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16 Agosto 2025 - 17:41
Foto profilo Instagram Marquez
Che succede quando il fuoriclasse prende palla al centrocampo e parte in slalom, lasciando tutti sul posto? Succede che il pubblico si alza in piedi, applaude, e chi inseguiva mastica amaro. In Austria è andata esattamente così: il sorriso largo di Marc Márquez da una parte, le lacrime di Pecco Bagnaia dall’altra. E la frase che gela come una traversa colpita al 94’: «La gomma è finita subito». Sabato 16 agosto 2025, nella Sprint del Red Bull Ring, il copione ha cambiato protagonista già al fischio d’inizio, con un ribaltone che sa di beffa atroce per il campione chivassese.
Qualifiche: tavola apparecchiata, poi il piatto si rovescia
Il preludio sembrava scritto per un sabato dolce. Bagnaia aveva messo in riga le idee con la precisione di un regista che sceglie il passaggio giusto al momento giusto: terzo tempo in qualifica, a un decimo dalla pole di Marco Bezzecchi e a pochi millesimi dall’altra Ducati di Álex Márquez. Marc? Solo quarto, penalizzato da una caduta in Q2. Insomma, i blocchi sembravano ben piazzati, la tavola apparecchiata. E invece, quando si spengono i semafori, il pallone prende un rimbalzo strano e la partita si ribalta.
La partenza dal “lato sporco”: come calciare un rigore nel fango
Il via decide subito tutto. Pecco scatta dalla parte sporca della griglia e la sua Desmosedici slitta come un controllo sbagliato su un campo infangato. Da terzo a quattordicesimo in poche curve, mentre Fermin Aldeguer, partito dietro di lui con la stessa sfortuna, recupera fino al sesto posto. Bagnaia invece si perde, il campo si inclina, la fiducia scivola via. È come subire gol al primo minuto: la gara diventa una salita impossibile.
Marc fa il vuoto: uno-due da maestro, gestione da veterano
Davanti, intanto, Márquez ricama la sua tela. Dopo la scivolata in qualifica, parte dalla seconda fila ma in due curve è già davanti. Segue il fratello Álex, lo studia, e a cinque giri dalla fine piazza il sorpasso chirurgico che chiude i conti. Da lì in poi è pura amministrazione: vittoria con oltre un secondo sul fratello e due su Pedro Acosta. Poco dietro, Bezzecchi chiude quarto, solido, concreto. È la fotografia del campione che non perde mai la testa: ritmo martellante, nessun regalo.
Il k.o. tecnico di Pecco: «Dopo soli 3 giri la gomma era finita»
La gara di Bagnaia si trasforma in un calvario breve e crudele. Dopo otto giri deve fermarsi, in lacrime, con la gomma posteriore ormai al collasso. Davanti alle telecamere di Sky Sport, spiega la disfatta: «Fin dal warm-up ho sentito qualcosa di strano. Alla partenza ho avuto quello scivolamento improvviso e poi si è complicato tutto. Dopo soli tre giri la gomma era finita al posteriore e in curva 1 sono arrivato senza freni. Non aveva senso rischiare. Sicuramente partire dal lato sporco dello schieramento non mi ha aiutato». Parole che suonano come un referto medico, il bollettino di una partita mai iniziata.
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Michelin al VAR: ore contate per il Gran Premio
Quando una gomma “finisce” così presto, i riflettori si spostano subito su Michelin. Analisi tecniche in corso, poche ore a disposizione per trovare spiegazioni e rimedi. Perché il calendario non aspetta: domani alle 14 c’è il Gran Premio, e nel frattempo ogni dettaglio diventa cruciale. Nel paddock c’è chi invoca il VAR tecnico, chi parla di sfortuna pura, ma la sostanza non cambia: Bagnaia ha perso un’occasione pesantissima.
Il paradosso dei punti e il peso della rincorsa
La classifica parla chiaro: Marc Márquez vola a +180 su Bagnaia e a +123 sul fratello Álex. Numeri che pesano come macigni, ma la frustata vera è psicologica. Perdere da un fenomeno come Marc può anche starci, ma non riuscire nemmeno a lottare è un colpo durissimo. Eppure, in mezzo alle lacrime, Pecco prova a lanciare un messaggio a sé stesso e al team: «Penso di avere una buona possibilità. Spero di partire bene, poi si vedrà». È il discorso nello spogliatoio prima di rientrare in campo, quando serve aggrapparsi a qualcosa per non mollare.
Dettagli che spostano: lato griglia, warm-up, curva 1
Il sabato austriaco è stato un mosaico di piccoli dettagli che hanno fatto la differenza: la casella sporca che compromette la partenza, le vibrazioni strane già nel warm-up, la curva 1 affrontata «senza freni». Tutto insieme ha costruito la disfatta. Eppure, paradossalmente, Aldeguer ha dimostrato che anche da un avvio compromesso si può raddrizzare la gara. Il che rende la frustrazione di Bagnaia ancora più bruciante.
Gli altri uomini-copertina
Non solo Marc sul podio. Álex Márquez è stato intelligente e lucido, secondo posto da applausi. Acosta conferma la crescita costante, terzo con maturità sorprendente. Bezzecchi, partito dalla pole, chiude quarto ma con ritmo da giocatore vero, pronto a restare agganciato. Una fascia di protagonisti che tiene vivo lo spettacolo, mentre Pecco resta fermo ai box.
Il giorno dopo: serve un break, non un miracolo
Ora il tempo stringe: domenica alle 14 scatterà il Gran Premio, con Bagnaia di nuovo terzo in griglia dietro ai fratelli Márquez. Sarà un calcio d’inizio cruciale: per lui non serve un miracolo, ma un break, uno scatto pulito che spezzi l’incantesimo nero. Perché la sfiga non può durare per sempre, e prima o poi bisognerà segnare quel rigore che continua a scivolare via nel fango.
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