AGGIORNAMENTI
Cerca
Ambiente
20 Agosto 2025 - 18:10
Infestazione di ifantria in Canavese: l’amministrazione respinge i pesticidi
Negli ultimi giorni a San Giusto Canavese non si parla d’altro: le piante cittadine, dai viali agli spazi verdi privati, sono state invase dall’ifantria, un lepidottero noto per la capacità di ricoprire interi alberi con fitte ragnatele bianche, divorandone le foglie e lasciando un’impressione di degrado e incuria. L’impatto visivo è forte, i rami spogli colpiscono l’occhio e fanno temere il peggio per la vegetazione urbana. Ma mentre tra i cittadini cresce la preoccupazione, l’amministrazione comunale ha deciso di adottare una linea precisa: niente pesticidi chimici, nessun trattamento aggressivo.
Il sindaco e la giunta hanno spiegato che un intervento realmente risolutivo sarebbe possibile soltanto con l’impiego di prodotti chimici altamente tossici, vietati nei centri abitati. Per rendere chiaro il punto, gli uffici comunali hanno diffuso un esempio concreto: "Per capirci, bisognerebbe isolare intere zone per almeno 24 ore, impedire il passaggio delle persone, chiudere le finestre e, vista l’estensione del fenomeno, arrivare di fatto a bloccare buona parte di San Giusto". Una misura non solo impraticabile, ma soprattutto pericolosa per la salute della popolazione.
Il nocciolo della questione è quindi la scelta di campo tra ambiente e salute. I bruchi di ifantria, per quanto antiestetici e in grado di compromettere temporaneamente lo stato di alcune piante, non sono nocivi né per l’uomo né per gli animali domestici. Non pungono, non trasmettono malattie e non hanno effetti tossici. Sono una presenza fastidiosa, certo, ma passeggera: con le prime piogge di fine estate e il calo delle temperature, l’infestazione si attenuerà spontaneamente.
Il Comune, quindi, invita a guardare il problema con realismo. Vale davvero la pena diffondere pesticidi pericolosi nell’ambiente urbano per salvare qualche pianta? La posizione ufficiale è netta: "Una pianta, se muore, si può sostituire. Una persona no". Una dichiarazione che ha il valore di un manifesto politico-amministrativo e che evidenzia la scelta di privilegiare la salute pubblica rispetto a interventi drastici ma rischiosi.
L’ifantria americana (Hyphantria cunea) è un lepidottero originario del continente americano, comparso in Italia negli anni Cinquanta e ormai naturalizzato. Il suo ciclo vitale prevede due generazioni all’anno: le larve nascono in estate e si nutrono delle foglie di molte specie arboree, creando grandi nidi sericei che possono avvolgere rami e tronchi. Le piante colpite appaiono completamente defogliate, come se fossero state arse dal fuoco, suscitando allarme nei cittadini.
In realtà, nella maggior parte dei casi, la pianta riesce a rigettare fogliame nuovo e a sopravvivere senza gravi danni permanenti. L’impatto è quindi soprattutto estetico e psicologico: vedere i viali alberati trasformarsi in scenari spogli e biancastri crea un effetto di inquietudine e spinge a richiedere soluzioni immediate.
In passato, l’impiego di pesticidi ad ampio spettro è stato utilizzato in diversi contesti agricoli, ma in ambito urbano la situazione è molto diversa. I prodotti più efficaci contro le larve di ifantria appartengono alla categoria dei fitofarmaci a elevata tossicità, che richiedono misure drastiche di sicurezza. Non solo è vietato utilizzarli nei centri abitati, ma anche in prossimità di scuole, parchi e abitazioni: i rischi per la salute, soprattutto per bambini e anziani, sono giudicati troppo alti.
Le alternative ecocompatibili, come i trattamenti biologici a base di Bacillus thuringiensis, hanno un’efficacia limitata e devono essere effettuati in precise fasi del ciclo vitale della larva, difficili da intercettare su larga scala. Per questo, a infestazione già avanzata, gli esperti considerano la strategia più sicura l’attesa del naturale decorso stagionale.
La decisione del Comune ha acceso il dibattito tra i residenti. Da un lato c’è chi lamenta un danno d’immagine per il paese: viali imbruttiti, parchi meno vivibili, alberi che sembrano malati. Dall’altro, c’è chi appoggia la linea dell’amministrazione, ritenendo eccessivo mettere a rischio la salute pubblica per un fenomeno che, pur fastidioso, è temporaneo.
Molti cittadini hanno espresso preoccupazione per il futuro delle piante più giovani, più vulnerabili agli attacchi dei bruchi. Gli agronomi, tuttavia, rassicurano: nella maggior parte dei casi, la defogliazione non comporta la morte dell’albero, che tornerà a produrre foglie l’anno successivo.
La vicenda dell’ifantria a San Giusto mette in evidenza un tema più ampio: come gestire i conflitti tra estetica urbana, tutela ambientale e salute pubblica. Le amministrazioni locali, strette tra le pressioni dei cittadini e i limiti imposti dalla legge, devono trovare un equilibrio difficile.
Il Comune ha scelto di privilegiare la sicurezza e la salute collettiva, consapevole che l’impatto dell’infestazione sarà percepibile ancora per qualche settimana, ma destinato a scomparire senza interventi drastici. Una scelta di responsabilità che si traduce anche in un messaggio educativo: convivere con alcuni fenomeni naturali, accettarne la temporaneità e non cercare sempre soluzioni chimiche immediate è parte della sfida ecologica dei nostri tempi.
In conclusione, se è vero che le piante di San Giusto appaiono oggi ferite, spoglie e poco accoglienti, è altrettanto vero che la comunità ha davanti un’occasione per riflettere. L’ambiente urbano non è immune dai cicli naturali, e a volte la soluzione migliore non è la più rapida, ma la più sicura. Come ha sottolineato il Comune, la salute dei cittadini non ha prezzo, e nessun albero, per quanto prezioso, può valere quanto una vita umana.
Edicola digitale
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.