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09 Settembre 2025 - 11:45
Ivrea, due progetti per i giovani: arrivano gli "educatori di strada"
Il Comune di Ivrea ha scelto la strada della co-progettazione per due importanti interventi rivolti ai giovani, con l’intento di costruire risposte nuove e concrete ai bisogni educativi e sociali della città. Non semplici affidamenti di servizi, ma percorsi condivisi con le realtà del terzo settore, in cui risorse pubbliche e competenze associative si intrecciano per dar vita a progetti che riguardano direttamente le scuole, i centri di aggregazione e persino le strade della città.
Il primo progetto nasce dalla volontà di contrastare la dispersione scolastica attraverso i Centri di Aggregazione Giovanile (CAG). Qualche giorno fa è stata approvata la convenzione con la cooperativa Alce Rosso s.c.s., guidata da Cristiana Ianutolo, unico soggetto che ha presentato domanda all’avviso pubblico. La cifra stanziata per il quadrimestre settembre-dicembre 2025 è di 11.478 euro.
Il progetto è rivolto agli studenti delle scuole secondarie di primo grado, in particolare degli istituti “Arduino” e “Falcone”, che potranno accedere gratuitamente alle attività su segnalazione degli insegnanti. Gli spazi individuati sono due: il CAG Sangio, in piazza Boves, aperto ogni lunedì e mercoledì pomeriggio dalle 14.30 alle 18.30, e il CAG Bellavista, in piazza Primo Maggio, aperto il martedì e venerdì negli stessi orari.
L’organizzazione prevede la presenza di almeno due educatori socio-culturali per ciascun turno, impegnati sia nel sostegno scolastico individuale che in attività di gruppo. Sono previsti laboratori tematici con esperti esterni, aperture straordinarie in orario serale, incontri di tutoraggio con le famiglie e momenti di socializzazione. Il Comune mette a disposizione i locali, le utenze e le attrezzature, mentre la cooperativa si occupa della programmazione, del personale e della gestione operativa.
Nel piano finanziario, oltre ai costi del personale educativo, sono previsti 1.000 euro per materiali didattici e attività laboratoriali, 500 euro per spese assicurative e 800 euro per utenze e manutenzione degli spazi. Il resto è destinato agli stipendi degli educatori. A garanzia della serietà del percorso, famiglie e studenti sono chiamati a sottoscrivere un “patto educativo”, documento che definisce diritti e doveri reciproci, per assicurare continuità e impegno.
Ma la vera "novità" è rappresentata dal secondo progetto che - almeno in teoria - vorrebbe andare alla ricerca dei bisogni dei giovani In questo caso il Comune ha coinvolto cinque partner principali: la stessa Alce Rosso, Zac! Zone Attive di Cittadinanza, Stranaidea, l’Università della Strada del Gruppo Abele e la Fondazione Casa di Carità Arti e Mestieri Onlus. A questi si aggiunge l’associazione Bellavista Viva OdV, che ha messo a disposizione gratuitamente i locali.
Il budget è di 40.000 euro per il quadrimestre settembre-dicembre 2025, suddiviso con precisione: 12.777,98 euro ad Alce Rosso, 9.310 euro a Zac!, 7.631,25 a Stranaidea, 5.280,77 all’Università della Strada e 5.000 euro alla Fondazione Casa di Carità. Ogni contributo è erogato in due parti, metà in avvio e metà a saldo a fine anno.
Il piano operativo è dettagliato. L’Università della Strada si occuperà della formazione e della supervisione degli educatori, con sei incontri di analisi e coordinamento, due seminari residenziali a Torino e due sul territorio, oltre a un workshop di restituzione finale. Le spese previste per queste attività ammontano a 5.280,77 euro, comprensive di vitto, trasporti e segreteria.
La Fondazione Casa di Carità, insieme ad EssereUmani, gestirà uno sportello di mediazione territoriale, con attività di formazione per adulti di riferimento (17 ore), l’avvio sperimentale del servizio (oltre 100 ore) e momenti di supervisione e valutazione dell’impatto. La cifra destinata è di 5.000 euro, a copertura di costi di personale e coordinamento.
