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Riapre la linea Torino - Ciriè - Germagnano dopo tre mesi di stop

Da domenica 7 riapre la circolazione ferroviaria dopo i lavori di potenziamento infrastrutturale e tecnologico

Treni a Ciriè

Treni a Ciriè

Domenica 7 settembre 2025 i treni torneranno a correre regolarmente sulla linea Torino-Ciriè-Germagnano, chiusa per tutta l’estate a causa di un fitto programma di cantieri. Un ritorno atteso, che segna un nuovo capitolo nel piano di ammodernamento tecnologico e infrastrutturale della rete regionale. A firmare gli interventi sono stati Rete Ferroviaria Italiana (RFI, Gruppo FS Italiane) e la società di committenza SCR Piemonte, sotto la regia della Regione, con l’obiettivo dichiarato di migliorare la regolarità del servizio e la qualità per i passeggeri.

I lavori realizzati in questi mesi non si limitano a un semplice maquillage: si tratta di un vero pacchetto di manutenzione straordinaria, potenziamento e adeguamento tecnologico che, nelle intenzioni, ridurrà rallentamenti, aumenterà la sicurezza e preparerà la linea all’integrazione con gli standard nazionali.

Tra gli interventi più significativi spicca la sostituzione della travata metallica di Caselle, che ha permesso di eliminare i rallentamenti tecnici lungo quel tratto, spesso criticato dagli utenti per i disagi quotidiani. Sono stati rifatti anche gli impalcati dei ponticelli nei comuni di Mathi e Nole, due nodi delicati della tratta, e sono iniziati i lavori di adeguamento al fabbricato che ospiterà la nuova sottostazione elettrica di Ciriè, destinata a rafforzare la stabilità della rete.

Gli operai hanno lavorato anche sul fronte della sicurezza: adeguamento dell’armamento ferroviario, sostituzione della pensilina nella stazione di Mathi, manutenzione straordinaria e ammodernamento degli impianti di trazione elettrica, riconfigurazione del sistema di controllo marcia treno (SCMT) con sostituzione dei gruppi ottici a LED lungo tutta la linea e modifiche alle velocità in stazione a Venaria. Interventi diffusi hanno interessato inoltre i passaggi a livello, con la sostituzione massiva delle casse di manovra, l’installazione di nuove batterie nelle località di servizio e l’upgrading delle luci di segnalamento a tecnologia LED.

Parallelamente proseguono i lavori sulla tratta Germagnano-Ceres, attualmente ancora chiusa, dove è in corso il rinnovo di circa 10 chilometri di binari insieme all’adeguamento agli standard nazionali degli impianti di trazione elettrica, segnalamento e sicurezza ferroviaria. Qui si guarda alla riapertura all’esercizio commerciale, tassello fondamentale per restituire continuità all’intera linea Torino-Ceres.

Tutto ciò si inserisce nel quadro più ampio degli investimenti PNRR dedicati al potenziamento delle linee regionali, che ammontano complessivamente a 120,5 milioni di euro, dei quali circa la metà destinati proprio alla Torino Rebaudengo-Ceres.

Non sono mancati interventi per migliorare l’accessibilità delle stazioni e abbattere le barriere architettoniche. A Caselle Aeroporto e Caselle Torinese sono stati sostituiti integralmente gli impianti di scale mobili, per un investimento complessivo di circa 2 milioni di euro. A Venaria Reale-Reggia i lavori, dal valore di 2,5 milioni di euro, hanno permesso il rinnovo e l’innalzamento dei marciapiedi, adeguandoli agli standard europei e migliorando così la fruibilità per i passeggeri con ridotta mobilità.

Un capitolo cruciale riguarda la banalizzazione della linea, ossia la possibilità di far circolare i treni a doppio senso di marcia su entrambi i binari, aumentando così la flessibilità e riducendo i tempi di attesa in caso di guasti o lavori. La SCR Piemonte ha già attrezzato buona parte della tratta e, per completare il quadro, saranno necessari ulteriori interventi nei mesi autunnali. Questi verranno concentrati in alcuni weekend, dalla tarda mattinata del sabato fino all’intera giornata della domenica, per limitare i disagi all’utenza ma senza compromettere la tabella di marcia.

