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17 Agosto 2025 - 22:20
Leini, la festa che bussa anche alle porte dell’RSA
Ogni anno, il 15 agosto, per la Festa dell'Assunta, la città di Leini si stringe attorno alla sua tradizione più sentita: messe, fiaccolate, processioni e una partecipazione che travalica l’aspetto liturgico per trasformarsi in un vero momento collettivo, capace di unire generazioni e realtà diverse del territorio.
Anche quest’anno il “bagno di folla” non è mancato, come ha sottolineato il sindaco Luca Torella ringraziando pubblicamente i numerosi volontari, le forze dell’ordine e le associazioni coinvolte. Ma tra tutti gli appuntamenti della giornata, uno ha assunto un significato particolare, carico di umanità e silenziosa potenza: la visita agli anziani dell’RSA Capirone, accompagnata dalle note della Filarmonica “Vittorio Ferrero”.
Nel cuore dell’estate, mentre molti cittadini si godono il meritato riposo tra ferie e gite fuori porta, c’è chi le vacanze non può nemmeno immaginarle. Stiamo parlando delle realtà sommerse delle RSA, luoghi in cui il tempo sembra sempre sospeso, mondi apparentemente fermi, dove l’estate non è sinonimo di svago, ma si traduce spesso in giornate afose e interminabili, lontane dal ritmo della vita che scorre fuori.
La festa dell'assunta all'RSA
Gli ospiti dell' RSA Capirone sono uomini e donne che la vita ha reso fragili, spesso non più in grado di vivere autonomamente nelle proprie case, e che oggi trovano assistenza e cura nella struttura leinicese.
“La nostra residenza si prende cura dei suoi ospiti non solo erogando loro servizi di tipo sanitario e socio-assistenziale – spiegano dalla struttura – ma anche rendendo piacevole il loro soggiorno in RSA da un punto di vista umano”.
Ed è proprio l’aspetto umano quello che più emerge in giornate come quella del 15 agosto: l’incontro con la comunità, i volti familiari, le musiche tradizionali, i sorrisi, gli sguardi commossi. Un piccolo ponte tra chi vive all’interno delle mura protette della casa di riposo e una città che si ricorda di essere una sola cosa.
Non è facile raccontare la quotidianità di un’RSA, specie in estate, quando la percezione dell’abbandono può farsi più acuta. Le famiglie sono spesso lontane, il personale è ridotto, e il tempo, nelle sue lunghe ore, rischia di pesare più del solito. Per questo, momenti come quello offerto dalla festa dell’Assunta assumono una grande importanza.
Il Capirone è una realtà che punta alla qualità della relazione, alla dignità delle persone, alla costruzione di legami quotidiani tra pazienti, operatori e volontari. È qui che il concetto di “cura” trova la sua declinazione più piena: non solo medica, ma anche emotiva, relazionale, comunitaria.
È giusto e doveroso celebrare le tradizioni, mantenerle vive, trasmetterle. Ma è altrettanto importante farle dialogare con il presente, con le sfide di oggi, con le realtà silenziose che spesso restano ai margini. In questo senso, la scelta di portare la festa dell’Assunta dentro l’RSA è un segnale forte: un atto di giustizia sociale.
L’esperienza del Capirone, così come quella di altre strutture analoghe, mostra che è possibile costruire un’idea di comunità più ampia, più solidale, più consapevole. Dove gli anziani non sono solo “ospiti” di una casa di riposo, ma cittadini a pieno titolo, portatori di memoria, di affetti, di bisogni e diritti.
La festa dell’Assunta, allora, non è solo un rituale religioso. È, o può diventare, un’occasione per guardarsi attorno, per riflettere, per includere. E per ricordarci che la vera forza di una comunità si misura anche e soprattutto da come tratta i suoi membri più vulnerabili.
La fiaccolata per le vie della città
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