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19 Agosto 2025 - 16:44
Crollo a Blatten, Legambiente chiede una governance europea dei ghiacciai
Prima tappa in Svizzera per la Carovana dei ghiacciai 2025 di Legambiente, che ha scelto il villaggio alpino di Blatten, nel canton Vallese, come simbolo della fragilità crescente dei giganti bianchi. Qui, lo scorso giugno, il crollo del ghiacciaio di Birch e della parete soprastante ha travolto l’area, fortunatamente evacuata dieci giorni prima grazie a un sistema di monitoraggi rigorosi e costanti. Un evento che ha provocato il collasso di 9 milioni di metri cubi di roccia e 3 milioni di metri cubi di ghiaccio, riducendo drasticamente il volume del ghiacciaio e distruggendo parte del villaggio.
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Oggi Legambiente, insieme a CIPRA Italia e alla Fondazione Glaciologica Italiana, ha organizzato un flash mob davanti a Blatten, esponendo uno striscione 4x4 con la scritta “governance europea dei ghiacciai”. Al centro della mobilitazione l’appello per un modello comune di gestione del rischio, ispirato a quello svizzero, e per l’istituzione di un sistema europeo di monitoraggio criosferico.
Il messaggio è chiaro: «I ghiacciai e le montagne sono sempre più fragili e a rischio crolli. Urgente avviare un sistema europeo di monitoraggio criosferico, su permafrost e fusione dei ghiacciai insieme a una governance europea dei ghiacciai. In questo percorso è importante prendere come modello di gestione del rischio quello utilizzato in Svizzera».
Un richiamo rilanciato anche attraverso il Manifesto Europeo dei ghiacciai e delle risorse connesse, promosso da Legambiente insieme a CAI, CIPRA Italia e Fondazione Glaciologica Italiana e già sottoscritto da oltre 80 tra associazioni, enti di ricerca e docenti universitari.
Vando Bonardo, responsabile nazionale Alpi di Legambiente e presidente di CIPRA Italia, ha spiegato: «Da Blatten ribadiamo l’importanza di creare un sistema europeo di monitoraggio criosferico, favorendo la condivisione di esperienze maturate a livello locale e regionale, avendo come riferimento il caso esemplare di gestione di Blatten, e sviluppando un insieme comune di regole per il monitoraggio. In particolare, occorre istituire una rete multidisciplinare di competenze con l’obiettivo di condividere e costruire una governance europea dei ghiacciai e del rischio, valorizzare gli strumenti e le politiche internazionali per la mitigazione e l’adattamento alla crisi climatica nelle aree glaciali europee. Carovana dei ghiacciai monitorerà quanto si sta facendo a Blatten anche riguardo le soluzioni adottate nell’area e per quello che si farà per il nuovo insediamento destinato agli abitanti».
Parole a cui si aggiunge la riflessione di Marco Giardino, vicepresidente della Fondazione Glaciologica Italiana e professore di Geografia fisica e Geomorfologia all’Università di Torino: «Il caso di Blatten è l’emblema degli effetti disastrosi che il riscaldamento climatico può provocare sul territorio montano, ma al tempo stesso la dimostrazione di come la ricerca e il monitoraggio contribuiscano a ridurre i rischi. Nel caso specifico, i dati scientifici dimostrano che il riscaldamento globale degli ultimi decenni ha progressivamente degradato il permafrost ad alta quota, e ciò ha determinato l’instabilità sulla parete poi crollata sul ghiacciaio che è collassato dimezzando il proprio volume e trasferendosi come valanga di ghiaccio e roccia sul villaggio alpino di Blatten. Ma il monitoraggio realizzato prima dell’evento ha permesso di evacuare l’area a rischio e ridurre al minimo la perdita di vite umane».
Dopo la tappa simbolica di oggi, la Carovana dei ghiacciai proseguirà con una conferenza stampa domani, 20 agosto, alle ore 10.30 presso la World Nature Forum di Briga, per presentare i dati sullo stato di salute del ghiacciaio Aletsch, il più grande delle Alpi e osservato speciale di questa prima tappa svizzera.
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