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06 Luglio 2025 - 10:15
Brusasco, interrogazione in Consiglio: “Dove sono le telecamere?”
Venerdì sera, durante una cerimonia ufficiale a Villa Martini, i sindaci di Brozolo, Brusasco, Cavagnolo, Monteu da Po e Verrua Savoia hanno consegnato un encomio pubblico al Maresciallo Alessio Guzzon e a tutti i carabinieri della Stazione di Cavagnolo per lo straordinario impegno profuso durante l’alluvione del 17 aprile 2025.
Nelle ore più drammatiche, i militari hanno agito con lucidità, efficacia, determinazione. Hanno saputo coordinare i soccorsi e garantire l’ordine pubblico, mantenendo una presenza costante sul territorio e collaborando con istituzioni, volontari, Protezione civile.
Parole importanti. Parole vere.
Dalle parole delle istituzioni e ai giusti encomi e riconoscimenti, ci si aspettano anche i fatti. Ed è quello che denuncia pubblicamente, attraverso un'interrogazione che verrà discussa nel prossimo Consiglio comunale, il gruppo "Per Brusasco e Marcorengo - Anna Marolo Sindaco". Perché per permettere ai Carabinieri di svolgere davvero il proprio lavoro, serve uno strumento che a Brusasco resta – a dire dell'opposizione consiliare – una chimera: la videosorveglianza.
Il gruppo consiliare “Per Brusasco e Marcorengo – Anna Marolo Sindaco” torna infatti alla carica con un’interrogazione scritta e verbale che verrà discussa nel prossimo Consiglio. Tema: la sicurezza. O meglio: l’assenza strutturale di strumenti moderni per garantirla. Con una domanda secca: “Brusasco si metterà mai al livello dei Comuni limitrofi?”
La storia inizia nel lontano 2020, quando una delibera dell’allora Giunta prevedeva un progetto di videosorveglianza. Peccato che quel progetto sia rimasto – per quattro quinti – nel cassetto, attacca il gruppo di minoranza. Solo tre telecamere installate, due delle quali oggi non funzionano nemmeno.
Anna Marolo e il sindaco di Brusasco Giulio Bosso
Nel gennaio 2024, la minoranza guidata da Anna Marolo aveva presentato un’interrogazione. A marzo, il sindaco Giulio Bosso aveva risposto in aula che era stata presentata una domanda di contributo al Ministero dell’Interno. Cofinanziamento del 10%, si attendeva il bando.
Nel frattempo, il 6 febbraio 2024, era stata approvata una delibera per aderire al Patto per l’attuazione della sicurezza urbana con la Prefettura di Torino. Atto necessario per ottenere fondi.
E poi? Poi nulla.
O meglio: una nuova delibera, il 13 giugno 2025, autorizza una nuova richiesta di finanziamento. Il tempo passa, le risposte latitano, e il territorio resta senza occhi.
Ora, a un anno e mezzo dalla prima interrogazione, la minoranza chiede chiarezza su quattro punti:
"Che fine ha fatto l’istanza presentata a febbraio 2024 (prot. 1118)? Il contributo è stato concesso? Se sì, quando partiranno i lavori? Se no, è stato almeno fatto un nuovo tentativo - interrogano dall'opposizione -. Le telecamere esistenti sono state riparate? A marzo erano ancora fuori uso. Il progetto è stato pensato in sinergia con gli altri Comuni? Oppure ci troveremo con impianti fotocopia a pochi chilometri di distanza? Il Comune ha valutato altre soluzioni, oltre ai fondi ministeriali? Ad esempio il controllo dei varchi d’accesso al paese con lettura targhe per contrastare i furti e i veicoli irregolari?".
Nel frattempo, mentre le telecamere restano spente e i fondi ancora nel limbo, i Carabinieri continuano a fare il loro lavoro. Con professionalità. Con dedizione. Con lucidità.
Ma anche con le mani legate.
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