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09 Luglio 2025 - 22:53
Urla e bottiglie contro le finestre: Settimo non dorme più. E Piastra? "Parlare con lei non serve!"
A Settimo Torinese le notti sono diventate un incubo. Non si dorme, non si riposa, non si vive. E chi dovrebbe garantire sicurezza e tranquillità, sembra vivere su un altro pianeta. È quanto emerge da una raffica di commenti pubblicati sui social. E' qui che decine di cittadini sfogano la propria esasperazione, raccontando episodi di ordinaria inciviltà. Ragazzini e ragazzine che urlano fino alle tre del mattino, bottiglie di vetro lanciate contro le finestre, scooter che sgommano, campanelli suonati per dispetto, cassonetti rovesciati e urla continue nei pressi delle abitazioni. Il tutto sotto l’occhio – chiuso – dell’Amministrazione comunale, che sembra aver abdicato al proprio ruolo.
Il racconto di una residente è diventato virale: “Sono già 15 giorni che ho chiamato sia i vigili che i carabinieri. Non ne possiamo più. Ogni sera in via Italia angolo via Buonarroti è un inferno: ragazzini maschi e femmine che urlano, fanno dispetti. Stanotte mi hanno lasciato bottiglie di vetro davanti alla finestra. Ma che dobbiamo fare? Date un minimo di educazione ai vostri bellissimi figli?”
I commenti fioccano, da via Ariosto a via Matteotti, da via Verdi alla piazza del mercato, dal Borgo Nuovo fino a via Leinì: tutte zone che sembrano diventate ostaggio del caos notturno. Chi abita qui racconta di notti insonni, risvegli traumatizzanti, richieste disperate di aiuto.
“Mi sono addormentata dopo le 3, sveglia alle 5.30 per andare al lavoro. Sono stravolta. Domani chiamo in Comune, voglio un appuntamento con il sindaco. Deve garantirci la sicurezza.”
La sfiducia è profonda: “Parlare con la sindaca serve a nulla. Ci ha promesso le telecamere cinque anni fa. Mai entrate in funzione. L’erba non la tagliano, i negozi chiudono, per entrare a casa serve il permesso ma tanto la sorveglianza non esiste.”
C’è chi si dice pronto a passare alle maniere forti, esasperato da un degrado che viene tollerato e normalizzato. C’è chi propone ironicamente “secchi d’acqua”, “fionde con le biglie”, e perfino “secchi di merda” come deterrente. C’è chi chiede il ritorno della leva militare e chi propone di organizzarsi in ronde. Ma il tono dominante è quello della delusione. “Settimo, bella da vivere, sì… come no”, scrive amaramente una cittadina. E un altro aggiunge: “Dove sono le istituzioni? Se non ci ribelliamo non siamo più padroni nemmeno di vivere in casa nostra. La sindaca con quello che guadagna dovrebbe scendere in strada con noi, altro che post su Facebook”.
La tensione cresce anche per la percezione – più che giustificata – di un totale abbandono.
“I vigili non rispondono, o se rispondono ti fanno un interrogatorio. I carabinieri non arrivano se non ci scappa il morto”, denuncia qualcuno.
E una madre, stremata, scrive: “Non sono quattro mocciosi. Sono una ventina, arrivano in scooter, urlano, litigano, buttano i bidoni. Ho chiamato tutti, ma è inutile. Cosa devo fare? Prenderli a bastonate?”
I più pacati cercano una via intermedia, un richiamo all’educazione, al senso civico: “Non sono delinquenti, ma ragazzini e famiglie senza rispetto. Anche adulti che si mettono a urlare sotto le finestre all’una di notte. Non è questione d’età. È questione di civiltà.”
C’è chi invita a fare video e denunciarli. Chi suggerisce di coinvolgere i giornali (eccoci!!!). Chi ha già vissuto la stessa situazione l’anno scorso e invita a unirsi, a insistere, a non mollare. Ma la rabbia resta. Così come l’amarezza. Una frase sintetizza il malessere collettivo: “Ci avevano detto che Settimo era bella da vivere. Ma qui si vive nella paura. Non siamo più padroni di dormire.”
Nel frattempo, il Comune tace. La sindaca si nasconde. I cittadini restano svegli, esasperati, mentre la città sprofonda nell’ennesima notte di urla, vandalismi e promesse non mantenute.
LA VOCE DEL CANAVESE
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