La parte più corposa riguarda però l’educativa di strada, affidata a Stranaidea, Zac! e Alce Rosso. Gli operatori saranno presenti 35 settimane sul territorio, con 15 ore settimanali ciascuno. Stranaidea riceverà 7.631,25 euro, di cui 7.481,25 destinati direttamente agli stipendi degli educatori (28,50 euro l’ora) e 150 euro per il materiale. Zac! avrà 9.310 euro, con 5.250 euro per educativa di strada, 3.360 per il potenziamento dei presidi, 400 euro per il progetto “Sospensione scolastica” e 300 euro per materiale. Alce Rosso disporrà di 12.777,98 euro: 6.300 euro per educativa di strada, 5.784 euro per il potenziamento dei CAG di San Giovanni e Bellavista (241 ore totali), più circa 375 euro per materiali e coordinamento.
I CAG saranno così rafforzati con nuove ore, attività aggiuntive ed eventi, mentre i locali “Fammi spazio” del Movicentro ospiteranno iniziative dedicate agli adolescenti e i percorsi di sostegno per chi è temporaneamente sospeso da scuola.
Il sistema dei controlli è particolarmente stringente. Ogni ente deve produrre una rendicontazione dettagliata, con relazioni sul numero di ragazzi coinvolti, frequenza, ore di lavoro degli operatori e budget delle spese. Sono vietati subappalti e cessioni di convenzione. In caso di inadempienza, sono previste penali da 100 a 1.000 euro, in base alla gravità e alla reiterazione. Il Comune effettuerà tre incontri di monitoraggio e distribuirà questionari anonimi a studenti, famiglie e insegnanti per valutare l’efficacia delle azioni.
In entrambi i progetti ritorna con forza il principio di sussidiarietà sancito dall’articolo 118 della Costituzione. “La co-progettazione è una modalità alternativa all’appalto che consente di valorizzare il ruolo del terzo settore”, sottolineano i documenti. Non un semplice affidamento dall’alto, ma una collaborazione paritaria, in cui il Comune mette risorse e spazi, mentre associazioni e cooperative portano sul campo esperienze, competenze e contatti diretti con i giovani.
"E' un disegno organico - più o meno si legge nelle delibere - i ragazzi troveranno sostegno nei compiti e nello studio, ma anche spazi di socializzazione e opportunità di crescita; le famiglie potranno contare su sportelli e figure di riferimento; il territorio sarà presidiato da educatori capaci di prevenire conflitti e disagio...".
Il Comune di Ivrea ha investito 40 mila euro in un progetto di educativa di strada, sportelli di mediazione e rafforzamento dei centri di aggregazione. Cooperative, associazioni e fondazioni lavoreranno insieme per costruire una rete di sostegno ai giovani. È un inizio, è un segnale. Ma la città lo sa: non può essere questa l’unica risposta alle baby gang, ai maranza e ai baby spacciatori che da mesi occupano le cronache locali.
Perché mentre i documenti parlano di “patto educativo” e “co-progettazione”, la realtà racconta di ragazzini che picchiano coetanei alla fermata dell’autobus, che spacciano un po' ovunque, che vivono la violenza come un gioco. E qui nessun laboratorio, nessun workshop o focus group potrà mai bastare.
Servono gli educatori, certo. Ma servono soprattutto forze dell’ordine presenti e visibili nei quartieri più difficili, controlli costanti, telecamere che presidino parchi e piazze, un pugno duro che faccia capire a questi ragazzi che Ivrea non è terra di nessuno. Non si tratta di criminalizzare un’intera generazione, ma di impedire che una minoranza trasformi la città in un luogo dove la paura prende il sopravvento.
Se la co-progettazione sarà parte di una strategia più ampia, allora potrà funzionare. Se invece resterà l’unico strumento, rischia di diventare una foglia di fico, buona solo a nascondere un problema che cresce di giorno in giorno.
Educatori, scuole, famiglie e associazioni devono fare la loro parte. Ma senza pattuglie, senza telecamere, senza regole fatte rispettare con fermezza, i baby spacciatori continueranno a fare affari e le baby gang a dettare legge.
Perché la verità è questa: chi sceglie la strada della violenza e dello spaccio deve sapere che troverà davanti non solo un educatore con la mano tesa, ma anche uno Stato con il pugno fermo.
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