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La Voce degli animali

Dai gatti randagi alle persone fragili: comuni dell'eporediese uniti per non lasciare indietro nessuno

"I Gatti della Dora Baltea": un progetto per la gestione delle colonie feline e due cantieri di lavoro finanziati dalla Regione Piemonte per disoccupati over 58 e persone sottoposte a misure restrittive

Dai gatti randagi alle persone fragili: comuni dell'eporediese uniti per non lasciare indietro nessuno

Dai gatti randagi alle persone fragili: comuni dell'eporediese uniti per non lasciare indietro nessuno

Un piccolo Comune che si fa capofila, una rete di paesi che scelgono di collaborare e un doppio impegno: quello verso il benessere animale e le persone più fragili. È la strada intrapresa da Fiorano Canavese, che in queste settimane si è distinto sia per la capacità di unire altre amministrazioni su un obiettivo comune, sia per la concretezza con cui ha saputo intercettare risorse regionali da destinare a progetti sociali.

Il primo fronte riguarda il randagismo felino, un tema che interessa trasversalmente molte comunità locali, non soltanto per ragioni di igiene e decoro urbano, ma anche per il valore etico legato alla tutela degli animali. Fiorano ha scelto di non affrontarlo da solo, ma di costruire un’alleanza ampia, che comprende Andrate, Carema, Colleretto Giacosa, Lessolo, Montalto Dora, Nomaglio, Parella, San Martino Canavese, Tavagnasco e Vestigné. Undici Comuni, insieme, hanno deciso di presentare un progetto unitario, con Fiorano come capofila, che prende il nome di “I Gatti della Dora Baltea: gestione randagismo felino in territorio pedemontano”.

La proposta non si limita a un piano di sterilizzazione e gestione delle colonie feline, ma vuole essere anche un’occasione di riqualificazione urbana e ambientale. In altre parole, l’idea è quella di trasformare un problema diffuso – quello delle colonie di gatti randagi – in un’opportunità per migliorare la vivibilità dei centri abitati e per diffondere una cultura di maggiore responsabilità collettiva.

gatti randagi

Accanto ai Comuni, nel progetto sono coinvolte realtà già attive sul campo: EporediAnimali, che gestisce il gattile di Ivrea e vanta un’esperienza consolidata nella cura degli animali; l’Istituto superiore “Piero Martinetti” di Caluso, che mette a disposizione competenze educative e progettuali; e il Coordinamento provinciale di Torino dell’Associazione Nazionale Guardie Ambientali, con sede a Rivarolo Canavese, che aggiunge la componente del controllo e della vigilanza ambientale.

Il progetto partecipa al bando regionale avviato con delibera dell’8 maggio 2023 e ha un valore complessivo di 13 mila euro. Una cifra non altissima, ma significativa, soprattutto se si considera che il cofinanziamento richiesto – pari a 3 mila euro – sarà suddiviso tra i Comuni aderenti, riducendo l’impatto economico per ciascuna amministrazione. È il segno che, quando si lavora insieme, anche realtà piccole riescono a portare avanti progetti di ampio respiro.

Uno degli obiettivi principali è rendere più efficace e coordinata la gestione del fenomeno, creando un vero e proprio protocollo condiviso tra amministrazioni, Asl, forze dell’ordine, associazioni e cittadini. Non si tratta, quindi, di un’iniziativa isolata, ma di un tentativo di dare vita a un modello stabile e replicabile, in grado di coinvolgere anche altri Comuni che per ora sono rimasti fuori dalla rete. Importante sarà anche la parte educativa: i cittadini saranno informati su come comportarsi in caso di ritrovamento di animali smarriti o randagi, perché soltanto con la collaborazione di tutti si può affrontare davvero il problema.

Fiorano Canavese non ha guardato solo al tema del benessere animale. Parallelamente ha scelto di investire energie e risorse su un altro fronte delicato: quello del disagio sociale. Lo ha fatto partecipando ad altri bandi regionali, che hanno portato all’approvazione di due nuovi progetti, entrambi già finanziati con determinazioni della Regione Piemonte dello scorso 11 agosto.

Il primo è destinato a persone disoccupate over 58. Si tratta di una fascia della popolazione particolarmente esposta al rischio di marginalizzazione: uomini e donne con competenze e professionalità spesso solide, ma che faticano a rientrare nel mercato del lavoro, penalizzati dall’età e da un contesto economico in continua trasformazione. I cantieri di lavoro previsti daranno loro un’occasione di impiego, restituendo dignità e opportunità di reinserimento.

Il secondo progetto riguarda invece persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale. L’idea è quella di offrire anche a chi si trova in questa condizione una possibilità di reinserimento, non solo attraverso il lavoro, ma anche attraverso un percorso di recupero sociale. Perché il rischio, altrimenti, è che chi ha già vissuto esperienze difficili finisca per rimanere intrappolato in una spirale di esclusione e recidiva.

Entrambi i progetti entreranno a breve nella fase operativa e rappresentano un segnale chiaro: l’amministrazione di Fiorano Canavese sceglie di puntare non soltanto sull’ordinaria gestione dei servizi, ma anche sulla capacità di intercettare bandi e trasformarli in opportunità concrete per il territorio.

In definitiva, dai gatti randagi ai cittadini più fragili, la strategia è la stessa: fare rete, unire le forze, trasformare le risorse disponibili in progetti tangibili. Un modo per dimostrare che anche i piccoli Comuni, quando sanno mettersi insieme e collaborare con associazioni, scuole e istituzioni, possono diventare protagonisti di un cambiamento reale.

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