. Quel che è certo è che da ben poche aule si scorge qualche sprazzo di verde: una di queste è quella di Educazione Artistica.

Dopo aver tanto criticato, su questo giornale, lo “scatolone” della scuola media di Pont, ci sarebbe quasi da ricredersi… Almeno là le aule hanno grandi finestroni e la casa più vicina sorge sul lato opposto della via.

Se l’orientamento dei locali sia dovuto a scelte obbligate (come quella di evitare i rumori della strada) o ad un preciso orientamento pedagogico non è dato saperlo. Quel che è certo è che i criteri ispiratori di questo nuovo progetto sono opposti a quelli della scuola costruita più di cinquant’anni fa: niente sole e niente verde. È vero che i raggi solari creano spesso fastidio nelle aule scolastiche ma privarne i ragazzi completamente sarà una scelta felice? Quanto all’assenza di qualsiasi visione panoramica o di scorci gradevoli dalle finestre, evidentemente è prevalsa la tesi che si studia meglio se non si riceve alcuno stimolo positivo dall’esterno.

Poi è chiaro che ci sono molti aspetti positivi: tutto è nuovo e pulito, ci sono locali a sufficienza per le attività collaterali, un laboratorio di informatica efficiente, una sala musica riccamente dotata di strumenti, una bella palestra ed un laboratorio di scienze ben organizzato. Probabilmente sono queste le cose che contano e il resto ha poca importanza. C’è da sperare che la pensino così anche i fruitori della scuola.

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