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08 Settembre 2025 - 21:08
Fotoprofilo Facebook "Lega Pallavolo Serie A Femminile"
È un rientro da vere star quello che oggi ha visto protagoniste le ragazze della nazionale femminile di volley, atterrate all’aeroporto di Malpensa dopo il trionfo ai campionati mondiali. Le 14 “invincibili” azzurre hanno stretto tra le mani la coppa che vale un’intera carriera, conquistata al termine di una finale tesissima contro la Turchia, che ha inchiodato milioni di spettatori davanti alla televisione e infiammato un Paese intero.
Ad accoglierle, sin dalle prime ore del pomeriggio, un vero e proprio bagno di folla. Già dalle 13.30 i tifosi avevano iniziato a riversarsi al Gate 8 degli arrivi B dello scalo milanese. Tantissime ragazzine, giovani pallavoliste con la divisa della propria squadra, hanno voluto esserci per vivere da vicino il sogno e sussurrare a se stesse: “Un giorno sarò come loro”. In mezzo alla calca, bandiere tricolori, striscioni, applausi e anche qualche volto emozionato che custodiva gelosamente magliette già autografate, cimeli di un anno fa, quando le stesse atlete rientravano dai Giochi olimpici. “Ci hanno fatto sognare e soffrire fino all’ultimo punto”, raccontavano a gran voce i tifosi, prima che quel brusio si trasformasse nel coro unisono di “Italia, Italia”, lo stesso che ieri ha accompagnato i quattro milioni e mezzo di spettatori incollati allo schermo durante la finale.
Alle 15 in punto, quando le porte si sono finalmente spalancate, il boato della folla ha fatto tremare i corridoi dell’aeroporto. La prima ad apparire, con la coppa tra le mani e il sorriso radioso, è stata la capitana Anna Danesi, eletta miglior giocatrice del torneo. “È stato un percorso che ci ha permesso di coronare tutti i nostri sogni”, ha raccontato, ricordando come la chiave del successo sia stata la compattezza del gruppo: “Siamo state sempre squadra, soprattutto nei momenti più difficili. Alcune di noi si conoscono dal 2018: la forza mentale è quello che più ci mancava e che abbiamo conquistato in questi ultimi due anni”.
Accanto a lei, Myriam Sylla, decisiva ancora una volta nella finale, con gli occhi che tradivano emozione e incredulità. “Siamo state insieme, abbiamo riposato, abbiamo resistito sempre come squadra. Quando l’ultimo pallone è caduto a terra, è come se mi si fosse spenta la luce. Dopo tutta la tensione, ho spento le emozioni e ancora non le ho riaccese. Avrò tempo per riguardare tutto e rivivere questo sogno”.
A celebrare il trionfo è stato anche il ct Julio Velasco, che ha trovato parole di grande orgoglio: “Queste ragazze sono speciali. In alcuni momenti sia il Brasile sia la Turchia hanno giocato meglio, ma noi non abbiamo mai mollato. Le ragazze ci hanno creduto fino alla fine e abbiamo ottenuto una vittoria storica. In quattro grandi manifestazioni – un’Olimpiade, due Nations League e un Mondiale – abbiamo vinto sempre. Non può esserci soddisfazione più grande”. Poi, con un tocco di ironia, ha voluto mandare un pensiero anche al calcio: “Faccio un in bocca al lupo a Rino Gattuso, che stasera ha una partita importante con la Nazionale. In Italia tendiamo a esaltarci quando vinciamo e a deprimersi quando perdiamo, ma non è così: siamo sempre gli stessi. E ricordo che l’Italia ha vinto due Mondiali quando per tutti sembrava impossibile”.
Non è mancato un momento di tensione quando, sollecitato dai cronisti a un paragone con la nazionale maschile, Velasco ha perso la pazienza: “Ma perché mi vuole far dire cose che non voglio dire?”, ha replicato con un tono infastidito, lasciandosi sfuggire un’esclamazione colorita che ha fatto sorridere i presenti. Poi ha chiarito: “Non credo proprio che mi chiederanno di tornare ad allenare la nazionale maschile. Il mio percorso è qui, con questa squadra, con un contratto già firmato. Non vedo perché si debba ipotizzare altro”.
Mentre le telecamere immortalavano ogni gesto, le giocatrici firmavano palloni, magliette e sciarpe, ricevendo fiori, abbracci e lacrime di gioia dai tifosi che hanno trasformato Malpensa in una festa tricolore. Oggi l’Italia intera applaude a queste ragazze che hanno riscritto la storia dello sport: giovani donne che con talento, sacrificio e unione hanno saputo imporsi sul tetto del mondo.
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