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Nole apre il dibattito sulle comunità energetiche e porta l’esempio di San Carlo

L’incontro dell’11 settembre sarà occasione per capire vantaggi e prospettive

Nasce il paese la prima comunità energetica: ecco come

Energia

La Casa delle Associazioni di Nole si prepara ad accogliere un appuntamento che promette di far discutere e riflettere. Giovedì 11 settembre, alle ore 21, andrà in scena un incontro dal titolo eloquente: “Comunità Energetiche. Quanto fa bene aderire? L’esperienza di San Carlo”. L’iniziativa, promossa dal gruppo consiliare NoleSì, porterà in città la testimonianza concreta di chi ha già scelto di intraprendere questa strada. Protagonista della serata sarà infatti Angelo Maida, presidente della CER di San Carlo Canavese, realtà che ha già avviato con successo un modello di produzione e condivisione di energia rinnovabile.

L’evento non si limiterà a un momento divulgativo, ma si annuncia come un’occasione di confronto diretto tra cittadini, amministratori e operatori del settore. L’esperienza di San Carlo sarà presentata come modello concreto: una comunità che ha deciso di puntare sulla condivisione dell’energia prodotta localmente attraverso fonti rinnovabili, con l’obiettivo di abbattere i costi e favorire un cambiamento culturale diffuso.

L’appuntamento si inserirà in un percorso di sensibilizzazione e formazione che mira ad avvicinare anche Nole alla prospettiva di una comunità energetica. La scelta della sede non è casuale: la Casa delle Associazioni rappresenta infatti uno spazio simbolico, espressione della vita collettiva del paese, e diventerà il luogo ideale per avviare un dibattito su un modello che si fonda sulla collaborazione e sul beneficio condiviso.

Il messaggio che emergerà sarà chiaro: investire nelle comunità energetiche non significherà soltanto alleggerire la bolletta, ma aprirà scenari più ampi legati alla democrazia energetica, alla riduzione della dipendenza dalle fonti fossili e alla possibilità di restituire ai territori un ruolo di primo piano nelle politiche di sostenibilità.

Cosa sono davvero le comunità energetiche

Le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) non saranno un esperimento passeggero, ma una realtà sempre più diffusa. Si tratta di aggregazioni di cittadini, enti pubblici e privati, imprese e associazioni che scelgono di unirsi per produrre, consumare e condividere energia rinnovabile. Un modello che rimette in discussione il monopolio dei grandi produttori e distributori, restituendo potere decisionale e vantaggi economici ai territori.

Aderire a una CER significherà diventare parte attiva di un sistema in cui l’energia non sarà più un bene da comprare passivamente, ma una risorsa da gestire collettivamente. Chi parteciperà potrà contribuire all’installazione di impianti fotovoltaici o eolici e beneficiare dell’energia prodotta, condividendone i vantaggi economici. Questo comporterà un duplice risultato: da un lato riduzione della spesa, dall’altro la possibilità di far parte di un progetto di transizione ecologica condiviso.

Il principio di base sarà semplice: l’energia prodotta in eccesso da un membro della comunità verrà redistribuita agli altri, evitando sprechi e valorizzando ogni chilowattora generato. In questo modo si favorirà l’autosufficienza energetica, si abbatteranno le emissioni di CO₂ e si rafforzeranno nuove forme di collaborazione sociale.

Dal punto di vista normativo, l’Italia ha già recepito le direttive europee che incoraggiano queste forme di gestione innovativa. Negli ultimi anni, grazie al sostegno del PNRR e dei fondi specifici, le CER stanno iniziando a radicarsi in molte regioni. Tuttavia, numerose comunità locali sono ancora nella fase di progettazione, ed è proprio per questo che incontri come quello di Nole saranno fondamentali per diffondere consapevolezza e informazioni pratiche.

Oltre al risparmio economico, le CER offriranno anche un valore immateriale ma centrale: la coesione sociale. Partecipare a un progetto del genere significherà riscoprire un senso di comunità, creare legami con vicini, associazioni e amministrazioni, ricostruendo il tessuto sociale attorno a un obiettivo comune.

San Carlo Canavese, con la sua esperienza già avviata, sarà presentato come un caso concreto e prezioso. La sfida sarà ora capire se anche Nole saprà cogliere questa opportunità, trasformando un’idea in un progetto capace di cambiare il volto della comunità.

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