AGGIORNAMENTI
Cerca
Attualità
04 Settembre 2025 - 15:57
Sul ponte del Po a Chivasso la solidarietà alla Global Sumud Flotilla (reel)
Sul ponte sul Po a Chivasso, ieri sera, mercoledì 3 settembre 2025, si è levata una voce di solidarietà. Una manifestazione semplice, ma densa di significato, organizzata dal collettivo Statale 590 per sostenere la missione della Global Sumud Flotilla, la flotta umanitaria che sta cercando di raggiungere Gaza sfidando il blocco israeliano. Non una folla oceanica, ma abbastanza per far sentire che anche da queste rive del Po c’è chi non vuole restare in silenzio.
A guidare l’iniziativa è stato Giorgio Borrometi, di Verrua Savoia, che insieme alla sua compagna ha lanciato l’appello. La scelta del ponte non è casuale: l’acqua come simbolo, il fiume che scorre come un collegamento ideale con il mare da cui la flotilla è partita. «L’iniziativa di oggi – spiega Borrometi – l’abbiamo lanciata prima nel nostro gruppo e poi con il sostegno del collettivo, per manifestare il nostro appoggio a questa impresa della flotilla. Sappiamo bene che sarà quasi impossibile arrivare a Gaza, altrettanto difficilissimo distribuire viveri, perché l’esercito israeliano non aspetta altro che gli assembramenti. Però ci sembra un viaggio contro l’ignavia di molti di noi cittadini e purtroppo di moltissimi governi europei, che non hanno fatto nulla e che adesso speriamo almeno proteggano le 44 cittadinanze rappresentate sulla flotilla. Sperando che non succeda niente, chiaramente».
Borrometi sottolinea il senso simbolico della scelta del luogo: «Come movimento di solidarietà abbiamo deciso di organizzare iniziative in spazi legati all’acqua. Col vecchio slogan della Palestina libera dal fiume fino al mare, noi qui siamo sul fiume. Alcune barche sono partite da Genova, altre si incontreranno in Sicilia per poi dirigersi verso Gaza. Noi saremo qui o altrove, per portare la nostra solidarietà».
Visualizza questo post su Instagram
Una protesta composta, che non ha cercato clamore ma che ha riportato al centro un tema drammaticamente attuale: la guerra a Gaza, il blocco imposto da Israele, la disperazione di una popolazione che da mesi non ha accesso a viveri, medicine, acqua.
La Flotilla, nonostante il maltempo e i ritardi delle ultime ore, ha ripreso la rotta. Più di trenta imbarcazioni, oltre trecento attivisti, salpati da Barcellona, Genova, Sicilia e Grecia, puntano al Canale di Sicilia per riunirsi e poi proseguire verso Gaza. A bordo ci sono operatori umanitari, medici, sacerdoti, artisti, marinai, ma anche politici: le europarlamentari Benedetta Scuderi (Avs) e Annalisa Corrado (Pd), il senatore Marco Croatti (M5s), il deputato Arturo Scotto (Pd). Con loro anche altri rappresentanti della sinistra europea, dalla Francia all’Irlanda. «Questo governo è complice», ha denunciato Scuderi, puntando il dito contro Palazzo Chigi e chiedendo che l’Italia smetta di inviare armi a Israele. Corrado ha invocato l’intervento del presidente Sergio Mattarella, ricordando che a Gaza non muoiono solo i civili, ma anche la democrazia e la fiducia nelle istituzioni.
Il convoglio avrebbe dovuto ricompattarsi al largo della Tunisia il 4 settembre, ma l’appuntamento è stato rinviato al 7. Nel frattempo, l’organizzazione Emergency ha annunciato la partecipazione con la nave Life Support, a conferma di quanto la missione abbia acceso le coscienze.
Dall’altra parte, però, Israele risponde mostrando i muscoli. Esercitazioni navali davanti a Gaza, droni che sorvolano la flotilla, velivoli militari a Sigonella. Il ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben-Gvir ha già bollato gli attivisti come “terroristi”. Una definizione che stride con le immagini delle barche dipinte di bianco, piene di volontari che hanno scelto di rischiare la vita per portare aiuti umanitari.
La manifestazione di Chivasso si inserisce in questo quadro. Non cambia gli equilibri geopolitici, certo, ma racconta di un pezzo di territorio che non si gira dall’altra parte. Lo stesso collettivo Statale 590, del resto, ha già programmato la prossima iniziativa: il 21 settembre a Cascina Caccia, a San Sebastiano da Po, una giornata dal titolo “Sapori di Resistenza”.
Cucina, teatro e solidarietà si intrecceranno in un bene confiscato alla mafia e diventato simbolo di riscatto. Si partirà con un laboratorio di cucina palestinese guidato da Naji Alazza, poi un aperitivo condiviso, la presentazione del progetto Oltre le Parole e delle attività del collettivo. La serata culminerà con lo spettacolo teatrale “Come le mani umide nella farina”, portato in scena dal collettivo Donne R/Esistenti della Lomellina: storie di donne che subiscono la guerra, trasformate in denuncia e memoria collettiva.
Non è folklore, non è esotismo: è un modo per creare legami concreti. La Statale 590 ha già avviato un progetto di fratellanza con la Rihannah Society, attiva in un campo profughi di Betlemme. Videoconferenze, raccolte fondi, ristrutturazione di spazi sociali. Un filo diretto che unisce il Po alla Cisgiordania, dimostrando che la solidarietà può attraversare mari e muri.
Quello che colpisce è la distanza tra la mobilitazione della società civile e il silenzio delle istituzioni. Da un lato, centinaia di cittadini si espongono fisicamente, rischiano di essere fermati o peggio, pur di consegnare beni essenziali a una popolazione stremata. Dall’altro, governi che si trincerano dietro dichiarazioni vuote, mentre la guerra continua a mietere vittime. L’Associazione internazionale degli studiosi di genocidio ha certificato che Israele sta perpetrando il “crimine dei crimini” nella Striscia. Eppure, ancora oggi, non si vede un’azione concreta per fermare lo sterminio.
Sul ponte di Chivasso, ieri, c’era chi non vuole accettare questa dissonanza. Pochi forse, ma determinati. Un piccolo presidio che parla al mondo: noi non ci voltiamo dall’altra parte. Noi scegliamo di stare dalla parte della vita, anche se costa fatica, anche se sembra inutile. Perché ogni gesto conta, soprattutto quando il silenzio diventa complicità.
Edicola digitale
I più letti
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.