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09 Luglio 2025 - 22:34
Elena Piastra fa i conti con i coleotteri giapponesi
Trattamenti insetticidi in corso, polemiche a raffica. Il Comune ha annunciato l’ennesima emergenza verde e, di conseguenza, l’ennesima chiusura straordinaria: da giovedì 10 luglio fino a sabato 12, il parcheggio di via Schiapparelli, nei pressi del sottopasso ferroviario, sarà completamente inaccessibile a veicoli e pedoni.
Il motivo? Un intervento in collaborazione con l’Ipla contro la Popillia Japonica Newman, il coleottero giapponese che da tempo sta divorando alberi e colture e che ora trova casa anche nei viali alberati della città.
Il viale e tutta l’area di sosta verranno transennati per permettere l’irrorazione dell’insetticida. E già qui, sorgono i primi dubbi: che tipo di prodotto verrà utilizzato? È sicuro per cani, gatti, bambini, e magari anche per quegli uccelli che ancora resistono tra le fronde cittadine? Il Comune, per ora, non ha diffuso informazioni precise sulla composizione del trattamento, lasciando spazio a tante preoccupazioni, specialmente tra chi ha animali o vive in prossimità delle aree interessate.
Ma il vero campo di battaglia, come sempre, è il parcheggio. Anzi, il parcheggio negato. L’area di via Schiapparelli è una delle più utilizzate dai pendolari, dai residenti, da chi lavora nei dintorni. L’unica alternativa indicata è il parcheggio Olon di via Solferino, accessibile da via Cascina Nuova. Ma si tratta di uno spazio già saturo, usato dai dipendenti dell’azienda. Risultato: i cittadini con regolare abbonamento per la sosta in via Schiapparelli si trovano ora senza un posto dove parcheggiare e senza alcuna indicazione utile. Non un avviso personalizzato, non un’alternativa concreta, non un rimborso. E nel frattempo le multe continuano a fioccare.
Nel mare magnum dei commenti social si rincorrono segnalazioni di infestazioni ovunque: da via Milano a via Modigliani, da zona parchi a balconi e auto. I coleotteri giapponesi sembrano ormai padroni della città. Ma l’intervento si limita – almeno per ora – alla sola area di via Schiapparelli.
“Perché solo lì?”, si domandano molti. E ancora: “Come possiamo difenderci nei nostri giardini?”.
I cittadini chiedono indicazioni, materiali, un piano coordinato.
Non manca chi annunica soluzioni fai-da-te: trappole con feromoni, rimedi naturali, tentativi di protezione delle piante. Ma il problema, ormai, ha assunto dimensioni tali da non poter più essere affidato alla buona volontà dei singoli. Servirebbe una strategia di insieme, un monitoraggio continuo, un’informazione capillare. E invece, ci si limita a transennare un parcheggio e a consigliare ai pedoni di “svoltare a destra” appena usciti dal sottopasso.
Insomma, la guerra al coleottero è appena iniziata. Ma quella tra amministrazione e cittadini, ancora una volta, è già in corso. E a perdere, per ora, sono tutti. Alberi, parcheggi e dialogo.
Lo ha detto, ripetuto, sbandierato con orgoglio: “Proteggiamo gli insetti impollinatori!”. Lo ha fatto scrivere nei comunicati, infilato nei post social, fatto stampare persino nei volantini dei tagli dell’erba. E alla fine, l’assessore Alessandro Raso ce l’ha fatta davvero: gli insetti sono arrivati. Ma non api, farfalle o coccinelle. No. Qui siamo oltre. A Settimo Torinese sono atterrati direttamente i coleotteri giapponesi. Roba da entomologi in delirio e botanici in fuga.
Pare che abbiano attraversato l’oceano chiamati dal canto suadente delle delibere della "visionaria". Hanno visto il nome della sindaca Elena Piastra illuminato tra i petali del futuro sostenibile, hanno sentito il profumo dell'erba alta lasciata per “motivi ecologici” e hanno pensato: “Toh, un posto accogliente!”. E così la Popillia Japonica, raffinata divoratrice di foglie e erba alta, è scesa in città come una rockstar.
Naturalmente, ora bisogna disinfestare. Il Comune chiude parcheggi, blocca viali, manda l’Ipla in campo con gli spruzzatori carichi. Ma l'origine del problema è chiara: troppa propaganda pro-insetto. Non si può lodare ogni mosca che vola e aspettarsi che il mondo resti farfalline e miele. A forza di parlarne a Settimo si è aperta la porta a tutto il regno degli artropodi. E il risultato è qui: foglie scheletriche, balconi infestati, auto trasformate in serre biologiche su quattro ruote.
D'altronde, Raso l’aveva promesso: “Tagliamo meno l’erba, perché così tuteliamo la biodiversità”. Nessuno si aspettava che tra le biodiversità ci fossero anche eserciti di scarabei import-export. Eppure eccoci qua, a rivedere i piani urbanistici con l’aiuto dell’entomologia orientale. Se prima ci si lamentava dei gatti randagi e dei topi da isola ecologica, ora c’è chi sogna un’epidemia di piccioni carnivori per controbilanciare l’invasione a sei zampe.
La domanda adesso è... E se domani Settimo si ritrovasse a dover fare i conti anche con le cavallette, gli scarabei stercorari o uno sciame di vespe assassine dell’Asia, sarà colpa della CO2, del riscaldamento globale, dei cambiamenti climatici o di Raso, che ha trasformato Settimo in una riserva naturale per gli insetti?
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