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30 Agosto 2025 - 12:35
Quanto può valere una toma? In Canavese la pagano addirittura 1.400 euro!
Il Pian dell’Azaria, disteso tra i prati di Campiglia, non è soltanto un luogo incantevole incastonato nelle montagne, ma continua a dimostrarsi un crocevia dove fede, memoria e comunità si intrecciano con una forza che va oltre il semplice rito. Domenica 18 agosto, in occasione della festa del Sacro Cuore di Gesù, la piccola comunità ha rinnovato una tradizione che dura da decenni: l’asta benefica.
Quest’anno, però, la storia che si è scritta ha superato ancora una volta i confini del consueto, trasformandosi in un simbolo di appartenenza e di radici che resistono al tempo. Una toma, offerta dall’azienda di Elvis Perotti, è stata battuta all’incanto per la cifra straordinaria di 1.400 euro.
Non un semplice formaggio, dunque, ma un gesto capace di trasformarsi in un segno di continuità, memoria e sostegno concreto.
A spingersi fino a questa cifra è stato Henry Lombard, che già lo scorso anno aveva lasciato tutti senza parole con la sua generosità. E ancora una volta la motivazione è andata ben oltre il valore materiale del prodotto. Lombard ha voluto dedicare l’acquisto alla memoria della mamma Christiane, donna profondamente legata alla famiglia Clerico e a questa valle, che ha sempre considerato un pezzo della propria identità.
Un gesto che non resta confinato nel privato ma che diventa collettivo: l’intera somma sarà destinata alla ristrutturazione della chiesa dell’Azaria, il cuore spirituale di una comunità che, pur ridotta nei numeri, sa mostrarsi forte nei legami e nella condivisione. Non è la prima volta che Lombard si rende protagonista di simili slanci.
Una delle tante iniziative organizzate questa estate a Valprato Soana
Già nel 2024 aveva scritto una pagina importante della stessa asta, aggiudicandosi una toma a 1.000 euro, cifra che in quell’occasione era stata salutata come un record assoluto. Un record che quest’anno è stato superato, segno che la memoria, quando è autentica, sa generare nuova linfa. E non è un dettaglio di poco conto che a unire queste storie ci sia sempre il filo delle radici: Lombard è nipote di Jacky Clerico, lo storico patron del Moulin Rouge di Parigi, personaggio che ha lasciato un segno indelebile nel panorama culturale internazionale ma che non ha mai reciso il legame con la valle. Lì, tra quei prati e quelle montagne, scorre una memoria familiare che si rinnova ad ogni edizione della festa e che attraverso gesti come questo torna ad avere un valore tangibile.
Il passaggio dal record del 2024 a quello del 2025 non è solo un fatto numerico.
È la conferma che in una comunità come quella di Valprato, spesso abituata a fare i conti con lo spopolamento, il senso di appartenenza riesce a moltiplicarsi nei momenti simbolici. La cifra cresce, ma insieme cresce la forza del gesto, che va a sostenere non solo le pietre di una chiesa, ma anche le fondamenta di una memoria collettiva. La giornata di festa ha avuto i suoi momenti solenni, con la messa e la processione, arricchita dalla benedizione dell’acqua sul ponte del rio Campiglia. Nonostante le nuvole minacciassero temporali e l’aria fosse carica di quell’incertezza che precede i temporali di montagna, la partecipazione è stata numerosa.
Famiglie, giovani, anziani, residenti e villeggianti si sono dati appuntamento per ribadire ancora una volta che questa non è una semplice festa di paese, ma un momento che tiene viva l’anima della valle. Guardando oltre i numeri, quello che colpisce è la forza del legame tra memoria personale e bene comune. Lombard non si limita a ricordare la madre con un pensiero intimo, ma sceglie di trasformare quel ricordo in azione, in sostegno concreto per un luogo che appartiene a tutta la comunità. La chiesa dell’Azaria non è solo un edificio religioso, ma un simbolo che custodisce la storia di generazioni. Ristrutturarla significa garantire che quelle mura possano continuare a raccontare la fede, le feste, i matrimoni, i battesimi, le processioni che hanno segnato la vita della valle.
C’è un valore che si rinnova ogni volta che un gesto di generosità prende forma in un contesto come questo. Non è solo beneficenza, ma è costruzione di futuro, radicato nella memoria e proiettato verso le generazioni che verranno. La storia di questa asta racconta quindi molto di più di una semplice toma venduta a prezzo da record. Racconta di un uomo che non dimentica la madre e il legame con la valle.
Racconta di una comunità che nonostante i numeri ridotti trova il modo di ritrovarsi e di sostenersi. Racconta di come, nelle pieghe delle tradizioni, si nasconda una forza che resiste al tempo e che riesce a superare persino la lontananza geografica. Non bisogna dimenticare che la famiglia Clerico, pur avendo raggiunto fama internazionale, ha mantenuto un rapporto stretto con queste montagne.
Ed è proprio qui che la memoria trova terreno fertile per crescere. La scelta di destinare i proventi all’Azaria, inoltre, sottolinea un altro aspetto centrale: il legame tra fede e comunità. La chiesa, con la sua posizione e la sua storia, rappresenta il cuore pulsante del Pian dell’Azaria, e ogni intervento per preservarla diventa un modo per proteggere anche l’identità collettiva. In un’epoca in cui le comunità di montagna lottano contro lo spopolamento e il rischio dell’oblio, questi gesti diventano fondamentali. Non sono solo donazioni: sono investimenti di memoria e di identità.
La festa del Sacro Cuore, dunque, continua a dimostrarsi non solo un appuntamento liturgico, ma un momento di comunità capace di sorprendere, emozionare e rafforzare legami.
Dal ricordo della madre di Lombard al filo che lega la famiglia Clerico a Parigi e a Valprato, dall’impegno di Elvis Perotti che offre la toma all’incanto, fino alla comunità che partecipa numerosa, tutto si tiene in una narrazione che parla di appartenenza. Il Pian dell’Azaria, in queste giornate, non è soltanto natura incontaminata, ma diventa un luogo dove il tempo sembra sospendersi per ricordare che le radici hanno bisogno di essere nutrite, e che anche una semplice toma può diventare simbolo di memoria e speranza.
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