Cerca

Attualità

Giardino acquatico a Borgaro, la minoranza continua a sollevare dubbi sul progetto

Il gruppo “Uniti per Cambiare” chiede chiarimenti tecnici sull’intervento da 5.000 euro previsto nella vasca di Piazza Vittorio Veneto.

Giardino acquatico a Borgaro, la minoranza continua a  sollevare dubbi sul progetto

Il progetto di allestimento di un giardino acquatico nella vasca centrale di Piazza Vittorio Veneto a Borgaro Torinese continua a sollevare interrogativi e critiche da parte del gruppo consiliare di minoranza "Uniti per Cambiare", capitanato da Elisa Cibrario Romanin.

A rilanciare il dibattito è un nuovo comunicato diffuso il 18 luglio, in cui i consiglieri contestano la gestione dell’intervento, giudicandola priva di basi tecniche documentate e poco trasparente nei confronti della cittadinanza.

Il nodo è sempre lo stesso: i 5.000 euro destinati alla creazione di un piccolo ecosistema urbano con piante ossigenanti e galleggianti, decisi dalla Giunta comunale con la delibera n. 71 del 26 giugno scorso, che ha l’obiettivo dichiarato di migliorare l’estetica e la qualità dell’acqua della vasca,  alimentata dalla Gora dei Mulini, spesso torbida e soggetta alla proliferazione di alghe.

Ma quella che l’Amministrazione definisce una "nature-based solution per creare bio-diversità nel centro della Città", per l è un’operazione condotta senza adeguate garanzie tecniche. Nel comunicato si legge: “Domande ignorate, risposte evasive e soldi pubblici spesi senza fondamento sono ormai una costante”.

Il gruppo di opposizione riferisce di aver avviato un confronto formale con l’assessore ai Lavori Pubblici, Fabrizio Chiancone, sottoponendo una serie di interrogazioni scritte: “Esistono analisi chimico-fisiche dell’acqua? È stata redatta una perizia da un tecnico esterno qualificato? Sono stati valutati i rischi ambientali e predisposto un piano di manutenzione?”. A queste domande, a detta dei consiglieri, non sarebbe arrivata alcuna risposta.

La vasca in questione 

A intervenire, invece, è stato il sindaco Claudio Gambino, ma le sue dichiarazioni, stando alla nota della minoranza, non avrebbero chiarito i punti sollevati: “Le risposte fornite sono apparse più adatte a un post social che a una replica istituzionale”, ha spiegato la minoranza.

Il Sindaco avrebbe confermato, sempre secondo il gruppo consiliare di minoranza, l’assenza di analisi tecniche o perizie certificate, affermando che la scelta è stata presa “sulla base del parere di un vivaista, ritenendo non necessario uno scienziato per realizzare un giardino acquatico”.

Una posizione che Uniti per Cambiare contesta con decisione: “Non serviva uno scienziato, ma almeno un tecnico. E, soprattutto, serviva trasparenza”.

Il gruppo sottolinea che la creazione di un ecosistema acquatico “non è un’operazione decorativa, ma un intervento che richiede competenze ambientali, monitoraggio, gestione della biomassa e valutazione dei rischi”.

Il tono del comunicato resta critico, ma improntato a un confronto formale, rivendicando la funzione di controllo tipica di ogni opposizione: “Fare opposizione con contenuti e documenti non è fastidioso: è democrazia”, si legge nella conclusione.

La delibera comunale, approvata all’unanimità dalla Giunta il 26 giugno 2025, aveva messo in luce  una visione più ampia del progetto, inserendolo all’interno della strategia di rigenerazione urbana dell’area.

L’intervento, oltre ad avere un valore estetico, viene infatti descritto dalla giunta Gambino come parte di un’azione più ampia per mitigare l’effetto “isola di calore” e promuovere biodiversità, in linea con i principi ambientali del PNRR.

L'Amministrazione Comunale aveva inoltre spiegato il ruolo delle piante acquatiche nell’assorbire materiale organico, produrre ossigeno, e attirare specie come le libellule, potenziali antagoniste delle zanzare.

La vasca, si ricorda, è alimentata naturalmente per gravità dalla Gora dei Mulini, con acque che, secondo quanto riportato dalla delibera, risultano torbide a causa della presenza di limo e sedimenti trasportati dal torrente Stura.

Nonostante l’intento dichiarato e le motivazioni ecologiche, la minoranza resta ferma sulle sue posizioni, lamentando l’assenza di un piano di manutenzione e di valutazioni tecniche a supporto.

Il rischio, secondo "Uniti per Cambiare", è che l’intervento si trasformi in “un possibile fallimento progettuale, con conseguenze igienico-sanitarie e politiche”.

In attesa di conoscere tempi e modalità attuative del progetto, che saranno ora a cura degli uffici tecnici comunali, il gruppo di opposizione promette di proseguire nell’attività di vigilanza: “I cittadini hanno diritto a sapere come vengono spesi i loro soldi, e perché”.

Sul fronte della maggioranza, per ora, tutto tace: l’intervento è stato approvato all’unanimità e risulta immediatamente eseguibile, ma l’assenza di un dibattito tecnico pubblico, così come lamentato dalla minoranza, lascia aperti diversi interrogativi.

Il confronto sul futuro della vasca e, più in generale, sulla qualità della gestione del verde urbano, resta dunque vivo.

E, come spesso accade nei contesti locali, a far da discrimine tra consenso e critica potrebbe essere proprio la concretezza dei risultati.

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori