Cerca

Attualità

La Vuelta sbarca in Canavese: Caluso in festa per il passaggio dei campioni

Dalla Reggia di Venaria a Novara, la famosa tappa spagnola è passata anche per il comune di Caluso in un momento di gioia dove le strade hanno tenuto l'arrivo dei ciclisti spagnoli

Il giro ciclistico spagnolo

Caluso ringrazia la Vuelta

C'è stato un tempo in cui, a Caluso, la Spagna si presentò non con maglie colorate, ma con cannoni e mire espansionistiche. Durante la sanguinosa Guerra del Monferrato, la cittadina divenne campo di battaglia, con le forze spagnole che tentavano di sottrarre il territorio ai francesi. Il conflitto culminò nel 1641, quando i francesi, per porre fine all'assedio, fecero saltare in aria la fortezza del Castellazzo, mettendo in fuga le truppe spagnole.

Oggi, per fortuna, la storia ha preso una piega decisamente più festosa. L'assalto della Vuelta è stato un'invasione pacifica, dove al posto delle armi c'erano biciclette e l'unica conquista è stata quella dei cuori degli spettatori. La Spagna "pedalante" ha sfilato tra le vie di Caluso, accolta da un'ovazione e da bandiere sventolanti, in una celebrazione che ha cancellato, almeno per un giorno, i vecchi rancori e ha unito due nazioni sotto il segno dello sport.

Caluso è stata protagonista del Giro di Spagna sabato 23 agosto, quando alle 14:20 la carovana ciclistica ha raggiunto la città. L'arrivo dei corridori ha unito la comunità in un evento curato nei minimi dettagli.

La giornata ha regalato momenti indimenticabili, ma uno in particolare ha toccato il cuore di tutti: il "cinque" scambiato tra i Carabinieri in moto e i bambini assiepati lungo la strada. Un gesto spontaneo e umano che ha superato la formalità della scorta, celebrando l'entusiasmo dei piccoli spettatori. L'intera scena, carica di emozione, è stata immortalata in diretta su TikTok da un amatore Toschi Live. La sua telecronaca, un mix vivace di italiano e spagnolo, ha catturato la vibrazione dell'attesa e ha saputo far percepire l'intensità della gara, sottolineando il netto distacco dei sei ciclisti in testa.

La preparazione prima dell'evento

I palloncini con i colori della bandiera spagnola

Il valore della Vuelta per Caluso

La bandiera di Spagna in un balcone 

La tappa, partita dalla Reggia di Venaria e con arrivo a Novara, ha regalato a Caluso uno spettacolo indimenticabile, mettendo in mostra l'affetto e la passione del Canavese per le due ruote. Ma l'evento non è stato solo un successo sportivo: è stata anche una straordinaria vetrina per il territorio. Caluso, con il suo rinomato vino Erbaluce, ha saputo mostrare il meglio di sé, accogliendo i visitatori con una serie di eventi collaterali che hanno arricchito la giornata, rendendola un'occasione di festa e promozione per tutta la zona.

L'organizzazione impeccabile della giornata è stata garantita dalla chiusura anticipata delle strade, che ha permesso a tutti di assistere allo spettacolo in totale sicurezza. A presidiare il tracciato, che ha toccato le vie principali come Corso Torino, Piazza Mazzini, Via San Francesco, Via Trento, Corso De Brissac e Via Marconi, c'era un'imponente squadra composta da Protezione Civile, Alpini, Volontari del Soccorso Caluso Sud Canavese e Polizia locale.


Presente anche la sindaca Maria Rosa Cena, che ha visitato lo stand della Pro Loco in Piazza Mazzini, diventato un vivace punto d'incontro con musica e ristorazione. Una volta che la corsa è passata, la situazione è tornata rapidamente alla normalità, lasciando un'atmosfera di generale soddisfazione per la perfetta riuscita dell'evento.

Nonostante il manto stradale sia in condizioni precarie, non si sono registrate difficoltà durante la corsa. L'unico tratto recentemente sistemato è la rotonda di Piazza Mazzini. Si evidenzia che un evento di tale risonanza non ha ancora generato un cambiamento significativo nella viabilità cittadina, ma si auspica che possa essere l'occasione per avviare successivi interventi di riqualificazione.

Il successo della prima tappa italiana della Vuelta, che ha visto la vittoria del velocista belga Jasper Philipsen, conferma il grande potenziale del ciclismo come veicolo di promozione turistica e culturale. L'entusiasmo e la partecipazione dimostrati da Caluso e dai suoi abitanti lasciano ben sperare per il futuro, auspicando che eventi di questo calibro possano tornare presto a illuminare il Canavese.

I sei ciclisti in testa in un malto stradale da risistemare in Corso De Brissac

Gli inseguitori

L'ultima tappa calusiese 

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori