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Chivasso, stazione senza ascensori e inaccessibile ai disabili: due anni dopo l’inaugurazione è ancora tutto fermo

Nel 2023 l’annuncio trionfale: oggi, nel 2025, non sono ancora stati realizzati. E il Comune...

Chivasso, stazione senza ascensori e inaccessibile ai disabili: due anni dopo l’inaugurazione è ancora tutto fermo

Chivasso, stazione senza ascensori e inaccessibile ai disabili: due anni dopo l’inaugurazione è ancora tutto fermo

Era il 30 agosto del 2023. Una mattinata di sole, le autorità in posa, il taglio del nastro, gli scatti da postare su Instagram con tanto di fanfara in sottofondo. L’Amministrazione comunale sbandierava l’apertura della nuova passerella pedonale della stazione ferroviaria come un simbolo d’inclusività e modernità. E nel frattempo prometteva – anzi, assicurava – che di lì a poco sarebbero arrivati anche due ascensori, installati da RFI. “Saranno pronti entro l’anno”, dicevano. Sono passati quasi due anni. Degli ascensori, neanche l’ombra. Il risultato? Una passerella che collega via Caluso a via Clara e piazza Garibaldi solo per chi ha la fortuna di potersela fare a piedi.

È in questo clima surreale che i consiglieri comunali Clara Marta (Forza Italia) e Matteo Doria (Amo Chivasso e le sue frazioni), insieme a Emanuela Tappero (Forza Italia), tornano all’attacco con una nuova interrogazione. Non è la prima.

Già nel 2024 avevano provato a chiedere conto del ritardo. Ma oggi il problema è ancora più grave: non solo gli ascensori non ci sono, ma anche la famosa delibera che avrebbe dovuto regolare la convenzione con RFI è scomparsa nel nulla. “Quella delibera – prevista all’ordine del giorno del Consiglio del 24 marzo 2025 – è stata ritirata e da allora non è mai più tornata in aula. Svanita, come per magia. Una puntata malriuscita di Chi l’ha vista?”, scrivono i consiglieri nell’interrogazione depositata in Consiglio comunale.

Immagini invecchiate male: il taglio del nastro della passerella della stazione di due anni fa

Il contesto, del resto, è grottesco. Durante la seduta di marzo, tra “imbarazzi trasversali e battute da Bontempone”, qualcuno ha persino pensato di attribuire la colpa dell’assenza della delibera… all’opposizione. “Fu comunque promesso che l’atto sarebbe stato ripresentato nella seduta successiva”, continuano i firmatari. E invece? Nulla. I Consigli si sono susseguiti, ma dell’atto nemmeno una traccia. La verità è che quell’infrastruttura, costata circa 2,5 milioni di euro, resta accessibile solo ai più fortunati. Altro che abbattimento delle barriere architettoniche.

Nel frattempo si accumulano promesse non mantenute. E mentre la politica si perde nei meandri delle sue omissioni, ci sono persone – anziani, disabili, mamme con passeggini – che ogni giorno si trovano di fronte a una barriera fisica e simbolica. Una ferita aperta nel cuore della mobilità cittadina.

L’interrogazione presentata da Marta e Doria è semplice e diretta. Chiede: “Perché la delibera non è mai più stata calendarizzata? Quando (e se) verrà ripresentata? Che fine ha fatto il dialogo con RFI? È stato valutato un passaggio alternativo a raso? Ma soprattutto: esiste una vera strategia per rendere la stazione accessibile e moderna?”

Domande scomode. Ma necessarie. Perché la passerella della stazione non è un’opera di arredo urbano: è un’infrastruttura cruciale. E senza ascensori diventa uno spartiacque tra cittadini di serie A e di serie B.

Vale la pena ricordarlo: quella passerella doveva essere solo il compromesso – al ribasso – rispetto a un progetto ben più ambizioso. Nel 2017, l’amministrazione Ciuffreda con assessore ai lavori pubblici Claudio Castello rinunciò al sottopasso veicolare e pedonale in cambio della riqualificazione della vecchia passerella. “Oggi ci ritroviamo con una passerella nuova ma senza ascensori. E la stazione, già carente sotto molti aspetti, resta inaccessibile per una parte significativa della popolazione”, denunciava già due anni fa Matteo Doria, proprio il giorno dell’inaugurazione.

Nel frattempo, anche gli ascensori interni della stazione – quelli per accedere ai binari – continuano a fare le bizze. Spesso fuori uso, spesso in manutenzione. E così, attraversare la stazione da via Ceresa a via Ivrea è una sfida, se non un’impresa impossibile. Perché qui l’inclusione è solo una parola. E gli slogan si infrangono contro i gradini di una passerella che è diventata il simbolo dell’incapacità amministrativa.

Concludono Marta, Doria e Tappero: “Chiediamo chiarezza. E lo facciamo convinti che l’accessibilità non sia un favore da concedere, ma un dovere da rispettare. Perché ogni giorno senza quegli ascensori è un giorno in cui Chivasso, semplicemente, fallisce.”

Un fallimento lungo due anni. E, a quanto pare, destinato a proseguire.

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