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E' guerra al McDonald’s. Paese in rivolta contro hamburger e patatine fritte

In via America a Borgaro arriva l’America, ma i residenti non brindano affatto. In consiglio comunale esplode la bagarre

E' guerra al McDonald’s a Borgaro

E' guerra al McDonald’s a Borgaro

Che il nuovo McDonald’s sorga proprio in via America sembra una barzelletta riuscita a metà. Dove altro, infatti, poteva atterrare il gigante del fast food se non in una strada che porta il nome del Paese da cui arriva? Forse il destino si diverte, ma i cittadini di Borgaro decisamente meno. Perché qui la battaglia non è tra insalata e patatine, tra mozzarella di bufala e hamburger con cheddar, né tra il made in Italy e il made in Usa. Qui la partita si gioca sul terreno più banale e concreto di tutti: la vivibilità quotidiana di un quartiere.

A protestare non sono i paladini della dieta mediterranea pronti a difendere il basilico dall’aggressione del ketchup. A sollevare dubbi sono famiglie che temono di vedere trasformato il proprio isolato in una succursale di Las Vegas, con auto che sfrecciano al drive-in fino a notte fonda, sacchetti di cartone che finiscono in strada e l’odore di fritto che penetra dalle finestre anche d’estate. Non è un conflitto filosofico tra culture culinarie, ma il timore di un degrado molto più materiale: rumori, traffico, rifiuti, sicurezza.

borgaro

La questione è finita in Consiglio comunale, dove l’opposizione, con Emanuele Lapira, ha alzato la voce a nome dei residenti. Per lui la collocazione è semplicemente sbagliata: si poteva scegliere un’altra area, più lontana dalle abitazioni. Non si tratta di boicottare un’attività commerciale – anzi, se porterà lavoro, tanto meglio – ma almeno evitare di metterla davanti alle case di chi ci vive da sempre.

Dall’altra parte, il sindaco Claudio Gambino ha ricordato che il Comune non ha deciso che fosse McDonald’s ad aprire: l’amministrazione si limita a indicare le aree a destinazione commerciale. Poi sono i privati a scegliere il marchio. Giusto, formalmente ineccepibile. Ma provate a dirlo a chi dovrà tenere le finestre chiuse d’estate per non addormentarsi con la colonna sonora delle friggitrici.

Alla fine il risultato è stato il solito: opposizione e residenti da una parte, maggioranza dall’altra. Nessuno mette in discussione il diritto del privato a investire, ci mancherebbe. Ma il dubbio resta: davvero a Borgaro non esisteva un’altra area più adatta? Possibile che “via America” fosse l’unica soluzione, guarda caso proprio a due passi da centinaia di famiglie?

Intanto, i lavori si avvicinano e l’ironia è servita: in via America l’America arriva davvero, solo che invece del sogno porta un vassoio con due panini e patatine. Qualcuno dice che porterà occupazione, qualcun altro che porterà degrado. Una cosa è certa: i cittadini hanno già capito che non sarà una battaglia tra hamburger e insalata, ma tra la promessa di sviluppo e la paura di vivere con un drive-thru sotto casa.

E allora, mentre i cartelloni pubblicitari annunceranno nuovi menù e offerte speciali, in quartiere c’è chi si chiede se il vero prezzo da pagare non sarà quello di una vita meno tranquilla. Perché a Borgaro il sogno americano è arrivato davvero, peccato che profumi più di fritto che di libertà.

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