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30 Giugno 2025 - 09:58
Non è mai troppo tardi per ricominciare. Per prendere in mano la propria vita, per colmare un vuoto rimasto lì per anni, per imparare finalmente a leggere e scrivere in italiano, per ottenere un diploma, per sentirsi parte di una comunità che non giudica ma accoglie, che non divide ma unisce. È questo lo spirito che si è respirato il 26 giugno nella sede di Chivasso del CPIA 4 Torino “Adriano Olivetti”, in occasione della cerimonia di chiusura dell’anno scolastico 2024/2025. Una giornata di festa, certo, ma anche di consapevolezza: quella che la scuola, quando è davvero pubblica, gratuita e inclusiva, può cambiare la vita delle persone. A ogni età.
L’Istruzione degli Adulti è spesso un mondo invisibile. Non fa rumore, non compare nei titoli dei giornali, non occupa prime serate televisive. Eppure, ogni anno, migliaia di persone, italiane e straniere, giovani e meno giovani, si siedono tra i banchi del CPIA per costruirsi una seconda possibilità. Lo hanno fatto anche quest’anno, in oltre cinquemila. Per l’esattezza 5.187 iscritti, provenienti da ogni angolo del Canavese e della cintura nord di Torino, che hanno frequentato i corsi nelle sette sedi attive: Chivasso, Settimo, Ciriè, Rivarolo, Ivrea (sia centro che Casa Circondariale), e la neonata sede di Mathi. Numeri che raccontano una crescita costante, vertiginosa, in controtendenza rispetto a una narrazione spesso apatica sulla scuola pubblica. Basta pensare che solo quattro anni fa, i diplomati del corso ex terza media erano poco più di cento. Oggi sono 711 quelli che, tra la sessione di gennaio e quella di giugno, hanno concluso il percorso con la licenza di primo livello in tasca. Non è solo una cifra. Sono volti, storie, sacrifici. Sono sogni che si riaccendono.
Durante la cerimonia, la dirigente scolastica Elena Gobbi, affiancata dall’assessore chivassese Gianluca Vitale, ha ricordato il valore dell’apprendimento permanente, dell’istruzione come strumento di emancipazione personale e collettiva. Ha parlato di cittadinanza attiva, di diritti, di inclusione vera, concreta, fatta di ore trascorse in aula dopo il lavoro, o tra le mura del carcere, o tra le difficoltà quotidiane di chi si trova in Italia da poco e cerca di orientarsi in un Paese spesso complicato e burocratico. L’istruzione, ha detto la dirigente, è la chiave. Non una promessa, ma un diritto che trova nei CPIA un presidio fondamentale.
Il dato forse più sorprendente è proprio quello legato alla domanda crescente. Sempre più persone bussano alle porte del CPIA 4, e l’istituto risponde ampliando la propria offerta. Quest’anno si è raggiunto il record anche nei corsi di alfabetizzazione e apprendimento della lingua italiana, con 2.289 iscritti, di cui ben 1.498 ai livelli base (preA1 e A1). È un esercito silenzioso di donne e uomini che cercano di trovare una voce. Che iniziano, con fatica ma determinazione, a scrivere frasi semplici, a leggere una lettera della scuola, a compilare un modulo. Per chi guarda con fastidio la presenza straniera, questi numeri sono la risposta più nobile: c’è chi vuole imparare, capire, integrarsi. Bisogna solo dare loro gli strumenti per farlo.
A fianco dei corsi base, ci sono poi i percorsi di secondo livello: quelli che un tempo si chiamavano maturità serali. Anche qui la risposta è stata forte: 568 studenti hanno frequentato questi corsi, suddivisi in 9 indirizzi, grazie a convenzioni con sette istituti superiori del territorio. Si va da Meccanica e Informatica, all’Enogastronomia, dalla Grafica ai Servizi socio-sanitari. Una rete sempre più articolata, costruita pezzo per pezzo per rispondere ai bisogni di territori diversi ma accomunati da un’esigenza comune: offrire una nuova chance a chi, per mille motivi, ha dovuto interrompere il proprio percorso scolastico.
Il bello, poi, è che la scuola non si ferma. Anche d’estate. Mentre molti istituti chiudono i battenti, il CPIA 4 Torino continua ad aprire le sue aule, con corsi estivi dedicati alla lingua italiana per i nuovi arrivati. E a settembre si ripartirà con ancora più entusiasmo, con nuove proposte nell’ambito dell’orientamento al lavoro, come la preparazione al test per Operatore Socio Sanitario, corsi di ricerca attiva dell’impiego, e uno sportello gratuito di bilancio delle competenze per accompagnare ogni persona nella costruzione del proprio futuro. Perché l’apprendimento non è mai un fatto isolato: è un processo che coinvolge la persona nel suo insieme, con la sua storia, le sue aspirazioni, le sue fragilità.
In un’epoca in cui si parla tanto di dispersione scolastica, di NEET, di giovani che abbandonano gli studi o non trovano lavoro, il CPIA dimostra che esiste anche un’altra Italia. Quella che non si rassegna, che ritorna a scuola dopo i cinquanta, o che lo fa dopo un passato difficile. Quella che investe nella cultura come strumento di riscatto. E se è vero che ogni diploma consegnato non è solo un traguardo individuale, ma una vittoria collettiva, allora i 711 diplomati del CPIA 4 Torino rappresentano molto più di un dato statistico: sono il segno tangibile che la scuola può essere ancora un luogo in cui si cambia la vita. Per davvero. E per sempre.
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