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Se questo è un consigliere comunale del Pd...

Da tre profili Facebook a torso nudo alle notti anni ’90 alla Festa della Birra: a Settimo il PD ha eletto un vocalist che sogna l’aria di mare tra i capannoni della tangenziale.

Se questo è un consigliere comunale...

Antonio Augelli

Antonio Augelli superstar. Così si definisce. E non lo fa per interposta persona. No, lui se lo dice da solo, direttamente su Facebook, anzi su tre Facebook: Antonio uno, Antonio due e Antonio tre. Tre profili, tre palcoscenici, perché uno solo evidentemente non basta a contenere tutta questa potenza di fuoco.

E nei tre profili scorre sempre la stessa sceneggiatura: fotografie a dorso nudo, muscoli tirati, lampade o filtri Instagram a profusione, balletti, tanti balletti, ancora balletti, solo balletti uno dietro l'altro.

L'ultimo post  da poeta maledetto della notte chiarisce tutto

“È stata la notte più potente di sempre per noi di #settimotorinese: l’estate esplode con la magia di #lanottedei90! Un evento capace di travolgerci con le hit che hanno segnato i migliori anni della musica. Una serata indimenticabile che ci ha rapiti al primo beat e che già ci lascia addosso una dolce nostalgia estiva: risuona ancora tra le onde dei ricordi e nel battito di chi l’ha vissuta. Grazie a chi ha reso tutto questo possibile: l’energia di voi, la musica, l’aria di mare, la luce della notte. Non vediamo l’ora di rivivere momenti così intensi insieme. #EstateInMusica #Indimenticabile @inprimopiano”.

Sì, avete letto bene: l’aria di mare. A Settimo Torinese. Dove l’unico odore che si sente, se tira vento da nord, è quello della Rivoira o della tangenziale. Vorrette mica contraddirlo? Se Augelli ha sentito la salsedine, salsedine sia. Potenza della suggestione  o di un hashtag.

Ma la questione non è tanto la poetica balneare importata sul Po, quanto il ruolo che Antonio Augelli ricopre: consigliere comunale del Partito Democratico. Non uno qualunque, ma un eletto. C’è stato un tempo in cui chi entrava in un consiglio comunale s'impegnava a mantenere un certo decoro: giacca, cravatta, linguaggio istituzionale, serietà da piccolo statista. Oggi invece no. Oggi c’è lui: Antonio che balla. Antonio che canta. Antonio che si fa le stories da influencer. Antonio con lo sguardo ammiccante. Antonio che fa l'occhiolino. Antonio che si fa il selfie con la lingua fuori. Antonio che si fotografa più di Chiara Ferragni, ma senza neanche avere un brand da piazzare.

Il problema non è ballare. Il problema è ballare sempre. Perché il consigliere comunale non è un ruolo a fasce orarie, non si timbra il cartellino alle 17 per poi trasformarsi in animatore turistico. Sei consigliere anche quando scendi dal palco della Festa della Birra, anche quando pubblichi la foto del bicipite pompato, anche quando scrivi che l’estate “esplode di magia” tra i viali di Settimo. Sei consigliere quando parli in aula, ma anche quando, microfono alla mano, intoni “Barbie Girl” in versione karaoke.

Ed eccolo qui: consigliere comunale di tanto in tanto, promoter della sua scuola h24, vocalist la sera.  Gratis, ci mancherebbe, ma sempre in vetrina. Con la differenza che i cittadini lo hanno votato non per fare il DJ, ma per fare il consigliere e si presume che anche il Pd accampasse questo desiderio...

E allora la domanda viene spontanea: a Settimo hanno eletto un amministratore o un entertainer?

La risposta la conoscono bene i suoi follower, che si beccano quotidianamente reels, stories e foto patinate. C’è la posa da modello sul balcone, il sorriso smagliante in spiaggia, i complimenti a sé stesso, e poi ancora la promozione della prossima serata o della sua palestra. Perché alla fine la politica è un sottofondo, la vera colonna sonora della vita di Antonio è il party show.

E così il paradosso si compie: da un lato i cittadini si aspetterebbe risposte concrete sui problemi veri — le strade, i servizi, la sicurezza — dall’altro si trova un consigliere che racconta “l’aria di mare” tra un post e l’altro.

Lui balla. Balla e si promuove. Balla e si ringrazia. Balla e si autodefinisce “indimenticabile”. E noi, da spettatori, non sappiamo se applaudire o preoccuparci. Forse la politica è cambiata davvero. Forse basta una serata anni ’90 per sentirsi Churchill. Ma con il microfono in mano, sul palco della Festa della Birra, tra wurstel e patatine fritte, viene un sospetto: e se fosse racchiuso tutto in un balletto quel 75% conquistato da Elena Piastra alle elezioni di un anno fa...?

Uno slogan per le prossime elezioni del Pd? Canta e balla che ti passa. Una delega subito. Assessore alla movida? Almeno, per una volta, ci sarebbe perfetta coerenza tra ciò che si è e ciò che si fa.

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