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Un murales contro l’odio: a Settimo Torinese i ragazzi raccontano la pace con l’arte

Arte urbana e dialogo: a Settimo Torinese un murales per giovanissimi e adulti esplora il superamento dei conflitti attraverso emozioni e ascolto reciproco

Un murales contro l’odio

Un murales contro l’odio: a Settimo Torinese i ragazzi raccontano la pace con l’arte

Un’opera d’arte urbana per parlare di conflitti, emozioni e dialogo. Non è solo un murales, ma il frutto di un percorso partecipativo, profondo e coraggioso, quello inaugurato il 1° luglio a Settimo Torinese sulla cabina elettrica di E-Distribuzione, nella zona est della città. Si intitola «Oltre il conflitto: tra emozioni e dialogo», ed è stata realizzata dai giovani del Consiglio Comunale dei Ragazzi e delle Ragazze (CCR) con l’artista torinese Rickysaid, insieme all’Informagiovani e alla Cooperativa Orso.

L’idea alla base è semplice ma potente: rappresentare con i colori e le forme una riflessione sul significato dei conflitti, su come nascano e, soprattutto, su come possano essere affrontati e superati. E lo fa partendo da un presupposto essenziale: ogni conflitto coinvolge persone, con i loro sentimenti, paure e fragilità. Da qui nasce la scelta di rappresentare una lacrima, simbolo universale di emozioni. Una lacrima può indicare rabbia, dolore, spaesamento. Ma anche sollievo, empatia, cambiamento. È l’emozione condivisa, suggerisce l’opera, che può diventare la base per avviare un dialogo autentico.

Al centro del progetto non c’è solo la decorazione urbana, ma un intero percorso educativo condotto nel corso dell’anno scolastico dai ragazzi del CCR. Un percorso che ha toccato temi internazionali e quotidiani, dalla guerra alla discriminazione, fino al bullismo e all’isolamento. Temi discussi con educatori, operatori e insegnanti, e ora tradotti in un linguaggio visivo immediato e potente.

L’inaugurazione si è svolta con la presenza della sindaca Elena Piastra e dell’assessora alle politiche giovanili Chiara Gaiola, che ha evidenziato quanto l’opera rappresenti «un segno tangibile del lavoro svolto dai ragazzi», sottolineando che il tema del conflitto è stato scelto direttamente da loro. Gaiola ha lodato anche la collaborazione con E-Distribuzione, che ha messo a disposizione una delle sue cabine per trasformarla in uno spazio di espressione pubblica. «Questo progetto – ha dichiarato – è un esempio di come una città possa diventare più bella, nel senso estetico ma soprattutto simbolico, promuovendo valori positivi capaci di seminare la pace specialmente tra i più giovani».

Anche per E-Distribuzione, il coinvolgimento in progetti culturali e sociali è parte di una strategia più ampia di responsabilità territoriale. Come ha dichiarato Maurizio Battegazzore, responsabile dell’Area Operativa Regionale Piemonte e Liguria, è importante che le infrastrutture siano non solo funzionali, ma anche integrate con l’identità del territorio, diventando occasione per veicolare messaggi di valore. In Piemonte, come in altre regioni, sono diversi gli interventi di “urban art” promossi da E-Distribuzione negli ultimi anni, spesso con il coinvolgimento di scuole, associazioni e artisti locali.

La cabina di via Milano, dove è stato realizzato il murales, è oggi un punto di passaggio che cattura lo sguardo, con tratti decisi, colori vividi e una narrazione visiva che interroga il passante. L’arte urbana, in questo caso, non è solo decorazione, ma spunto di riflessione collettiva. Una forma di pedagogia visiva capace di parlare a tutti, senza bisogno di spiegazioni complesse.

Il contesto in cui nasce l’opera non è secondario. Settimo Torinese è una città che ha investito molto, negli ultimi anni, su progetti di cittadinanza attiva, inclusione giovanile e riqualificazione urbana. Il CCR stesso è uno strumento istituzionale attivo da anni, che ha permesso a centinaia di ragazzi di partecipare alla vita pubblica con proposte concrete. Dalle azioni ecologiche nei parchi pubblici alle iniziative contro la violenza di genere, passando per campagne di sensibilizzazione sul bullismo e sull’uso responsabile dei social.

Il progetto appena concluso si inserisce anche nel solco di una più ampia riflessione sull’uso dell’arte urbana come linguaggio educativo. Sempre più Comuni, in Piemonte e in Italia, scelgono infatti di affidare superfici pubbliche – come cabine elettriche, muri scolastici, pareti cieche – alla creatività di studenti e artisti, nella convinzione che la bellezza condivisa possa generare appartenenza, cura e responsabilità.

Per Rickysaid, autore di numerose opere tra Torino e hinterland, questo è stato un progetto particolare. Lavorare con i ragazzi, dice, è «una sfida stimolante, perché ti costringe a semplificare e ad andare dritto al cuore delle cose. Abbiamo trasformato parole e riflessioni in immagini, con l’obiettivo di creare qualcosa che restasse nel tempo e parlasse a chiunque passi di lì».

E in effetti il messaggio arriva forte e chiaro: superare il conflitto si può, ma solo partendo dalle emozioni e dalla capacità di ascolto reciproco. Un messaggio quanto mai attuale, in un tempo in cui la società appare sempre più polarizzata e frammentata. È per questo che l’opera non si rivolge solo ai giovani: parla anche agli adulti, ai genitori, ai cittadini. Ricorda che ogni scontro nasce da una ferita, ma ogni ferita può diventare una via per il cambiamento, se viene ascoltata e riconosciuta.

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