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27 Giugno 2025 - 10:49
L’Italia culinaria crolla sotto il peso di nuovi gusti
In Italia anche un abbinamento può far tremare le fondamenta della civiltà. Basta nominare la panna nella carbonara per scatenare anatemi, oppure osare una spolverata di parmigiano sullo spaghetto allo scoglio per essere banditi da pranzi di famiglia e gruppi WhatsApp. In questa nazione dove la cucina è religione e ogni ricetta ha i suoi comandamenti, il gusto personale diventa terreno minato.
Le nuove generazioni però – in testa i Millennial e la Gen Z – stanno alzando la voce contro il "taste shaming", il fenomeno che umilia chi osa gusti fuori norma, come chi accosta maionese e tonno alla pasta o beve cappuccino a pranzo. Vogliono la libertà di mangiare ciò che amano, anche se si tratta di pizza con l’ananas o patatine fritte immerse nel gelato. A rivelare questa voglia di emancipazione è un sondaggio social promosso da Calvé, che ha lanciato una campagna ironica e dissacrante chiamata "Maio Land": un luogo immaginario dove ogni "crimine culinario" non solo è perdonato, ma celebrato. Una provocazione che ha acceso il dibattito e raccolto migliaia di testimonianze sui social.
Pasta con tonno e maionese
Tra i piatti più controversi, secondo i dati raccolti, vince la pasta con maionese e tonno (25%), seguita dalla pizza con ananas (21%) e dal cappuccino fuori orario (17%). Ma ci sono anche esperimenti più audaci: uovo sodo con marmellata e maionese, risotto allo scoglio col parmigiano, pesca sciroppata col tonno, e persino piadina con crudo e burro d’arachidi. Una lista di piccoli scandali gastronomici che, invece di essere condannati, vengono vissuti come espressione autentica del sé. Ed è proprio per trasformare questa ribellione silenziosa in una festa di sapori che Calvé ha creato un menù “anti taste shaming” con l’aiuto di chef e influencer: dai brownies con maionese della finalista di MasterChef Anna Zhang al cannolo di polenta con pulled chicken firmato Andrea Mainardi, ogni piatto è un inno al gusto liberato. A guidare questa campagna è Martina Grotto di Unilever,
In fondo, non è con un po’ di ananas sulla pizza che si tradisce la tradizione. Si tradisce quando si smette di ascoltare, di assaggiare, di rispettare il gusto dell’altro.
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