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No Tav, battaglia in corso: pietre a San Didero, migliaia in marcia tra i cantieri della “devastazione”

Alle 15:30 la Val di Susa è un campo di protesta: battiture contro le recinzioni, cortei a Susa, gruppi nei boschi verso Chiomonte. Alta tensione al cantiere dell’autoporto, dove volano pietre contro le forze dell’ordine

Alta felicità in Val di Susa: il corteo No Tav si dirige verso i cantieri di Chiomonte e Traduerivi

È sabato 26 luglio, sono le 15:30 in punto, e la Val di Susa è attraversata da una delle più imponenti marce No Tav degli ultimi anni. Migliaia di manifestanti, arrivati da tutta Italia nell’ambito del festival Alta Felicità, stanno portando avanti la loro protesta contro i cantieri della devastazione, come li definisce il movimento. La marcia è cominciata alle 13 dal presidio di Venaus, ma ora è in pieno svolgimento su più fronti.

A San Didero si è raggiunto il primo momento di forte tensione: alcune centinaia di No Tav hanno lanciato pietre contro le forze dell’ordine schierate a protezione del cantiere dell’autoporto. Poco prima, gli stessi manifestanti avevano dato vita a una rumorosa battitura contro le recinzioni. La tensione è alta. Gli agenti, in assetto antisommossa, controllano la situazione senza arretrare. Il rumore dei tamburi e delle lamiere percosse si mescola alle urla e agli slogan che da decenni risuonano in queste valli.

Ma non è l’unico fronte attivo. Una parte del corteo ha lasciato l’asfalto e ha imboccato i sentieri nei boschi: si stanno dirigendo verso il cantiere di Chiomonte, salendo a piedi attraverso i versanti, come spesso avvenuto nelle marce degli anni passati. Altri ancora sono arrivati alla stazione di Susa, da dove sono saliti su un treno diretto proprio a San Didero, per portare la protesta anche lì.

Nel frattempo, il corteo principale ha raggiunto il centro di Susa: le strade della città sono invase da bandiere, cori e striscioni. “C’eravamo, ci siamo, ci saremo”, gridano i manifestanti, mentre altri si dirigono verso la frazione di Traduerivi, dove si trova un altro cantiere dell’Alta Velocità. Proprio lì, in questi minuti, è cominciata una nuova battitura sulle recinzioni, a colpi di pietre e bastoni.

Le prime stime parlano di oltre 5.000 partecipanti. I volti sono quelli di sempre – i militanti storici del movimento, i giovani arrivati da tutta Italia, i solidali francesi e tedeschi – uniti da una sola convinzione: il Tav non deve passare.

“In Val di Susa è in corso un’aggressione sistematica al territorio”, hanno detto nei giorni scorsi i portavoce del movimento. “Torniamo a marciare per fermare quest’opera inutile e dannosa”. E oggi stanno mettendo in pratica la promessa.

Il clima è caldo – in tutti i sensi. Le forze dell’ordine presidiano ogni punto sensibile. I manifestanti rispondono con la loro presenza diffusa, in movimento, difficile da contenere. La giornata è ancora lunga e i presidi potrebbero proseguire fino a sera.

Una cosa è certa: la Val di Susa, oggi più che mai, non resta in silenzio.

AGGIORNAMENTO ORE 16,44

Fitto lancio di pietre contro le forze dell’ordine al cantiere dell’autoporto di San Didero, raggiunto da circa quattrocento attivisti No Tav nell’ambito della marcia denominata “ai cantieri della devastazione”, così ribattezzati dal movimento che si oppone alla realizzazione della linea ad Alta Velocità tra Torino e Lione. Prima degli scontri, i manifestanti avevano già effettuato una battitura delle recinzioni, colpendole con bastoni e oggetti metallici.

Oltre alle pietre, alcuni manifestanti travisati hanno lanciato bombe carta con l’ausilio di fionde. Secondo quanto si apprende, le forze dell’ordine hanno risposto con l’utilizzo degli idranti per contenere l’assalto.

Un altro gruppo di circa quattrocento attivisti, dopo aver percorso i sentieri di Giaglione, è quasi arrivato al cantiere della Torino-Lione a Chiomonte, dove nel frattempo un altro spezzone del corteo ha avviato una battitura delle recinzioni.

Nel frattempo, la marcia principale, partita da Venaus, prosegue attraversando le vie del centro di Susa.

L’autostrada Torino-Bardonecchia è stata chiusa al traffico all’altezza del cantiere di San Didero, dopo che alcune centinaia di No Tav l’hanno occupata, dando fuoco a masserizie per bloccare la carreggiata. Prosegue intanto il lancio di pietre e ordigni artigianali verso gli agenti schierati a difesa del sito.

All’interno del cantiere dell’autoporto di San Didero, un container è stato dato alle fiamme, generando una densa colonna di fumo visibile anche a distanza.

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