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29 Giugno 2025 - 09:25
Erba alta e lavori fermi alla scuola di Venaria: scoppia la polemica
Doveva essere pronta a dicembre 2024. Poi è slittata a dicembre 2025. E ora? Ora non si vede nemmeno un operaio. Solo erba alta, ponteggi smontati e un cantiere che sembra dimenticato da tutti. A Venaria, la nuova mensa della scuola Di Vittorio rischia di diventare l’ennesimo monumento al pressapochismo amministrativo.
A lanciare l’allarme è Rossana Schillaci, consigliera comunale del Partito Democratico, che dopo aver visto le ultime immagini parla senza mezzi termini: «Hanno smontato il ponteggio ed è completamente abbandonato. Hanno detto che era finanziato con fondi PNRR, in realtà è stato finanziato solo in parte e per il resto faranno un mutuo. Attualmente il cantiere è fermo e abbandonato. Sull’edilizia scolastica non si possono fare questi errori di valutazione: è gravissimo».
Parole dure, che trovano conferma anche nelle carte. A gennaio, durante un’interrogazione in Consiglio comunale, l’assessore ai Lavori Pubblici Giuseppe Di Bella aveva ammesso lo stop: 430mila euro dai fondi del PNRR, ma non sufficienti. Serviva rivedere il progetto. E servivano altri soldi. Tant’è che il Comune ha deciso di accendere un mutuo per coprire il 50% dei costi non coperti. Tempi? Boh. «Dobbiamo tenerci larghi», aveva detto Di Bella. Il risultato? Un cantiere bloccato e un giardino scolastico mezzo occupato da strutture lasciate a metà.
Rossana Schillaci e il sindaco di Venaria Fabio Giulivi
Ma per Schillaci il problema è ben più profondo. «Questo evidenzia che non c’è programmazione: io inizio un cantiere senza sapere se ho i fondi? È inaccettabile. In più, nelle ultime commissioni, i consiglieri non si sono nemmeno presentati, delegando altri. Il Consiglio non ci sarà fino a settembre. Non si amministra così: dove possiamo discutere della situazione della mensa se non ci viene data l’opportunità di farlo?»
La consigliera torna così a puntare il dito sulla mancanza di trasparenza e di concretezza. Già nei mesi scorsi aveva denunciato come gli annunci fossero stati troppo ottimistici, parlando di lavori spediti quando in realtà le ruspe erano già ferme. «Le scuole e i cantieri che riguardano i nostri istituti devono essere al primo posto», aveva detto allora. Oggi ripete lo stesso concetto. Ma con una nota in più: amarezza.
Nel frattempo, i bambini e le famiglie della scuola Di Vittorio restano in attesa. E l’unica cosa che cresce è l’erba. Non i lavori.
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