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Ritrovato Andrea Sabeddu: Chivasso tira un sospiro di sollievo

Ore di paura e di angoscia per la scomparsa dell’anziano di Torassi, uscito in bici per comprare il giornale e mai rientrato

Chivasso

Andrea Sabeddu

È finita bene, con un sospiro di sollievo collettivo, la giornata di paura per la scomparsa di Andrea Sabeddu. L’anziano residente nella frazione Torassi di Chivasso, uscito di casa in bicicletta la mattina di domenica 17 agosto per comprare il giornale e mai rientrato, è stato ritrovato nel tardo pomeriggio, intorno alle 18,a Verolengo, sano e salvo. Una notizia accolta con gioia dai familiari e dall’intera comunità che, per ore, aveva vissuto nell’angoscia, appesa all’attesa di un aggiornamento, a un segnale che potesse spezzare il silenzio carico di paura.

La vicenda aveva preso avvio verso mezzogiorno, quando Sabeddu, in sella alla sua mountain bike rossa, aveva raggiunto la Coop per acquistare il quotidiano. Alla notizia che il giornale non era disponibile, invece di rientrare a casa aveva proseguito verso il centro di Chivasso. Un gesto banale, uno di quelli che appartengono alla normalità della vita quotidiana, e che invece si è trasformato nell’inizio di un pomeriggio drammatico. Da quel momento di lui si erano perse le tracce, e i familiari, non vedendolo tornare e non riuscendo a contattarlo, avevano immediatamente dato l’allarme ai Carabinieri, consapevoli che il tempo, in certe situazioni, può diventare un nemico.

La denuncia della scomparsa aveva fatto scattare immediatamente le ricerche, mentre la famiglia diffondeva anche un appello sui social, corredato di una descrizione precisa: Andrea Sabeddu indossava una maglietta blu, pantaloncini verdi, ciabatte nere, portava con sé un borsello beige e occhiali da sole, ed era in sella alla sua bicicletta rossa. Le ore passavano lente, cariche di timori. Cresceva la paura che potesse essersi smarrito lungo strade secondarie o, peggio ancora, che fosse stato colpito da un malore improvviso. Ogni minuto in più senza notizie alimentava l’apprensione, e la città viveva col fiato sospeso, divisa tra la speranza e il timore.

Nel frattempo, una vera e propria mobilitazione spontanea aveva preso corpo. Non solo i familiari, ma anche amici, conoscenti, vicini di casa e semplici cittadini si erano attivati. In tanti avevano condiviso l’appello, contribuendo a diffondere la notizia in tutta la zona. Altri avevano deciso di scendere in strada, in auto o in bicicletta, ripercorrendo i possibili itinerari dell’anziano. Si è creata così una rete di solidarietà concreta, fatta di sguardi attenti e di passi mossi nella stessa direzione. Una dimostrazione tangibile di quanto la comunità di Chivasso sappia farsi unita davanti a un imprevisto che tocca da vicino la sicurezza e la serenità di tutti.

Poi, finalmente, nel tardo pomeriggio, la notizia che tutti attendevano è arrivata: Andrea Sabeddu è stato ritrovato e riportato a casa in buone condizioni. Nonostante le ore trascorse lontano e lo spavento accumulato, sta bene. Un epilogo felice che ha trasformato la tensione in gioia, l’angoscia in lacrime di sollievo. La famiglia ha potuto riabbracciarlo, e con loro hanno tirato un sospiro di sollievo anche i tanti che, pur non conoscendolo personalmente, avevano seguito la vicenda e si erano sentiti coinvolti.

Subito sono arrivati i ringraziamenti, rivolti a tutti coloro che hanno condiviso l’appello, che hanno preso parte alle ricerche o che hanno semplicemente mostrato vicinanza e sostegno. Perché anche una parola di conforto, in momenti come questi, diventa un pilastro a cui aggrapparsi.

Episodi come questo lasciano un segno profondo. Ricordano quanto siano fragili certi equilibri che diamo per scontati, quanto basti poco per trasformare un gesto di normalità in una prova di resistenza emotiva. Ma, soprattutto, ci ricordano quanto sia preziosa la solidarietà. A Chivasso, la vicenda di Andrea Sabeddu non è rimasta confinata a una famiglia: è diventata la storia di tutti, una prova collettiva superata insieme. Ancora una volta la città ha dimostrato di essere comunità viva, capace di tendere la mano a chi è in difficoltà e di non voltarsi dall’altra parte.

 

 

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