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18 Luglio 2025 - 21:03
Vincenzo Ceratti e Roberto Rosso
A Ivrea è tempo di rilanci, di ripartenze, di comunicati entusiasti con parole chiave come territorio, ascolto, squadra, idee nuove. E anche di trattorie, perché si sa: quando mancano le sedi, meglio sedersi a tavola per il pranzo. Ma non tutti brindano.
A poche ore dalla conferenza stampa del neocommissario, il senatore Roberto Rosso, che ha preso in mano il timone di Forza Italia per tentare di rianimarla dopo il naufragio del 2023, arriva la stoccata dell’ex coordinatore Vincenzo Ceratti. Uno che Forza Italia a Ivrea l’ha vissuta per davvero, nel bene e nel male, e che oggi guarda questa “nuova fase” con un sopracciglio sollevato e un taccuino in mano.
“Vorrei sapere dove si trova, in città, la sede del nuovo circolo eporediese”, attacca Ceratti. E il tono è quello di chi ha appena letto il comunicato tra una riga di troppo e una riga di fumo. “Durante il mio mandato – aggiunge – la sede c’era. In centro storico, sotto il Comune, aperta a tutti. Non serviva cercare un tavolo in trattoria per parlare di politica”.
Insomma, più che una rinascita, una rimozione selettiva del passato.
E Ceratti non ci sta a vedersi cancellare con un hashtag. E lo scrive nero su bianco: “Ascoltare, proporre e agire non è una novità di oggi. Lo facevamo anche noi, e lo facevamo da eporediesi veri, non da ospiti temporanei”.
Il riferimento è chiaro, e non è difficile coglierne il bersaglio.
Accanto a Rosso, nel “nuovo corso”, ci sono Alessandro Fasolo, sindaco di Piverone al suo terzo mandato consecutivo, e Claudio Marchiori, confermato alla guida di Loranzè in una tornata elettorale senza avversari. Entrambi definiti “amministratori capaci e appassionati” nel comunicato ufficiale, sono stati incaricati di guidare “una nuova fase di apertura, ascolto e ricostruzione”. Obiettivo dichiarato: preparare il terreno per “un candidato sindaco targato Forza Italia: forte, credibile, vicino alla gente”.
Ed è proprio qui che si apre il punto più spinoso. Perché – dettaglio tutt’altro che marginale – nessuno ha ancora aperto un tavolo di confronto con il resto del centrodestra. Non c’è stato alcun incontro ufficiale, nessuna convocazione condivisa con Lega, Fratelli d’Italia, né tantomeno con le liste civiche che negli ultimi anni hanno pesato quanto e più dei partiti.
Ceratti lo definisce con tre parole secche: “sbagliato, azzardato, istituzionalmente scorretto”.
L’effetto? Una doccia fredda servita direttamente dalla cucina della Trattoria Monferrato.
L’ex coordinatore non si limita alla critica: rivendica con fierezza il lavoro fatto fino a due anni fa, quando Forza Italia tentò, tra mille difficoltà, di costruire una proposta autonoma dopo il logoramento della candidatura del sindaco uscente Stefano Sertoli il "comunista". “Quelle qualità che oggi vengono celebrate – dice – non erano affatto chiare allora al resto della coalizione. Risultato? Non siamo nemmeno arrivati al ballottaggio. Eppure partivamo in vantaggio”.
Non manca nemmeno la lezione di stile: “Abbiamo sempre agito con coerenza, con trasparenza, e senza mai usare arroganza”. Perché la politica si può anche fare tra una fetta di salame e una di prosciutto, ma prima o poi bisogna pur chiedersi: chi l’ha pagato il conto?
Nel frattempo, dal nuovo fronte forzista si promettono incontri pubblici, ascolto reale dei cittadini, coinvolgimento delle realtà locali, porte aperte a chiunque voglia contribuire con idee, tempo ed entusiasmo. Ma la sensazione – a leggere tra le righe e tra i tavoli – è che si sia ancora molto lontani da una vera ricucitura del tessuto politico.
“La verità sai qual è?” – ci dice al telefono Ceratti – “A Ivrea non si mettono bandierine di partiti. A Ivrea ci si unisce con un programma serio per governare bene la città. Governarla meglio della sinistra e renderla più sicura…”
E se non è questo un Ceratti che parla già da candidato sindaco, diteci voi che cos’è.
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