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Trovato morto nel Naviglio d’Ivrea: sabato l’ultimo saluto a Orazio Cena

Le ricerche erano durate settimane, tra droni, volontari e unità specializzate

Trovato morto nel Naviglio d’Ivrea: sabato l’ultimo saluto a Orazio Cena

Trovato morto nel Naviglio d’Ivrea: sabato l’ultimo saluto a Orazio Cena

Aveva 54 anni. Era scomparso dal 15 giugno. Il suo corpo è stato ritrovato nel Naviglio d’Ivrea, a San Germano Vercellese, mercoledì mattina.

Un mese di angoscia. Di silenzi. Di attese. E poi, il ritrovamento. Un corpo senza vita riaffiora dalle acque del Naviglio d’Ivrea, nel territorio di San Germano Vercellese, a due passi dalla confluenza con il Canale Cavour. È mercoledì 9 luglio. Le condizioni sono tali da richiedere gli accertamenti medico-legali. Ma tutti, fin da subito, sospettano chi possa essere.

Orazio Cena, 54 anni, di Mosche, frazione di Chivasso, mancava da casa da quasi un mese. Si era allontanato il 15 giugno. La denuncia era partita il giorno dopo. L’auto, una delle prime tracce, era stata ritrovata abbandonata nei pressi della Dora Baltea, nel territorio di Villareggia. Lì sono iniziate le ricerche.

Un dispiegamento imponente. Coordinato dalla Prefettura. Con i vigili del fuoco di Torino Centrale e Stura, i carabinieri, la Croce Rossa, i volontari locali, i droni SAPR e l’Unità di Comando Locale. Ma le ricerche, nonostante gli sforzi, si erano concluse senza esito. Fino a quel mercoledì. Quando l’acqua ha restituito quel corpo. In avanzato stato di decomposizione.

I rilievi dattiloscopici e le analisi genetiche chiariranno ogni dubbio. Ma i familiari non aspettano conferme. Lo piangono già. Paolino, il papà. Rosanna, la sorella, con il marito Gino. Il nipote Maurizio, i cugini, gli amici.

I funerali si terranno domani, sabato 12 luglio, alle ore 9 nella chiesa di San Secondo, a Mosche di Chivasso. Orazio Cena riposerà nel cimitero di Chivasso.

Un pensiero particolare, nel manifesto funebre, va a Paola e Andrea, per l’aiuto e il sostegno in questi giorni. Ma anche a tutti coloro che hanno partecipato alle ricerche. Un lavoro silenzioso, spesso invisibile, ma determinante.

Intanto Chivasso si ferma. Per dire addio a Orazio. Per stringersi attorno alla sua famiglia. Per accompagnarlo, insieme, nell’ultimo viaggio.

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