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Defibrillatori pubblici: la minoranza chiede trasparenza sui dati e manutenzione

Dopo un’interrogazione protocollata a maggio, Uniti per Cambiare sollecita una risposta formale dal Sindaco Gambino. Al centro del dibattito: mappatura, accessibilità e stato dei dispositivi salvavita.

Defibrillatori pubblici a Borgaro: la minoranza chiede trasparenza sui dati e manutenzione

A Borgaro Torinese si è aperto un fronte di confronto tra il gruppo consiliare di minoranza Uniti per Cambiare e l’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Claudio Gambino, in merito alla gestione dei defibrillatori automatici esterni (DAE) presenti sul territorio.

Una questione che tocca un tema particolarmente sensibile: la sicurezza e la tutela della salute pubblica, in particolare in situazioni di emergenza cardiaca.

Tutto ha avuto inizio lo scorso 26 maggio 2025, quando i consiglieri Luigi Spinelli, Elisa Cibrario Romanin e Mattia Stievano hanno protocollato un’interrogazione consiliare indirizzata al Sindaco Claudio Gambino, richiedendo una risposta scritta nei termini previsti dal regolamento.

L’interrogazione verteva su quattro punti chiave ovvero; la disponibilità di una mappatura aggiornata dei DAE pubblici, le azioni di comunicazione verso la cittadinanza sull’ubicazione dei dispositivi, l’eventuale pianificazione per l’aumento del numero dei DAE e la documentazione relativa allo stato di manutenzione degli apparecchi.

Nella nota ufficiale, il gruppo di opposizione aveva motivato la richiesta sottolineando che “il censimento dei DAE presso la centrale operativa del sistema di emergenza sanitaria 118 è obbligatorio” e che questi dispositivi “sono strumenti salvavita fondamentali in caso di arresto cardiaco”.

Secondo quanto comunicato dal gruppo Uniti per Cambiare, alla data del 4 luglio non sarebbe ancora pervenuta una risposta formale completa.

Un primo sollecito era già stato inviato il 1° luglio, seguito da una comunicazione informale del Sindaco il 3 luglio, nella quale si preannunciava la necessità di “alcune settimane” per ottenere il censimento dettagliato dei dispositivi, anche grazie al coinvolgimento delle associazioni locali.

Immagine generica di defibrillatore DEA 

Tale risposta, si legge nel comunicato stampa del 4 luglio, è stata accolta con preoccupazione dalla minoranza, che l’ha definita “tardiva” e “non conforme alle previsioni regolamentari”, ritenendo insufficiente l’assenza di un riscontro documentale ufficiale.

“Resta inteso che eventuali aggiornamenti successivi e integrazioni saranno accolti - proseguono i consiglieri - ma è necessario disporre di un primo riscontro formale e documentale per poter adempiere ai compiti di vigilanza e controllo propri della funzione consiliare”.

Nel comunicato, il gruppo fa riferimento in modo puntuale alla Legge 4 agosto 2021, n. 116, che all’articolo 6 impone l’obbligo per enti pubblici e privati di comunicare alla centrale operativa del 118, entro 60 giorni, una serie di informazioni relative ai DAE: numero, caratteristiche tecniche, ubicazione, accessibilità, scadenze delle parti deteriorabili e nominativi degli operatori formati.

Si richiama inoltre il Decreto Balduzzi del 2011, che individua criteri e luoghi per la presenza obbligatoria dei defibrillatori, ribadendo l'importanza della loro diffusione sul territorio per garantire una rete di cardio-protezione capillare.

Nel comunicato si ricorda che il Sindaco, in quanto massima autorità sanitaria locale, ha la responsabilità di “garantire la sicurezza dei cittadini”.

La minoranza pone così una domanda che riflette un’esigenza informativa: “Perché ad oggi non esiste già un censimento conforme alla normativa vigente?”.

Il tono tono del gruppo Uniti per Cambiare è fermo: “La salute pubblica non può essere subordinata a ritardi burocratici. Ogni minuto conta. Ogni omissione pesa”, affermano i consiglieri. 

Allo stato attuale, non risultano ulteriori dichiarazioni ufficiali da parte dell’Amministrazione comunale. La comunicazione via email del 3 luglio, secondo quanto riportato, rappresenterebbe l’unico riscontro, seppur informale,  pervenuto ai consiglieri. Nessun elemento suggerisce che vi sia stata intenzione di sottrarsi al confronto, ma il nodo sollevato riguarda la forma e la tempestività della risposta, nonché la disponibilità dei dati richiesti.

Il dibattito tocca un tema che trascende il confronto politico: l’accesso a strumenti salvavita in emergenza. La trasparenza sulla collocazione e sullo stato dei DAE può fare la differenza tra la vita e la morte in caso di arresto cardiaco improvviso.

Sebbene la dialettica tra maggioranza e opposizione sia parte integrante della vita democratica, in questo caso il punto sollevato, indipendentemente dalla posizione politica, appare rilevante per tutta la comunità: quanti sono i DAE sul territorio? Dove sono collocati? Sono regolarmente funzionanti? E, soprattutto, i cittadini sanno dove trovarli e come usarli?

Il gruppo Uniti per Cambiare si dice pronto ad accogliere “eventuali aggiornamenti successivi e integrazioni”, ma sottolinea la necessità, già a breve termine, di un primo riscontro ufficiale e documentale. 

Nel frattempo, i cittadini attendono risposte che li riguardano da vicino, nella speranza che la questione trovi presto una risoluzione concreta e trasparente, nel superiore interesse della collettività.

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