Il calendario delle chiusure parziali prevede cinque appuntamenti: 27–28 settembre, 11–12 ottobre, 25–26 ottobre, 8–9 novembre e 22–23 novembre. È stata volutamente esclusa la settimana di Ognissanti e l’intero periodo di dicembre, quando i flussi ferroviari aumentano sensibilmente.

Dal 7 settembre, con la riapertura della tratta Torino-Ciriè-Germagnano, torna così la circolazione regolare delle linee SFM4, SFM6 e SFM7 del Servizio Ferroviario Metropolitano, operate con treni elettrici a doppio piano, soluzione che garantisce maggiore capacità di trasporto e comfort per i viaggiatori.

La sensazione è che questa riapertura non rappresenti un traguardo finale, ma un passaggio intermedio di un percorso più ampio. La linea Torino-Ceres e la Canavesana, oggi al centro degli investimenti, diventano il simbolo di un progetto che mira a restituire centralità al trasporto ferroviario regionale, garantendo infrastrutture sicure, moderne e finalmente competitive con gli standard europei.

Focus storico sulla Torino-Ceres

La linea ferroviaria Torino-Ceres è da oltre un secolo una delle dorsali più importanti del Piemonte settentrionale, nata con la duplice vocazione di collegare la città aereo-industriale di Torino con le Valli di Lanzo e con il territorio del Canavese. La sua storia inizia negli anni finali dell’Ottocento, quando la crescente mobilità verso la pianura torinese e i centri produttivi rese evidente la necessità di un collegamento stabile e rapido.

La tratta fu costruita in più fasi e aperta al traffico a partire dai primi anni del Novecento, sviluppandosi progressivamente fino a raggiungere Ceres, comune simbolo delle Valli di Lanzo. Il tracciato seguiva il corso della Stura, attraversando paesi che si stavano trasformando in poli operai e artigianali, e garantendo al tempo stesso un collegamento con le località montane che già allora puntavano sul turismo estivo.

La Torino-Ceres divenne presto una linea identitaria, utilizzata quotidianamente da studenti e pendolari, ma anche dai tanti torinesi che raggiungevano le valli per villeggiare o sciare. Nel secondo dopoguerra, con la crescita della Fiat e del tessuto industriale torinese, i convogli si trasformarono in arterie indispensabili per la manodopera proveniente dall’hinterland.

Negli anni Settanta e Ottanta la linea visse una fase di rinnovamento, ma la gestione rimase segnata da cronici ritardi negli investimenti e da un progressivo isolamento tecnologico rispetto alle altre linee nazionali. La Torino-Ceres era infatti gestita come ferrovia in concessione, con regole e standard non sempre uniformi a quelli di Rfi, e per decenni ha rappresentato un unicum nel panorama regionale.

Il vero salto di qualità arrivò negli anni Duemila con il progetto del Servizio Ferroviario Metropolitano (SFM), che puntava a trasformare la Torino-Ceres in una linea urbana e suburbana integrata, capace di collegare il capoluogo all’aeroporto di Caselle. L’inaugurazione del collegamento diretto con lo scalo, fortemente voluta in vista delle Olimpiadi invernali di Torino 2006, diede nuova centralità alla linea, che da allora è divenuta la porta d’ingresso ferroviaria per chi arriva in Piemonte in aereo.

Gli ultimi anni sono stati segnati da nuove sfide: la necessità di adeguare impianti, segnalamenti e standard di sicurezza alle normative nazionali e comunitarie, e al tempo stesso la volontà politica di integrare pienamente la Torino-Ceres nella rete Rfi. La decisione di includere la linea nei finanziamenti del PNRR rappresenta la svolta più recente, destinata a cancellare anni di ritardi accumulati e a rilanciare un’infrastruttura che resta fondamentale per il nord torinese.

La prospettiva futura non riguarda soltanto il ritorno alla piena operatività, ma l’inserimento in un quadro metropolitano più moderno: treni più capienti, gestione tecnologica avanzata e soprattutto una maggiore continuità con il resto della rete nazionale. Così la Torino-Ceres, nata per collegare le valli a Torino, torna oggi a essere un asse strategico per mobilità, turismo e sviluppo economico.

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