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Nel canale spuntano 350 pesci siluro e un bancomat smontato

Durante la messa in secca del canale Moncalieri–La Loggia, i tecnici della Città metropolitana recuperano centinaia di esemplari di specie invasive, liberano i pesci autoctoni nel Po e ripuliscono i rifiuti abbandonati, tra cui i resti di uno sportello bancomat

Nel canale spuntano 350 pesci siluro e un bancomat smontato

Nel canale spuntano 350 pesci siluro e un bancomat smontato

Un canale in secca, un intervento programmato di manutenzione e una scoperta che mescola natura e degrado urbano. È lo scenario che nei giorni scorsi si è presentato lungo il canale artificiale di proprietà Iren, che collega La Loggia a Moncalieri, dove la Città metropolitana di Torino è intervenuta con i propri tecnici dell’Unità specializzata Tutela fauna e flora, affiancati dalle guardie ittiche volontarie dell’Unione Consigli di Valle dei Pescatori di Torino.

La messa in secca del corso d’acqua, indispensabile per consentire i lavori di manutenzione periodica, è stata trasformata in un’occasione preziosa per tutelare la biodiversità e al tempo stesso restituire dignità al canale, troppo spesso vittima di inciviltà e abbandoni. I tecnici hanno infatti recuperato i pesci rimasti intrappolati, trasferendoli nel vicino fiume Po, e contemporaneamente hanno rimosso i rifiuti accumulati sul fondo. Non solo bottiglie, lattine e scarti di ogni tipo, ma anche oggetti di dimensioni ingombranti, come i resti di uno sportello bancomat intero, evidentemente smontato e gettato lì dopo un furto. Una scena che racconta, meglio di mille parole, la distanza tra chi si prende cura dell’ambiente e chi invece continua a trattarlo come una discarica.

pulizia

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L’operazione di recupero dell’ittiofauna ha permesso di censire e salvare diverse specie. Sono stati rinvenuti oltre 350 esemplari di pesce siluro, tutti di piccole dimensioni: una specie alloctona e invasiva, ormai radicata nei corsi d’acqua piemontesi, che rappresenta una minaccia per l’equilibrio degli ecosistemi acquatici. Accanto ai siluri, sono stati trovati anche esemplari delle specie autoctone che popolano da sempre i nostri fiumi, come barbi comuni, alborelle e cobiti. A questi ultimi è stata data una seconda chance di vita nel Po, mentre i siluri, in quanto specie aliena da contenere, sono stati conferiti a un’azienda mangimistica che li utilizzerà per la produzione di farine destinate ad alimenti per animali da compagnia.

Un’operazione, quella di Moncalieri–La Loggia, che non è certo un caso isolato. “Sono più di cento all’anno gli interventi di recupero dell’ittiofauna compiuti dai tecnici della Città metropolitana, sempre affiancati dalle guardie ittiche volontarie” spiega il consigliere metropolitano Alessandro Sicchiero, delegato all’ambiente. “Li realizziamo sia negli alvei di fiumi e torrenti, sia in occasione delle asciutte, naturali o artificiali. È un compito che la legge regionale 37 del 2006 affida al nostro Ente, e che portiamo avanti con costanza e impegno”.

Questi interventi hanno un valore che va oltre la mera gestione tecnica: rappresentano una concreta azione di tutela ambientale, indispensabile per preservare la fauna ittica autoctona e contrastare la diffusione di specie invasive. Ma al tempo stesso sono anche un’occasione per liberare i corsi d’acqua dai segni dell’incuria umana. Ogni volta che il livello dell’acqua cala, infatti, riaffiora l’altra faccia della medaglia: carrelli della spesa, copertoni, elettrodomestici, materiali di scarto e, come in questo caso, persino oggetti che testimoniano episodi di microcriminalità.

Un canale che diventa specchio delle contraddizioni della società: da una parte la biodiversità che resiste, dall’altra l’inciviltà che deturpa. La Città metropolitana e i volontari continuano a presidiare, intervenendo con competenza e passione. Ma resta aperta una domanda: quanto a lungo potrà bastare il loro impegno, se a monte non si afferma una vera cultura del rispetto dell’ambiente e dei beni comuni?

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